domenica 6 gennaio 2013
solo il 20% dell'8 per mille alla chiesa va alla carità
L’8 per mille e i furbetti delle Onlus Il fatto quotidiano 7 gennaio 2013
Ovunque c'è un magnate che attira il nostro
sentimento per la carità: angoli di
stradoni cittadine, scalinate di chiese antiche,
semafori rossi. E ovunque c'è una
trappola in agguato. Sappiamo che i disperati
che chiedono l'elemosina sono sfruttati
da signorotti che sgasano con macchine di
grande cilindrata. Ma chi, attirato dal magnate,
dubita di una Onlus? Onlus è chiarezza,
limpidezza. Il fine è l’utilità sociale,
ovvero qualcosa che confina con il bene. Indefinito,
ma specifico. Il mezzo è la mancanza
di lucro, di rendita, di guadagno. Per
questo il legislatore, che le ha regolamentate
tardi ma con dovizia, ha deciso di premiarle
con un elenco puntuale di benefici: esenzione
totale dalle imposte dirette e indirette,
come l’Iva, per esempio; agevolazioni in caso
di donazioni da parte di persone fisiche o
giuridiche; immunità dall’imposta di bollo;
possibilità di ricevere sconti o abbuoni di
particolari tributi locali. Senza scendere
troppo nello specifico, il ragionamento è
limpido: prosaicamente, care Onlus, lo Stato
non vi strozza con balzelli e affini per consentirvi
di operare al meglio, per invogliarvi
a percorrere la strada della bontà. Non solo:
vi consente di appiccicarvi una pettorina
nella corsa per il 5 per mille, quella quota di
ogni dichiarazione dei redditi che i privati
cittadini hanno facoltà di destinare a chi
loro aggrada.
A Palazzo Chigi, comunque, non sono fessi.
Hanno presto intuito che la buona fede dei
samaritani del terzo millennio, laici o non
laici, non è garanzia sufficiente. Perciò è
stata creata, in parallelo, l’Agenzia per le
Onlus , il cui compito è quello di tenere gli
occhi ben aperti sulle organizzazioni che
censisce con apposita anagrafe. Una sua ultima
relazione annuale, riferita al 2009,
non è avara di dettagli: è un tomo di 130
pagine, pieno di tracce da annusare per
scorgere ingranaggi e derive dell’universo
Onlus. In particolare ci interessa la quinta
parte, quella intitolata “Vigilanza e ispezione”.
Leggiamo: “A fronte di 1.278 richieste
di parere inviate dalle direzioni regionali
dell’Agenzia delle entrate, l’Agenzia per le
nlus ha approvato, con apposito provvedimento,
n. 1.127 pareri”. Decifriamo: le
1.278 richieste sono i dubbi di cattiva condotta.
Nella stragrande maggioranza dei
casi, i sospetti sono fondati. Sui 1.127 casi su
cui sono state svolte indagini, per 55 è stato
ordinato un supplemento di indagine; per
19 appena è stato dato parere negativo alla
rimozione dall’anagrafe unica delle Onlus.
Per ben 1.053 soggetti, è stata invece decisa
la cancellazione ed è stato dunque annullato
il godimento dei benefici di cui sopra.
E poi c'è l'Otto per mille per la Chiesa cattolica
e che, secondo le ultime raccolte, ha
riversato ai Vescovi italiani 1,118 miliardi
di euro. Solo il 20 per cento di questa cifra
enorme viene destinata a “interventi caritatevoli”
e una parte ancora minore (85 milioni)
viene distribuita a chi ha bisogno nel
Terzo Mondo.
Per migliorare la comunicazione, attraverso
una pubblicità con filmati di forte impatto
emotivo, la Cei ha speso oltre 11 milioni
di euro nel 2011. Quei filmati dimostrano
come la Chiesa fa carità, ma non dicono
che 360 milioni di euro servono per
sostenere il clero e 467 milioni per esigenze
di culto e pastorali.
* Dati e alcuni brani tratti da “Io ti fotto”
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento