sabato 9 giugno 2012

emergenza rifiuti aumenta la produzione, allarme Ispra

L'emergenza

Rifiuti, ne produciamo di più
il rapporto Ispra lancia allarme

Secondo l'iIstituto Superiore per la Protezione e la Ricerca ambientale: nel 2010 gli urbani hanno raggiunto quota 32,5 milioni di tonnellate, 1,1% in più rispetto all'anno precedente. In controtendenza, quindi, rispetto alla leggera contrazione registrata negli anni passati. E a Roma... di ANTONIO CIANCIULLO

 CI SONO voluti un presidente (Daniele Fortini di Fedarambiente) e un ministro (Corrado Clini, dell'Ambiente) per mettere un po' d'ordine nel caos romano dei rifiuti. "Arriviamo nel 2020 al 50% di effettivo recupero di materia", ha proposto Fortini. E Clini, mettendo 30 milioni di euro sul piatto, ha piazzato i paletti per impostare una via europea che permetta di recuperare lo spaventoso ritardo accumulato dal Campidoglio.

Mentre i commissari, da tempo impegnati nell'indicare siti che riescono a suscitare il massimo delle proteste, se la cavano ipotizzando fughe di rifiuti all'estero, ministero e Conai hanno disegnato un piano di rilancio della raccolta differenziata che riporta il lungo cammino da fare nella direzione giusta. Anche se l'obiettivo dichiarato ieri da Alemanno correggendo il tiro (65% di raccolta differenziata al 2016) resta ben lontano dal target europeo (65% al 2012).

Ora, finalmente, Roma dispone della base di partenza per avviare la soluzione del problema. Moltissimo resta da fare, a cominciare dalla qualità del servizio e dalla qualità dei materiali che verranno raccolti. Ed è prevedibile che l'impostazione da roulette russa data alla ricerca di una discarica produrrà ancora una lunga serie di proteste. Ma almeno si è partiti.

Era assolutamente necessario anche perché i dati resi noti oggi dall'Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) con il "Rapporto Rifiuti Urbani 2012" dimostrano che è bastata la piccola ripresa del 2010 per far tornare verso l'alto gli indici di produzione di rifiuti. Nel 2010 gli urbani hanno raggiunto quota 32,5 milioni di tonnellate, 1,1% in più rispetto all'anno precedente. In controtendenza, quindi, rispetto alla leggera contrazione registrata negli anni passati.

Tra l'altro sono le regioni del Centro a registrare l'aumento più significativo (+1,9%). Mentre le performance di alcune regioni dimostrano che gli obiettivi europei sono praticabili: in Veneto la raccolta differenziata è arrivata al 58,7%, in Trentino Alto Adige al 57,9%, in Piemonte al 50,7%. Il Lazio (quinto in classifica per la produzione di rifiuti urbani con 599 chili pro capite) si ferma al 16,5%.

(08 giugno 2012) © Riproduzione riservata
http://www.repubblica.it/ambiente/2012/06/08/news/ispra_rifiuti-36817176/

Se l'immondizia diventa
il romanzo del nostro Paese

Voltafaccia, improvvisazioni, proteste nel pasticcio della discarica di Roma. Serve in fretta una soluzione: con un blocco di 48 ore, la capitale potrebbe essere sommersa dall'immondizia

di FRANCESCO MERLO
 ROMA - Roma come Napoli. Roma come Palermo. Ancora una volta l'immondizia stana l'immondizia e racconta l'Italia: "Al punto in cui siamo basterebbe un blocco di 48 ore e le 4000 tonnellate di rifiuti che Roma produce ogni giorno sommergerebbero la città e diventerebbero emergenza sanitaria" mi dicono i responsabili dell'Ama.

Bisogna dunque affrettarsi a collocare questa benedetta nuova discarica romana, a trovare subito una soluzione tecnica e politica prima che i tanfi e i fetori costringano la gente ad indossare anche a Roma, persino a Roma, la mascherina per strada e a fare slalom tra dossi e cunette in fermentazione. E però bisognerebbe discaricare in qualche posto più adatto anche il ministro dell'Ambiente Corrado Clini che ha delegittimato il governo e dunque se stesso dichiarando, due ore dopo l'indicazione del sito di Pian dell'Olmo a Riano, che "non è al top delle aree compatibili". E con un sospiro di rimpianto ha aggiunto: "La scelta non è del ministero, ma in questo momento è affidata a un Commissario".

E a tutti è venuta subito una grande voglia, che come vedremo è durata però pochissimo, di solidarizzare e proteggere questo povero Commissario ultratecnico, il prefetto Goffredo Sottile, che ha il compito immane di governare l'ingovernabile Babele amministrativa di Roma, vale a dire Comune, Provincia e Regione, e al tempo stesso di tenere freddi gli animi, di curare cioè la protesta per prevenire la rivolta.

Povero ultratecnico!, così malamente scaricato dal ministro tecnico, supponente anche nei modi, tecnico di un ambientalismo "industriale", nuclearista convinto, favorevole agli ogm... E si tratta di idee legittime, ovviamente, che tuttavia più che a un ministro dell'Ambiente fanno somigliare Clini a un lobbista dell'Enea o di Confindustria.
Comunque sia, la sparata del ministro contro il Commissario è stata la scintilla che ha incendiato quella lunga prateria che da Roma arriva sino a Viterbo, piccoli paesi sparsi, l'inizio della Tuscia, il Lazio etrusco, temperamento ostinato, un'edilizia spesso residenziale e non necessariamente brutta, sviluppata attorno al nucleo nobile delle antiche case in tufo. È un terroir ordinato che non è ancora la campagna toscana, ma è pur sempre dignitoso. Ebbene, qui sarebbero a loro volta da scartare anche i contestatori "a prescindere", la consueta compagnia di giro che organizza le rivolte mischiando la rabbia della gente pulita che difende la propria casa, la propria acqua, la propria terra, con la perizia dei professionisti della protesta. E ci sono anche le avanguardie con le loro bandiere e l'illusione di potersi ancora mettere alla testa delle trasformazioni e guidare i cambiamenti epocali. Così sono arrivati i ragazzi dei centri sociali ma anche quelli di Casa Pound ad occupare la Tiberina che è bloccata pure di notte: si dorme sull'asfalto nei sacchi a pelo, e la destra si accampa sull'altipiano mentre il resto della truppa si attarda nelle pianure del Tevere.

Sulla Flaminia gruppi di "contestatori inceneritori" bruciano le tessere elettorali. Da almeno cinque giorni qualcuno vive incatenato ai cancelli della futura discarica. I 18 sindaci della Valle del Tevere con la fascia tricolore hanno assediato Palazzo Chigi e Montecitorio. Un disabile di Riano è in sciopero della fame. Artisti e intellettuali hanno firmato appelli, e fra loro anche Margherita Hack e Dario Fo. E le organizzazioni ambientaliste hanno fornito velocissime perizie di idrogeologi, territorialisti e monnezzologi che certificano l'insania della scelta, il sicuro inquinamento del Tevere, la distruzione del paesaggio, la devastazione di siti archeologici che per la verità sono pochi e dimenticati e solo per l'occasione sono stati riscoperti. E il vicesindaco di Riano, Italo Arcuri, Ho Chi Min della rivolta, ha promesso: "Faremo della Valle del Tevere un'altra Val di Susa e del "No Discarica" un altro No Tav". Manca solo la minaccia di trasformare il Parlamento in un bivacco di... etruschi.

La verità è che dall'altra parte di Roma, a sud, il sito di Corcolle, che fu la prima scelta, rimane apparentemente più adatto alla discarica, se non ci fosse a pochi chilometri la meravigliosa e già negletta Villa Adriana. Il mondo sconnesso e discaricato della Tiburtina che è già costato le dimissioni a un altro commissario per i rifiuti di Roma, al prefetto Pecoraro, non somiglia insomma a quello della Tiberina che promette presto altre dimissioni.
E difatti in obbedienza alla legge non scritta secondo la quale i rifiuti attraggono i rifiuti, si è presto capito che bisognerebbe scartare, con gli atri scarti che davvero minacciano di sommergere Roma, anche questo Commissario, prefetto Goffredo Sottile che, confuso come un dilettante ma deciso come un ultratecnico, appena nominato ha indicato il sito di Pian dell'Olmo senza studiarlo e senza nemmeno visitarlo, e ha pure minacciato di fare intervenire l'esercito contro i rivoltosi "perché la scelta di Pian dell'Olmo è definitiva". E però già l'indomani ha dichiarato che "in fondo, forse, se risultasse ..., insomma si potrebbe anche spostare". Con un'altra piroetta, Sottile ha poi detto che magari prorogherà "per un tempo provvisorio" la vecchia discarica di Malagrotta che per volontà dell'Unione europea deve essere chiusa entro il 30 giugno perché colma, inadatta e inquinante. Infine ieri lo stesso prefetto, sempre più insicuro di sé, ha raccontato di essersi consultato con il vicesindaco (nientemeno!) di Napoli: "Mi ha spiegato che non va tanto male da quando vendono i rifiuti all'Olanda. Anche noi dunque ...". E chissà quante navi dovrebbero partire dal porto di Civitavecchia, come in passato i cafoni emigranti, che erano l'eccedenza rurale della riforma agraria: gli scarti e i rifiuti d'epoca.

Questa improvvisazione del signor prefetto mi ricorda le nuove avventure di Paperon dè Paperoni che, da sempre prototipo dell'uomo d'affari, ha aggiornato il suo business e da cercatore d'oro del Klondike che passava a setaccio i fiumi per individuare i filoni con il piccone e poi ancora da trivellatore di pozzi di petrolio, è finalmente diventato, almeno nelle storie italiane, un papero col becco fiutatore di immondizie. Ancor più che nelle miniere di diamanti ha insomma concentrato i suoi affari nella spazzatura, che forse è la meta di tutti gli affari, ma come dimostrano l'Olanda, e la Germania e l'Inghilterra..., è la cosa più ricca e lucrosa del mondo: la carta che si scarta, il residuo, la monnezza nei Paesi civili diventano energia. Ebbene Paperone prima pensa di incenerire tutta la spazzatura d'Italia nel cratere dell'Etna sfidando gli ecologisti di "lapillo pulito" poi decide di stoccarla in tanti "missili pattumiere" e la manda nello spazio che però si arrabbia e la restituisce al mondo zozzone con la gioia di Qui Quo Qua, politicamente corretti anche verso le altre galassie.

Ieri a Roma anche il sindaco Alemanno, il ministro Clini e l'amministratore delegato dell'Ama sembravano Qui Quo Qua, i tre nipotini per bene con il loro piano di trenta milioni di euro per disciplinare la raccolta differenziata sia porta a porta sia per le strade di Roma, dove per la verità prima di separare vetro plastica e metallo bisognerebbe riuscire a togliere la spazzatura da terra. E comunque in attesa che la buona educazione ci liberi nel 2016, come prevedono Clini e Alemanno, "dalla tombola delle discariche", bisogna assolutamente sbrigarsi e mettere la spazzatura in qualche posto, una discarica sia pure provvisoria, sperando che non sia ancora vero che in Italia le sole cose definitive sono quelle provvisorie. Oppure si tolgano davanti e ci provi qualcun altro con più coraggio, con più forza, con più coscienza e soprattutto con una competenza davvero tecnica.

 
(09 giugno 2012) © Riproduzione riservata

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