martedì 8 gennaio 2013

Agguati in strada nella Capitale: dopo gli omicidi un nuovo periodo di fuoco?


Secondo il presidente dell’associazione “I Cittadini contro le mafie e la corruzione”, Antonio Turri, preoccupa l’ennesima sparatoria per le vie della Capitale non solo per le modalità di esecuzione dell’atto criminale . Il ferimento di Marco Iacarelli, avvenuto in pieno giorno e a pochi decine di metri dal commissariato di polizia, dimostra come la malavita romana, autoctona o di importazione, abbia in tutto assimilato i metodi mafiosi per regolare i propri conti e come si senta sicura di agire su grandi spazi del territorio urbano che ritiene di controllare. Si è perso a Roma,secondo Turri, troppo tempo nelle inutili analisi redatte da approssimative e costose commissioni istituzionali di esperti che hanno per lo più redatto mappe del crimine datate e lontane dalle nuove emergenze. Le periferie romane urbane ed extraurbane sono da almeno 15-20 anni delle polveriere pronte ad esplodere e più che a nuovi presidi delle forze di polizia (andrebbero potenziati quelli esistenti) servirebbero investimenti capaci di creare lavoro e sviluppo sociale. Purtroppo a Roma,come nella sua provincia da anni sono le mafie e la criminalità a dare “opportunità” di impiego ai giovani nello spaccio di droga e nelle attività delinquenziali. La politica, in particolare quella dei professionisti delle promesse, da opportunità di inserimento solo ai loro  portaborse e sperpera, spesse volte, le risorse pubbliche da destinare a sviluppo e lavoro sui territori. Le mafie e la criminalità in genere a Roma e nella regione Lazio sono ancora in fase di espansione e non serviranno gli imbonitori di turno a far modificare la situazione. associazione Icittadini contro le mafie

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