lunedì 24 settembre 2012

finalmente la Polverini se n'è andata rimane lo scandalo pdl nel Lazio

FINALMENTE POLVERINI SE NE VA
ORA RESTITUISCANO I SOLDI
Travolta dallo scandalo sprecopoli, la governatrice del Lazio annuncia
le dimissioni: “La mia giunta è pulita, il Consiglio è indegno. Tutto è nato da una
faida interna al Pdl”. Ma resta il problema dei milioni sottratti ai cittadini

Si sveglia anche il cardinale Bagnasco (Cei): “Fuori dalle liste i politici
chiacchierati”. È vero che la chiesa ha tempi biblici, ma qui forse si esagera
di Peter Gomez
dc
Non è che l’inizio. Le dimissioni di Renata
Polverini segnano solo un primo
giro di boa nello scandalo dei
fondi milionari incassati, spesi e rapinati
senza controllo dal Pdl e da altri movimenti
politici. Non servono particolari
capacità divinatorie per capire che il sistema
Lazio, ben incarnato dalla pantagruelica
figura Franco Fiorito, è un patrimonio
comune di molti altri Consigli regionali.
Ovunque l’opacità regna sovrana. Ovunque,
appena si tenta di fare qualche domanda,
si scopre l’i m b a ra z z o .
In Lombardia Pd, Pdl e Lega, non vogliono
mostrare ai giornalisti gli scontrini. “Sono
cose nostre, c’è la privacy”, dicono all’unisono,
sorvolando sul fatto che pranzi e
riunioni saranno pure loro, ma i soldi, almeno
quelli, sono dei contribuenti. In Emilia
Romagna, quando è stata avviata un’indagine
interna, si è scoperto che quattro
partiti non avevano depositato le fatture. I
documenti sono saltati fuori dopo un mese
e, da un primo esame, la Guardia di Finanza
si è resa conto che un ex consigliere dell’Idv
(subito espulso) risultava aver cenato
in quattro diversi ristoranti la stessa sera.
Un record. In Campania, da cinque giorni,
si trattiene il fiato per un blitz delle Fiamme
Gialle: in ballo ci sono un paio di milioni di
euro di spese sospette. Insomma, i mattoni
della politica italiana cadono uno dopo l’altro.
Per salvare dalle macerie i cittadini e la
residua credibilità delle istituzioni sono
necessari almeno due atti immediati. Polverini
e gli altri consiglieri devono rendere
tutto quello che, a vario titolo, hanno incassato.
Non perché servano gesti simbolici,
ma perché con quei soldi si potrà molto
più concretamente restituire ai disabili i
servizi sociali tagliati dalle Asl del Lazio ed
evitare di far pagare loro il ticket.
A Roma, nelle segreterie dei partiti, è invece
saggio che qualcuno cominci finalmente
a farsi dei calcoli. Attendere serenamente
(si fa per dire) che il disastro arrivi
dalla periferia al centro – ancora oggi i
gruppi del Senato non vogliono controlli
su 22 milioni di euro – non conviene. È
molto più furbo anticipare la piena. Senza
parole, leggi o riforme. Ma solo con dei
comportamenti. Con cose semplici del tipo:
vietare ai propri eletti di accedere ai
rimborsi regionali e magari obbligarli a dirottare
da domani parte dei loro super stipendi
ai disoccupati. Inutile però farsi illusioni.
La risposta (negativa) dei partiti la
conosciamo già: “Questa non è politica, è
populismo”. Peggio per loro.Udi Antonello Caporale
SORARENATA
SULFRONTE
DELLEOSTRICHE
A rega’ se riparte, teneteve
pronti che c’è l’elescion dei”.
Il capostaffetta Santino Santese,
assessore in Sabaudia, è
giunto con qualche lieve anticipo
nella sala in cui Renata
avrebbe comunicato la solenne
decisione. pag. 2 z
UdiMarco Lillo
LE DELIBERE
CHE PROVANO
LE SUE BUGIE
A lla fine ha dovuto cedere sotto
il peso di quella frase insostenibile:
“Non sapevo nulla”.
Nel pomeriggio di ieri in Consiglio
regionale passavano di mano
in mano le fotocopie di due
documenti che inchiodavano la
Polverini e il suo staff. pag. 4 z
Udi Malcom Pagani
MARCO GIUSTI:
“I FALLITI
SIAMO NOI”
N oi siamo i falliti”, così Marco
Giusti, autore televisivo
e papà di Blob. “Aver trascorso
20 anni tra le coltri a leggere
Scalfari o Pigi Battista e non essersi
accorti che eravamo circondati
dai De Romanis, è una
colpa grave”. pag. 5 z
Il fatto quotidiano 25 settembre 2012

Nessun commento:

Posta un commento