lunedì 2 luglio 2012

acqua pubblica ecco cosa è successo a Sezze con la riduzione del flusso idrico

F O R E S TA , Chiesa Nuova, Monte Pilorci, Certosa, Via Montagna, Melogrosso, Crocemoschitto, Villa Petrara, Sedia Del Papa. Sono i quartieri colpiti dalla siccità indotta dalla chiusura dei rubinetti che Acqualatina ha dettato ed imposto al Comune di Sezze perché il suo gestore privato non ha rispettato gli impegni assunti. Quali? Quelli di procedere al pagamento del milione e mezzo di euro che ha finora mantenuto per sé invece di pagare come «tariffa idrica» al gestore del’Ato4. Certo continuando a ragionare così occorrerebbe chiedere alla Regione Lazio quanto finora abbia incassato dal pagamento dei canoni per la captazione dell’acqua da parte di altri gestori privati. Ma questa è un’altra storia e forse presto se ne inizierà a parlare. Ma per quanto concerne Sezze, occorre rifarsi alle parole del sindaco per ricordare come «centinaia di persone in questo momento non hanno acqua» sebbene in realtà Sezze in estate l’acqua non l’a bb i a mai avuta, e non da ieri, né da vent’anni fa. Ma solo quest’anno, sono state emesse due ordinanze sindacali indirizzate ad Acqualatina e Dondi affinchè ridessero ai cittadini di Sezze l’acqua. Il sistema di captazione è vecchio e fatiscente, perlomeno come le sue reti di distribuzione che per il delegato della Dondi spa, perdono il 70% lungo le sue antiche condutture. Fradice e corrose. Così che pure la rete fognante e di depurazione non si presenta in condizioni migliori. Il contratto di convenzione – ineccepibile quanto innovativo – è stato disatteso per quasi 20 anni di comune accordo, fino all’avvento del Campoli-due. Quello che sul finire del primo mandato aveva smesso di confidare nella gestione assessorile, e dirigenziale, ed ha iniziato a fare di testa sua. Ma le tappe della presa di coscienza sono state ravvicinate da un contenzioso che la Dondi ha avviato con Acqualatina, non rispettando gli impegni assunti per onorare il proprio debito. A monte di questo, i rapporti inaspriti con l’ente comunale, da un mancato affidamento di un grande lavoro pubblico di quasi sei milioni di euro: il nuovo depuratore, che ancora langue chissà dove. La guerra dei privati, intanto, ha lacerato Sezze. Dove l’acqua in ogni caso, prima dell’avvento della Dondi in pochi la pagavano, e in pochissimi la vedevano in estate, esattamente come avviene oggi. E così l’Spl, che non riesce a farsi pagare i ruoli Tarsu: da assessori e consiglieri recalcitranti. Come ha ben spiegato in aula il presidente della municipalizzata Vincenzo Rosella, diventa un monito per i politici che si avventurano con le mani legate verso la «ripubblicizzazione». Intanto, le accuse che la Dondi spa rilancia all’indirizzo del Comune di Sezze, hanno permesso di dire a Campoli, dinanzi al Prefetto di Latina: «Se questo servizio per voi non è remunerativo e volete 7 milioni di euro per il mancato incasso di gestione - (richiesta formulata con il nuovo Lodo che vale 11 milioni di euro) – andate pure via, noi vogliamo aiutarvi a lasciare questo servizio che sostenete sia in perdita». Ma Dondi non ha alcuna intenzione di abbandonare il campo, e resiste, come logico che sia, in ogni sede. Motivo per cui vada come vada Campoli ha già deciso che se la Dondi non onorerà tutti gli impegni assunti – e c’è da stare certi che difficilmente tutto ciò accadrà – il Comune rientrerà in possesso degli impianti, senza aspettare l’esito della sentenza del Tar di Latina. Perché un tempo troppo lungo ci separa da quella data, il 4 ottobre e, soprattutto, Campoli e la sua maggioranza, assieme all’opposizione che ieri l’ha sostenuto in aula, ha il mandato in bianco, del Consiglio a percorre tutte le strade che portano alla ripubblicizzazione «L’obiettivo che ci proponiamo- ha ribadito in aula - è quello di riprendere i nostri impianti e gestirli in via transitoria fino all’udienza di ottobre, gettando le basi per una amministrazione pubblica del servizio idrico che possa essere da modello a livello nazionale, dando anche seguito all’esito del referendum popolare. Arriveranno tempi sicuramente difficili, ma l’impegno che ci assumiamo è quello di ridare ai nostri concittadini la serenità di poter vivere bene nelle proprie case». Latina Oggi 2 luglio 2012

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