da manifestiamo.eu
Di Andrea Palladino |
13 gennaio 2013C’è una legge europea sistematicamente violata dal nostro paese. Una norma in vigore dal 2003, mai applicata, che vieta di buttare nelle discariche i rifiuti urbani non trattati, il cosiddetto “tal quale”. Fino al 31 dicembre scorso i governi italiani hanno sempre “coperto” la violazione con decreti di emergenza, derogando ai principi europei di corretta gestione dello smaltimento. Ora il tempo è scaduto e dal primo gennaio buona parte delle discariche italiane dovrebbero chiudere i battenti.
Da quindici giorni è scattato l’allarme rosso. I sindaci si passano la notizia silenziosamente, sperando che nessuno se ne accorga. Ogni giorno aprono con il batticuore la gazzetta ufficiale, sperando di trovare il decreto che autorizzi “in deroga” il conferimento del tal quale anche per il 2013. “Non abbiamo nessuna notizia, neanche una comunicazione da Federambiente”, spiega il gestore di un’importante discarica del centro Italia. Tutti tacciono, mute le organizzazioni di categoria: tutti sanno che da un momento all’altro qualche procura potrebbe accorgersi del vuoto legislativo. E la conseguenza sarebbe drastica: buttare la monnezza non trattata viola la legge del 2003, derivata da una specifica direttiva europea. Non rispettare questa norma vuol dire “gestione illecita di rifiuti”, reato decisamente grave.
Paradossalmente oggi l’unica discarica a norma di legge è l’enorme collina di Malagrotta a Roma, autorizzata a sversare il tal quale per 100 giorni dal prefetto Goffredo Sottile, commissario straordinario per l’emergenza rifiuti. Il decreto è stato pubblicato sulla gazzetta ufficiale della Regione Lazio l’8 gennaio scorso e – dettaglio importante – non richiama nessun atto specifico del ministero per l’ambiente destinato a permettere anche quest’anno la violazione delle norme europee. Era effettivamente difficile per il ministro Clini firmare un provvedimento di questo tipo, visto che l’Italia dal novembre 2011 sta rispondendo per una infrazione gigantesca, proprio su questo punto. Bruxelles sta leggendo ora con attenzione il provvedimento uscito a ridosso della Befana, che dovrebbe evitare l’emergenza a Roma, per capire se l’infrazione sia stata in qualche maniera risolta, o almeno tamponata. La questione, però, non riguarda solo Malagrotta.
E’ lo stesso avvocato Manlio Cerroni a spiegare in un documento della scorsa estate quale sia la situazione. Ha in mano dati riservati e sicuri e disegna un quadro agghiacciante: “Da Genova a Palermo (passando per la Toscana con quattro discariche, Peccioli, Pontedera, Rosignano e Sesto Fiorentino, tratta tutti i suoi rifiuti indifferenziati) vengono ancora smaltiti i rifiuti tal quali in percentuali del 29% al Nord, del 69% al Centro e dell’80% al Sud”. Una catastrofe ambientale senza uguali in Europa, fino ad ora coperta con i decreti di deroga. Ovviamente lo stesso Cerroni non è esente da questo “peccato” mortale, visto che gestisce nel Lazio una parte della discarica di Borgo Montello, dove gli invasi ogni giorno si riempiono di monnezza tal quale, come segnalato anche nell’infrazione europea (vedi galleria fotografica, riferita ai due operatori di Latina, Ind.eco, del gruppo Grossi, e Ecoambiente, posseduta per il 49% dalla holding di Cerroni).
Di certo il governo sembra non avere intenzione per il momento di firmare una nuova deroga (probabilmente per il timore di una pesante sanzione europea). Nell’ultimo Consiglio dei ministri dell’11 gennaio è stato firmato un decreto su diverse emergenze ambientali, ma nel comunicato di Palazzo Chigi non vi è traccia di provvedimenti di deroga per lo sversamento dei rifiuti indifferenziati in discarica. Si parla esclusivamente di una deroga per il conferimento di materiale con alto potere calorifico nelle discariche. Un’altra questione, ben differente.
Questa particolare gestione dei rifiuti è sul tavolo della commissione da un anno e mezzo. Nel giugno del 2011 Bruxelles ha avviato una procedura d’infrazione “per possibile non corretta applicazione della direttiva 1999/31/CE relativa alle discariche di rifiuti (la «direttiva sulle discariche») nella discarica di Malagrotta e in altre discariche del Lazio” (come relazionato dal commissario all’ambiente Janez Potočnik nell’europarlamento). Il decreto Clini punta alla risoluzione della situazione esclusivamente a Malagrotta (“coperta” dall’ordinanza del commissario Sottile), tanto che il riferimento alle “altre discariche nel Lazio” sparisce dal testo del provvedimento firmato dal ministro per l’ambiente (“Vista la procedura d’infrazione 2011/4021 concernente la Conformità della discarica di Malagrotta alla direttiva 1999/31/CE”). Un dettaglio non da poco.
Aldilà della regione Lazio e della procedura d’infrazione rimane il problema per le altre decine di discariche sparse soprattutto nel centrosud, con cifre che si avvicinano al 100% dei rifiuti trattati, secondo quanto scriveva il monopolista romano Manlio Cerroni. Se la legge è ancora legge dal primo gennaio la monnezza tal quale non potrebbe più finire nella tante buche maleodoranti sparse nel nostro territorio. Questa è la vera emergenza che nessuno vuole raccontare. http://www.manifestiamo.eu/2013/01/13/monnezza-connection-discariche-e-scattato-lallarme-rosso/
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