mercoledì 27 giugno 2012

Discarica e fusti tossici a Borgo Montello, audizione oggi pomeriggio

AUDIZIONE OGGI POMERIGGIO, UN PASSATO INGOMBRANTE rifiuti
Veleni e coperture,
le ultime verità
L’ex direttore Cester in Commissione L’appuntamento è fissato per le 14 e l’audizione di Achille Cester, già direttore della seconda discarica di Borgo Montello non si annuncia facile. Soprattutto perché arriva a circa dieci giorni di distanza dalle rivelazioni che lo stesso ingegnere ha sottoscritto a il fattoquotidiano. it e che, se verranno confermato oggi pomeriggio, potrebbero aprire le porte non solo ad una nuova indagine su Borgo Montello ma fare luce su quello che è accaduto a metà degli anni 90. Quando, cioè, già la camorra aveva interrato comodamente fusti tossici nella vecchia discarica comunale S0 e le industrie locali (molte se non tutte) buttavano veleni dentro il sito S4. Dice infatti Achille Cester nell’intervista a ilfattoquotidiano: «Quando arrivai nel 1997 a Borgo Montello era un vero Far West... l’invaso S4 galleggiava sul percolato, mai recuperato, mentre quel poco che prelevavano si diceva lo buttassero direttamente nel fiume Astura. L’estrazione e produzione di biogas, pur altamente remunerativa ed ecologicamente indispensabile era abbandonata. L’invaso S4 era il grande contenitore dove tutte le aziende della zona, oltre ai Comuni, sversavano i loro rifiuti. Spesso questi rifiuti erano assimilabili ai rifiuti urbani ma più spesso era necessario controllare ogni automezzo in ingresso per evitare abusi, specialmente da parte dei cosiddetti terzisti». Il sito di cui parla Cester era della Indeco, la società che oggi gestisce la discarica in cui confluiscono i rifiuti di tutti i Comuni della provincia di Latina, eccetto il capoluogo. La stessa Indeco, congiuntamente all’al tr o gestore EcoAmbiente, era stata individuata in una conferenza di servizi del 2009 come il soggetto che pro quota avrebbe dovuto contribuire alla bonifica di una parte della discarica, poiché l’Arpa Lazio ha accertato che lì esiste un grave problema di inquinamento delle falde acquifere soggiacenti, quelle che vengono utilizzate in agricoltura. Bonifica che non è mai partita a causa del contenzioso che è nato sulle responsabilità e, in definitiva, sui costi da sopportare. A questo punto, però, sorge un dubbio: è possibile che l’in - tervento di bonifica sia slittato anche per evitare di «scoprire» cosa c’è veramente sotto la montagna di rifiuti di Montello e tutti i segreti criminali che ha nascosto fino ad oggi. Achille Cester nella sua recente intervista ha fatto i nomi delle ditte che gestivano il trasporto rifiuti all’epoca dei fatti cui si riferisce: «... se ne occupava Carmine Mirante, un calabrese trapiantato qui da generazioni, titolare di un locale notturno sul litorale romano... lavorava lì anche Luigi Bontempi... e la ditta Ambroselli Maria Assunta della zona di Formia...». La discarica diretta da Cester è stata gestita negli anni dai maggiori gruppi del settore, tipo la società dei fratelli Pisante (gruppo Acqua) poi dalla Green Holding di Giuseppe Grossi. Proprio quest’ultima società nei giorni scorsi ha affermato in una nota che i «rifiuti industriali non pericolosi non finivano nell’invaso di Indeco, bensì in un altro» gestito da Ecotecna posto in un’area adiacente affidata al gruppo Acqua. Secondo la nota lo sversamento del percolato era autorizzato ed è durato «solo» due anni, dal 1992 al 1994. Secondo l’ex direttore fusti dal contenuto non identificabile continuarono ad arrivare a Montello per tutti gli anni 90. «Per evitare controlli e la facile identificazione a partire dalla metà degli anni Novanta, i fusti non venivano più smaltiti tal quali ma triturati e mischiati con plastica, carta e legno, tanto che tra gli addetti ai lavori era stato coniato un neologismo con il suo prezzo di riferimento. Il ‘triturato misto’». Se Cester confermerà tutto questo ce ne è abbastanza per un’ispezione della Commissione parlamentare, un ripensamento dell’Arpa sulla bonifica e qualche mea culpa da parte di tutti quelli che si sono occupati di politica ambientale in provincia di Latina negli ultimi diciotto anni. Graziella Di Mambro Latina Oggi 27 giugno 2012

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