COMUNE DI …………………
PROVINCIA DI ……………..
Proposta
nº
del ……………..…
PROPOSTA DI DELIBERAZIONE
Ufficio
Proponente: Relatore:
OGGETTO: Richiesta di referendum abrogativo ai sensi
dell’articolo 61, comma 1 dello Statuto
della Regione Lazio e degli artt. 9, 10 e 11 della
L.R. 20 giugno 1980, n. 78. Abrogazione
parziale del Piano di Gestione dei Rifiuti della Regione Lazio, allegato, come
parte integrante, alla deliberazione del Consiglio Regionale n. 14 del 18
gennaio 2012.
IL CONSIGLIO COMUNALE
Sentita la relazione del …….. illustrativa della
presente proposta di deliberazione
Premesso
§ che il Consiglio Regionale del Lazio, nella seduta
del 18 gennaio 2012, ha approvato, ai sensi dell’articolo 7, comma 1 della
legge regionale 9 luglio 1998, il Piano
di Gestione dei Rifiuti del Lazio (di seguito Piano Rifiuti);
§ che detto Piano Rifiuti è allegato, come parte
integrante, alla deliberazione del Consiglio Regionale n. 14 del 18 gennaio
2012, avente per oggetto: “Approvazione del Piano di Gestione dei Rifiuti del
Lazio ai sensi dell’articolo 7, comma 1 della legge regionale 9 luglio 1998, n.
27 (Disciplina regionale della Gestione dei Rifiuti)” e pubblicata nel
Supplemento Ordinario n. 15 al “Bollettino Ufficiale della Regione Lazio” n. 10
del 14 marzo 2012;
Considerato
§ che in detto Piano Rifiuti i paragrafi 10. 7 e 10.8,
rubricati rispettivamente “Scenario di controllo” e “Schema di flusso ATO
regionale – Scenario di controllo”, rappresentano un quadro elaborato con il
dichiarato intento “di fornire indirizzi per la pianificazione degli
interventi da attuare nel caso di mancata realizzazione dello scenario di Piano”;
§ che, in particolare, nel paragrafo 10. 7 appena
richiamato, “A scopo puramente descrittivo si valuta il fabbisogno
impiantistico dedicato al trattamento dei rifiuti urbani nel caso in cui:
- non si realizzino le politiche di riduzione
e si abbia una crescita “inerziale”
della produzione dei rifiuti;
- non si raggiungano gli obiettivi di
raccolta differenziata previsti dal Piano in linea con la normativa vigente, ma si abbia una crescita pari alla media
dell’incremento annuo del triennio 2006 -2008;
- la capacità operativa degli impianti di
termovalorizzazione non risulti pari a quella autorizzata;”
§ nel Piano Rifiuti si asserisce che l’elaborazione di
detti paragrafi 10.7 e 10.8 e delle relative figure e tabelle è da ritenersi “anche
in applicazione di quanto previsto dal comma 1 bis dell’articolo 205 del D.lgs.
152/2006 così come riformulato dal D.Lgs. 205/2010”;
§ che il citato comma 1 bis dell’articolo 205 del
D.lgs 152/2006, introduce per i Comuni la possibilità, sussistendo determinate
condizioni, di richiedere una deroga al rispetto degli obiettivi minimi di
raccolta differenziata previsti al comma
1 del medesimo art. 205 e che tale deroga può (e non deve) essere autorizzata
dal Ministero dell’Ambiente, “previa
stipula senza nuovi o maggiori
oneri per la finanza pubblica di un
accordo di programma tra Ministero, regione ed enti locali interessati”;
§ che secondo quanto previsto dal comma 1-ter del
citato art. 205 del D.lgs 152/2006 “I
piani regionali si conformano
a quanto previsto
dagli accordi di programma di cui al presente articolo”;
§ che al momento dell’approvazione del Piano Rifiuti
in oggetto, né successivamente, sono state autorizzate, nella Regione Lazio,
dal Ministero dell’Ambiente, previa stipula di appositi accordi di programma,
deroghe al raggiungimento degli obiettivi minimi fissati dalla legge per la
raccolta differenziata dei rifiuti;
§ che, pertanto, l’inserimento nel Piano Rifiuti delle
previsioni contenute nei paragrafi 10.7 e 10.8 non può trovare fondamento nelle
disposizioni del comma 1 bis dell’art. 205 del D.lgs 152/2006 né in altra
previsione di legge, essendo chiarito dal citato comma 1-ter che i piani
regionali di gestione dei rifiuti si conformano a quanto previsto dagli accordi
di programma, prendendo atto dell’eventuale autorizzazione di deroghe concesse
in relazione agli obiettivi di raccolta differenziata – circostanza che nel
Lazio non si è verificata – e non prevedendo che la normativa vigente non sia
rispettata o che i piani stessi non siano attuati;
§ che il vigente Statuto della Regione Lazio, all’art.
61, comma 1 prevede che: “Il referendum per l’abrogazione
totale o parziale di una legge
regionale, di un regolamento regionale e di un atto amministrativo
generale è indetto dal Presidente della Regione quando lo richiedano:
a) cinquantamila elettori;
b) due consigli provinciali con deliberazione adottata
a maggioranza dei due terzi dei componenti di ciascun consiglio;
c) dieci
consigli comunali che abbiano iscritti nelle liste elettorali non meno di
cinquantamila elettori, nel loro complesso, con deliberazione adottata a
maggioranza dei due terzi dei componenti di ciascun consiglio.”;
§ che secondo quanto disposto
dall’art. 1, comma 1, numero 3), della L.R. 78/1980, sono
titolari dell’iniziativa referendaria, tra gli
altri: “dieci consigli comunali che abbiano iscritti,
nel loro complesso, nelle liste
elettorali non meno di 50.000 elettori, con deliberazione
adottata a maggioranza di due
terzi dei consiglieri assegnati a ciascun consiglio
§
l’art. 9 della L.R. 20 giugno 1980, n. 78 dispone: “Il consiglio
comunale o provinciale che
intende
promuovere il referendum deve adottare la deliberazione prevista dal precedente
articolo 1 e procedere contemporaneamente alla designazione tra i suoi membri
di un delegato effettivo e di un supplente agli effetti di cui alla presente
legge.
Entro
otto giorni dalla deliberazione il delegato del comune o della provincia
deposita la deliberazione stessa alla segreteria del Consiglio regionale.
Il funzionario segretario del
Consiglio redige apposito verbale, copia del quale viene rilasciata al
depositante.
Della proposta di referendum si dà
immediatamente notizia nel Bollettino Ufficiale della Regione.”
Ritenuto
§ che sia infondato dal punto di vista normativo oltre
che deleterio dal punto di vista culturale, ambientale, sanitario ed economico,
inserire nel principale strumento di programmazione in materia di gestione dei
rifiuti previsioni, quali, appunto, quelle contenute nei citati paragrafi 10.7
e 10.8, che rimandano al mancato rispetto della normativa vigente e, in
sostanza, al fallimento dello stesso Piano di Gestione dei Rifiuti;
§ che, al contrario, sia necessario e urgente
garantire nella Regione Lazio il pieno rispetto della vigente normativa,
nazionale e comunitaria, in materia di rifiuti, con particolare riferimento
agli obiettivi di prevenzione della produzione di rifiuti e di raccolta
differenziata e che il Piano Rifiuti debba essere lo strumento attraverso il
quale siano fornite chiare indicazioni circa le modalità attraverso le quali
tali disposizioni di legge trovano concreta applicazione sul territorio
regionale;
Visto
il D.Lgs 267/2000;
Visto
il D.Lgs 152/2006;
Visto
l’art. 61, comma 1 dello Statuto della Regione Lazio;
Vista
la L.R. 20
giugno 1980, n. 78
DELIBERA
Per
le motivazioni espresse in narrativa e che qui si intendono integralmente
richiamate e ripetute quali parte integrante del presente provvedimento:
1) sottoporre a
referendum, ai sensi dell’articolo 61, comma 1 dello Statuto della Regione Lazio,
il seguente quesito:
“Volete voi che siano abrogati i paragrafi 10. 7 e 10. 8,
comprese le relative figure e tabelle, rubricati rispettivamente “Scenario di
controllo” e “Schema di flusso ATO regionale – Scenario di controllo”, del
Piano di Gestione dei Rifiuti della Regione Lazio allegato, come parte
integrante, alla deliberazione del Consiglio Regionale n. 14 del 18 gennaio
2012, avente per oggetto: “Approvazione del Piano di Gestione dei Rifiuti del
Lazio ai sensi dell’articolo 7, comma 1 della legge regionale 9 luglio 1998, n.
27 (Disciplina regionale della Gestione dei Rifiuti)” e pubblicata nel
Supplemento Ordinario n. 15 al “Bollettino Ufficiale della Regione Lazio” n. 10
del 14 marzo 2012?”
2) designare, ai sensi e per gli effetti della L.R.
78/1980 con particolare riferimento agli artt. 9 e 11, quale delegato effettivo
il Consigliere …………….. e quale delegato supplente il Consigliere ……………;
3) trasmettere, dopo la pubblicazione sul Bollettino
Ufficiale della Regione Lazio prevista all’ultimo comma dell’art. 9 della L.R.
78/1980, copia della presente deliberazione a tutti i consigli comunali e
provinciali della Regione ai fini di un’eventuale adesione all’iniziativa,
secondo quanto previsto dall’art. 10 della L.R. 78/1980;
4) dichiarare la presente deliberazione immediatamente
eseguibile ai sensi dell’art. 134, comma 4 del D.Lgs 267/2000
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