Rifiuti, i comitati lanciano il referendum contro il piano della Giunta Polverini
L'iniziativa
http://www.paesesera.it/Politica/Rifiuti-i-comitati-lanciano-il-referendum-contro-il-piano-della-Giunta-Polverini
Rifiuti, i comitati lanciano il referendum
contro il piano della Giunta Polverini

“Voi ci avvelenate, Noi vi abroghiamo”. Parte con questo
slogan la campagna referendaria dei comitati del Forum sui Rifiuti del
Lazio per abrogare la parte del piano rifiuti che, in deroga alla
possibilità di riuscire ad avviare un ciclo virtuoso dei rifiuti,
ripiega ancora una volta nel modello discariche-inceneritori DI E. FARNISI
RIFIUTI Scontro Comune-Provincia sull'individuazione del nuovo sito
L'EMERGENZA I comitati rispondono a Cerroni: "Contrari a qualsiasi discarica"
LO STOP No Quadro Alto ma il vicesindaco: "Serve un risarcimento"
RIFIUTI ALL'ESTERO Sottile: modello Napoli "Sito di Cerroni? E' irrilevante"
RIFIUTI Pian dell'Olmo non si farà, ancora Malagrotta
LA PROPOSTA Il Pd promuove il "vuoto a rendere"
IL CASO Nuova discarica a Roma Sud? Il Municipio XII si oppone
IL RACCONTO Cronaca di una notte di presidio LA FOTOGALLERY
L'ALLARME Sottile: "Roma a un passo dall'emergenza"
CLINI Ecco il Piano per la raccolta differenziata per Roma
MULTIMEDIA
LE FOTO Il presidio di via Tiberina
IL VIDEO LE FOTO La protesta di Riano a Montecitorio
IL VIDEO/2: INSULTI A SOTTILE / IL VIDEO 3
Alemanno presenta il piano della differenziata
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Alemanno presenta il piano della differenziata
Non è sufficiente fare tabula rasa delle sette ipotesi di
discarica contenute nello studio preliminare della Regione a
risoluzione dell’emergenza rifiuti nel Lazio. Non lo è soprattutto se,
così come previsto dal piano rifiuti della Giunta Polverini, si continua
con il modello delle discariche e degli inceneritori. Bisogna puntare
sulla differenziata porta a porta spinta in tutti i comuni del Lazio, a
partire da Roma. Per questo, il “famigerato” piano B, quello sullo
scenario di controllo, va abrogato e riscritto. A chiederlo a gran voce
sono i comitati anti-discariche del Forum laziale sui Rifiuti che oggi
hanno ufficialmente annunciato il referendum contro il piano della
Polverini.
LA CAMPAGNA REFERENDARIA - “Voi ci avvelenate, Noi vi abroghiamo”. È lo slogan della campagna lanciata questa mattina dal Forum dei comitati laziali davanti alla sede regionale di viale Cristoforo Colombo. Obiettivo del referendum: abolire la parte B del piano rifiuti. Quella, cioè, che in deroga alla possibilità di riuscire ad avviare un ciclo virtuoso dei rifiuti, ripiega ancora una volta nel modello discariche-inceneritori. “Ce lo chiede l’Unione Europea”, affermano a più riprese durante la conferenza stampa.
I COMITATI - “L’emergenza – spiega Andrea Cavola, membro del Forum e portavoce del Coordinamento Rifiuti Zero per il Lazio – non si risolve con la spasmodica ricerca di un buco in cui gettare l’immondizia, ma puntando di più sulla raccolta differenziata porta a porta, così come previsto dalle direttive europee”. Accanto a lui siedono rappresentanti dei comitati anti-discarica di Riano, Roma e Cerveteri ma la rete del Forum è molto più ampia. “Non siamo un comitato antipolitico – specifica un membro di Rifiuti Zero Cerveteri - ma un comitato indipendente che fa politica e che chiede ai propri rappresentanti istituzionali di smetterla con il balletto dello scarico di responsabilità”. Il riferimento indiretto è al comune di Roma Capitale e ad Ama, che finora non sono riuscite a potenziare la raccolta differenziata, ferma a poco più del 20%. “Roma – continua il rappresentante del comitato di Cerveteri – deve diventare un comune virtuoso nel più breve tempo possibile”. E se necessario, il Comune esporti i rifiuti: “Non crediamo – ha precisato Stefano Moser di Riano – che portare i rifiuti all’estero sia la soluzione definitiva al problema, ma è l’unica strada percorribile in via provvisoria, proprio per allentare la morsa di un’emergenza creata ad hoc e a spese dei cittadini”.
L’ITER DEL REFERENDUM – La battaglia dei comitati dunque prosegue. Abrogare lo scenario di controllo del piano rifiuti, per loro, significherebbe “mettere fine al binomio discariche-inceneritori e cominciare a lavorare in un’ottica alternativa e sostenibile di gestione dei rifiuti”. Ottenuta l’approvazione al referendum del primo comune, i comitati avranno sei mesi di tempo per trovare il consenso di almeno altri nove. È necessario che i dieci comuni rappresentino complessivamente almeno 50mila elettori. Su questo i comitati non si sbilanciano, ma sono fiduciosi. Il primo comune ad aver aderito è quello di Cerveteri che discuterà la delibera a inizio luglio. Ad esso, finora, fanno seguito Riano e Ladispoli. Raggiunta la quota dei 50mila elettori, la delibera tornerà alla Giunta come da regolamento per l’approvazione finale. “Nel caso in cui dovesse andare tutto bene, - commenta Cavola - cosa che dovrebbe avvenire entro settembre, il voto sarebbe previsto tra la fine del 2014 e l’inizio del 2015”. “Quello che conta – conclude - è il segnale politico che noi vogliamo dare alla Giunta Polverini; non si può continuare ad ignorare la volontà dei cittadini e, a quel punto, dei comuni che rappresentano migliaia di elettori”.
LA CAMPAGNA REFERENDARIA - “Voi ci avvelenate, Noi vi abroghiamo”. È lo slogan della campagna lanciata questa mattina dal Forum dei comitati laziali davanti alla sede regionale di viale Cristoforo Colombo. Obiettivo del referendum: abolire la parte B del piano rifiuti. Quella, cioè, che in deroga alla possibilità di riuscire ad avviare un ciclo virtuoso dei rifiuti, ripiega ancora una volta nel modello discariche-inceneritori. “Ce lo chiede l’Unione Europea”, affermano a più riprese durante la conferenza stampa.
I COMITATI - “L’emergenza – spiega Andrea Cavola, membro del Forum e portavoce del Coordinamento Rifiuti Zero per il Lazio – non si risolve con la spasmodica ricerca di un buco in cui gettare l’immondizia, ma puntando di più sulla raccolta differenziata porta a porta, così come previsto dalle direttive europee”. Accanto a lui siedono rappresentanti dei comitati anti-discarica di Riano, Roma e Cerveteri ma la rete del Forum è molto più ampia. “Non siamo un comitato antipolitico – specifica un membro di Rifiuti Zero Cerveteri - ma un comitato indipendente che fa politica e che chiede ai propri rappresentanti istituzionali di smetterla con il balletto dello scarico di responsabilità”. Il riferimento indiretto è al comune di Roma Capitale e ad Ama, che finora non sono riuscite a potenziare la raccolta differenziata, ferma a poco più del 20%. “Roma – continua il rappresentante del comitato di Cerveteri – deve diventare un comune virtuoso nel più breve tempo possibile”. E se necessario, il Comune esporti i rifiuti: “Non crediamo – ha precisato Stefano Moser di Riano – che portare i rifiuti all’estero sia la soluzione definitiva al problema, ma è l’unica strada percorribile in via provvisoria, proprio per allentare la morsa di un’emergenza creata ad hoc e a spese dei cittadini”.
L’ITER DEL REFERENDUM – La battaglia dei comitati dunque prosegue. Abrogare lo scenario di controllo del piano rifiuti, per loro, significherebbe “mettere fine al binomio discariche-inceneritori e cominciare a lavorare in un’ottica alternativa e sostenibile di gestione dei rifiuti”. Ottenuta l’approvazione al referendum del primo comune, i comitati avranno sei mesi di tempo per trovare il consenso di almeno altri nove. È necessario che i dieci comuni rappresentino complessivamente almeno 50mila elettori. Su questo i comitati non si sbilanciano, ma sono fiduciosi. Il primo comune ad aver aderito è quello di Cerveteri che discuterà la delibera a inizio luglio. Ad esso, finora, fanno seguito Riano e Ladispoli. Raggiunta la quota dei 50mila elettori, la delibera tornerà alla Giunta come da regolamento per l’approvazione finale. “Nel caso in cui dovesse andare tutto bene, - commenta Cavola - cosa che dovrebbe avvenire entro settembre, il voto sarebbe previsto tra la fine del 2014 e l’inizio del 2015”. “Quello che conta – conclude - è il segnale politico che noi vogliamo dare alla Giunta Polverini; non si può continuare ad ignorare la volontà dei cittadini e, a quel punto, dei comuni che rappresentano migliaia di elettori”.
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