domenica 13 gennaio 2013
Latina rifiuti i problemi nascosti dai sindaci, emergenza anche senza Roma
Anche sull’inquinamento della discarica dubbi dal 2005 per le analisi dell’A rp a
Rifiuti, i problemi nascosti
Emergenza anche senza i rifiuti di Roma. E tutti i sindaci sapevano
CI sono un paio di elementi
piuttosto importanti che sono
sfuggiti al dibattito di questi
giorni sul futuro che si profila
per la gestione dei rifiuti nel
Lazio e che coinvolge, pesantemente,
anche la provincia
di Latina. Il primo riguarda il
conferimento dell’immondi -
zia cosiddetta tal quale (vale
a dire senza alcun pre trattamento)
nella discarica provinciale
di Montello. Dal
2003 questa «operazione»
non sarebbe possibile ma è
stata consentita fino al 2011
con una deroga dell’Unione
Europea non più accordata
nel 2012. E infatti da aprile
scorso anche la Regione Lazio
si è uniformata negando
ulteriori autorizzazioni al
conferimento dei rifiuti non
pre trattati. Di fatto a partire
dal primo gennaio l’i nva s o
nel quale vengono convogliati
di rifiuti dei Comuni
pontini dovrebbe vietare
l’accesso ai camion perché
altrimenti oltre alla multa comunitaria
si rischia una denuncia
per traffico illecito dei
rifiuti medesimi. Ma, d’altro
canto, se tutte le città pontine
dovessero pre trattare i loro
rifiuti la disponibilità
dell’unico impianto funzionante
(quello di Rida ad
Aprilia) sarebbe già esaurita
e l’emergenza riguarderebbe
Latina prima ancora che Roma.
Sono due argomenti che
non vengono presi in considerazione
dal decreto Clini e
che, per il momento, viste le
implicazioni non stanno neppure
dentro di documenti di
protesta dei sindaci, i quali a
loro volta sanno benissimo di
compiere ogni giorno una palese
violazione della direttiva
comunitaria «vecchia» di
dieci anni. In questo senso
parlare di emergenza staordinaria
non è preciso perché i
problemi tecnici e organizzativi
di questi giorni erano tutti
ampiamente prevedibili. Lo
ricordano in una nota Giorgio
Libralato e Roberto Bonessio
dei Verdi. «La solita e
prevista emergenza rifiuti a
Roma e nel Lazio frutto
dell’incapacità amministrativa
del centrodestra a non risolvere
il problema - dicono
- nell’unico modo possibile,
ossia tramite la raccolta differenziata,
insieme a riduzione,
riuso, riciclo. Ricordiamo
che dal 2005 (otto anni fa)
l’Arpa Lazio certifica l’in -
quinamento diffuso con
coinvolgimento delle falde
acquifere e su questo è in
corso un processo con i cittadini
costituiti parte civile tramite
i Verdi ecologisti. Anche
senza i rifiuti di Roma la
provincia di Latina era già in
emergenza. La differenziata
a livello provinciale è fallita
con una misera media attestata
al 24% e il rischio concreto
di sanzioni dell’Unione
Europea. Il vero obiettivo, a
parte i ricorsi giudiziari contro
il decreto che pure sono
condivisibili, resta il potenziamento
della raccolta differenziata
». Arrivano le multe della comunità europea e del ministero dell'ambiente Tutti i Comuni pontini, tranne
il capoluogo, sono a rischio
multa perché conferiscono i rifiuti in
discarica senza pre trattare. L’ultima
deroga è scaduta un anno fa e mai più
rinnovata. Futuro il trasporto all'estero? Se una parte dei rifiuti di
Roma verrà trattata negli
impianti di Latina non ci sarà più
disponibilità per quelli della provincia
che dovranno a loro volta portarli
altrove. Passato la carenza degli impianti Sulla necessità di migliorare
l’impiantistica si è sviluppato
negli anni un dibattito che ha trovato
tutti divisi. La Provincia voleva un
termovalorizzatore, la Regione no. Va
avanti così da 10 anni.
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