sabato 16 giugno 2012

scavi fusti tossici nella discarica di Borgo Montello i misteri delle vasche S0 e S4, Asl e Arpa

Sembra che grazie alla determinazione del vice sindaco di Latina comunque gli scavi avranno inizio. Forse addirittura già dal 22 giugno. Le notizie emerse sulla stampa in questi giorni potrebbero far pensare che tendevano a non far effettuare gli scavi. Non si spiegherebbero altrimenti alcune posizioni riferite all'Arpa. E' noto che il testo unico in materia di sicurezza del lavoro (il decreto legislativo 81/2008) prevede (a pena di nullità) che gli appalti comprendano i costi della sicurezza sul lavoro. Quindi se da una parte dovevano essere previsti e stimati i costi è evidente che erano noti anche gli adempimenti. E se c'è stato un appalto pubblico tale piano della sicurezza e coordinamento doveva essere condiviso con gli enti competenti in materia di salute e sicurezza (Arpa e Asl). Non è quindi pensabile nè sostenibile affermare che non solo sia stata prevista e approvata la procedura degli scavi, tutti i dispositivi di protezione individuale degli operatori e di tutto il personale di sorveglianza e verifica (oltre a scarpe di sicurezza, caschi, guanti, occhiali, mascherine, eventuali scafandri, respiratori ecc..) ma anche tutti gli apprestamenti di protezione collettiva. Cioè oltre a proteggere il singolo è doveroso proteggere l'ambiente di lavoro anche per prevenire eventuali propagazioni all'esterno (altro obbligo di legge). Allo stesso modo affinchè l'appalto (e di conseguenza il contratto sottoscritto con la società Poseidon) sia regolare doveva essere previsto nel piano della sicurezza e coordinamento il conferimento dei fanghi oggetto del prelievo e il conseguente smaltimento. Quindi non è pensabile che Arpa e Asl non abbiano imposto il rispetto della normativa in materia. Ma se anche Asl e Arpa non fossero stati direttamente e preventivamente interpellati non è pensabile nè accettabile che nè il responsabile dei lavori in fase di progettazione, nè il relativo coordinatore non abbiano previsto i dispositivi di protezione individuali e collettivi e i relativi procedimenti di smaltimento. Nè che questi non siano stati analizzati e previsti dalle ditte che hanno partecipato all'appalto. Perchè se questo fosse vero, in base al famoso decreto legislativo 81/2008, l'appalto sarebbe nullo.

Altro aspetto tutto da chiarire:
secondo Achille Cester (http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/06/13/latina-veleni-restano-a-borgo-mantello-carotaggi-e-smaltimento-costano-troppo/261817/) il conferimento di fusti tossici non sarebbe avvenuto solo nella vasca essezero S0 dove inizieranno, pare, gli scavi, ma anche nella vasca essequattro S4.
Premesso che ci aspettiamo che quanto di rilevante dal punto di vista penale e dell'inquinamento dichiarato dallo stesso Cester venga verificato dagli organi competenti è normale chiedersi se gli scavi, a questo punto ci saranno solo nella vasca S0 o anche nella S4.
Ma un'altra domanda sorge spontanea: e se ci fossero altri depositi di fusti tossici in altre zone della discarica?

Il coordinamento provinciale dei verdi ecologisti e civici della provincia di Latina

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