mercoledì 20 giugno 2012
Acqua pubblica, un nodo chiamato tariffa per aumento canoni Consorzio
Arrivano i primi effetti reali della delibera regionale sulle somme dovute ai Consorzi
Un nodo chiamato tariffa
Anche il cda di Acqualatina affronta l’aggravio dovuto ai canoni di bonifica
IL caso dei canoni per i canali
di irrigazione che la Regione
Lazio vuole siano pagati dai
gestori idrici, compresa dunque
Acqualatina,
approda nel
consiglio di
amm inis trazione
della società
che precede
la convocazione
della
conferenza dei
sindaci. La
quale dovrà
anche decidere
se e in che misura
aumentare
la tariffa
idrica da inserire
nelle bollette
del 2012.
Come si sa, nei
giorni scorsi il
presidente della
conferenza
dei sindaci,
Armando Cusani,
aveva
detto che in caso
di applicazione
di quanto
previsto dall
a d e l i b e r a
della giunta regionale si sarebbe
necessariamente andati
incontro ad un aumento compreso
tra i 25 e i 50 euro di
media su ciascuna bolletta
idrica. E’ un punto nodale
perché se effettivamente i sindaci
dovessero votare un aumento
di questo tipo per consentire
ad Acqualatina di coprire
l’ulteriore costo inerente
i canali, si andrebbe incontro
inevitabilmente a critiche severissime.
E anche il voto
blindato della maggioranza
dei sindaci potrebbe scricchiolare,
visto l’impatto immediato
su vasta scala. La
decisione assunta dalla giunta
regionale, per quanto sia stato
già annunciato un ricorso al
Tribunale amministrativo per
l’annullamento, «vale» 13 milioni di euro circa, più o
meno quanto gli investimenti
che la stessa società sta mettendo
in campo per risanare
parte della rete dall’inquina -
mento da arsenico. Tanto per
dare una proporzione del problema.
E mentre Acqualatina
può dire, come ha già fatto il
presidente del cda Giuseppe
Addessi, che non pagherà più
un centesimo né delle rate
pregresse dovute per i canali,
né le somme future in quanto
frutto di atti illegittimi, la posizione
della conferenza dei
sindaci è diversa. Essa necessariamente
dovrà tenere in
qualche considerazione la de-
libera della Regione che stabilisce
chi deve pagare la manutenzione
dei canali di bonifica,
cioè i gestori idrici che, a
loro volta, si finanziano con le
bollette.
A latere di questa difficile
situazione vissuta sia dalla
spa che dai sindaci cui è affidato
il controllo, si snoda in
questi giorni un’altra polemica
tra le associazioni che difendono
i diritti degli utenti
della società Acqualatina. In
specie tra l’Organismo interno
dei consumatori
della
spa (l’Otuc) e
il comitato civico
per l’ac -
qua pubblica.
Il primo si è
schierato contro
i Consorzi
di Bonifica
che risultano
creditori nei
confronti di
A c qu a l a t in a ,
giudicando le
s o m m e d a
versare per i
canali una
sorta di ulteriore
balzello
che la Regione
e i Consorzi
medesimi
caricano sugli
utenti imponendo
un aumento
delle
bollette. Il
Comitato acqua
pubblica,
invece, sottolinea
che i canoni
da trasferire nelle casse
dei consorzi da parte del gestore
idrico erano previsti nel
capitolato di appalto vinto,
appunto, da Acqualatina spa;
la quale sin dal 2002 sa che
u n a q u o t a
delle bollette
(quella per la
ma nut enz ione
dei canali)
va girata ai
Consorzi perché
questi
h a n n o l a
co mp et en za
ad intervenire
sulla rete die
canali. Anche
la Coldiretti,
l’asso ciaz ione
che governa
i Consorzicreditori,
è
stata chiamata
incausa.
Proprio il presidente
della
c o n f e r e n z a
dei sindaci,
Armando Cusani,
ha infatti
s o s t e n u t o
p u b b l i c amente
che la
delibera regionale
che
impone i canoni
ad Acqualatina è stata
«suggerita» dall’associazio -
ne. Latina Oggi 20 giugno 2012
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