martedì 1 gennaio 2013

Auguri per un sereno 2013 nella pace

"Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese." eccovi una riflessione da condividere LA PACE IN UN NUMERO: RISCRIVERE L’AGENDA DELLA POLITICA riflessioni di Roberto LESSIO dicembre 2012 Esiste un numero che può segnare il raggiungimento del più grande traguardo universale del genere umano, cioè la Pace sulla nostra martoriata Madre Terra? Un valore calcolabile, programmabile, condivisibile e raggiungibile affinché ogni bambino/a che nasca in tutto il mondo non sia più costretta/o a morire di fame; a subire violenze di ogni tipo; a dover elemosinare il diritto alla vita perché ha semplicemente sete; a soggiacere ad ogni desiderio, anche il più turpe(magari nelle sembianze della nipote di un dittatore egiziano), al potente di turno; ad essere “macellato/a” nell’ennesima futile guerra? Sì, esiste. E’ quantificabile in 8 milioni di miliardi. E’ il numero di calorie che il genere umano, nel suo complesso, dovrebbe avere per nutrire (persino in eccesso – 2.200 calorie pro capite), ogni anno, circa 10 miliardi di persone, iniziando dai bambini. Vuol dire che calcolando il 30% in più della popolazione attualmente esistente sul pianeta da qui al 2050, come riportano le tendenze statistiche, ogni individuo potrebbe alimentarsi con una adeguata dieta diversificata (cereali, frutta, verdura, olii, zuccheri, ecc.) ingerendo circa 1,5 kg di cibo al giorno. Una dieta decisamente “ingrassante”, quindi, senza un adeguato dispendio. Dispendio invece auspicabile per fini non solo salutistici, ma soprattutto di prevenzione sanitaria. Il problema per tutti noi, ad iniziare dal nostro agire politico e sociale quotidiano, è che questo numero esiste già da diversi decenni. Anzi, negli ultimi anni si è persino raddoppiato. Dai dati della FAO (anno 2009) sulla produzione mondiale di cibo, incrociandoli con i dati ONU sui consumi idrici, risulta che ogni essere umano esistente sulla faccia della Madre Terra, potenzialmente avrebbe già a disposizione circa 3 kg di cibo e 30-40 litri di acqua dolce al giorno. Ma mentre 1/3 della popolazione sopravvive (sarebbe meglio dire “resta appesa alla vita”), con il reddito di un dollaro al giorno, i nostri “animali da compagnia” (gatti, cani, conigli, criceti usati come surrogati di una solidarietà umana ormai in via di estinzione) e le nostre mucche (per produrre una proteina animale ne occorrono circa 6-7 di origine vegetale), dispongono rispettivamente di un reddito di 4 e 2 dollari a capo. Per non parlare delle “nostre” discariche (che in realtà sono in mano a privati in combutta con la criminalità organizzata), le quali, solo attraverso gli scarti alimentari che produciamo, senza considerare gli altri rifiuti, dispongono di un reddito di circa 200 euro a tonnellata. Reddito prodotto da quegli stessi esseri umani, soprattutto bambini, che hanno fame e sete, che subiscono violenze di ogni tipo, che vengono usati sistematicamente come “carne da macello”. Al netto di questa cifra (lordo meno tara), cioè togliendo di mezzo pesticidi, concimi sintetici, ogm e brevetti vari sulla natura, ogni essere umano avrebbe comunque a disposizione circa 2 kg di cibo al giorno. Andrebbero tolte di mezzo per la verità anche le terze, quarte e quinte case che solo qualcuno attualmente può permettersi (per le seconde case lasciamo un piccolo margine di tolleranza, ma solo per quelle). Per non parlare di chi si vanta di avere 20 ville sparse per il mondo (soprattutto nei paradisi fiscali); considerando che in ogni anno ci sono “appena” 52 settimane ed augurando loro di vivere almeno fino a 100 anni, vuol dire che in ognuna di queste ville,fin da neonati, calcolando i rispettivi dispendiosissimi tempi di spostamento, costoro in ognuna di queste ville ci abiteranno meno di tre anni in tutta la loro vita, spendendo oltre 30 mila euro al giorno; il costo medio annuo di un posto di lavoro. Nel conto andrebbero inserite anche le cifre sulle centrali nucleari da smantellare e i termoinceneritori da tenere in piedi (tipo quelli dell’ILVA di Taranto finanziati con le nostre bollette contenenti i CIP 6 e i cosiddetti certificati verdi), su quanta energia fossile viene consumata per spostare una persona (del peso di circa 70-80 kg) per compiere il tragitto medio (2,5 km) casa-lavoro, su quanto ci stanno facendo pagare i debiti di guerra (la specifica voce “guerra d’Abissinia” dell’accisa sulla benzina la stiamo ancora pagando per questo motivo) o gli ennesimi cacciabombardieri da impiegare in “missioni di pace”. Ma la vera buona notizia, per questo ho voluto scrivere queste riflessioni, è che la terra coltivabile per produrre ogni anno gli 8 milioni di miliardi di calorie per nutrire ogni essere umano, per dargli la possibilità di scaldarsi, refrigerarsi, spostarsi e riposarsi c’è già. Anzi basta e avanza per installarci tutti i pannelli solari e tutte le fonti rinnovabili che vogliamo (anche quelle più discutibili, tipo i bio-carburanti), senza alcun bisogno di distruggere altre foreste e consumare altro suolo. E allora, vi chiederete, perché non c’è questo numero al centro del dibattito politico nel nostro come negli altri paesi? Come mai dobbiamo continuare a preoccuparci del comportamento dei “mercati”, invece che della sovranità popolare, tipo quella dettata con il voto referendario (l’unico strumento legislativo, anche se solo abrogativo, direttamente in mano ai cittadini)garantito dalla nostra Costituzione? Non dovrebbe essere questo numero a selezionare la futura classe dirigente di questo e degli altri paesi? Perché nessun politico, aldilà delle frasi fatte, ci spiega come si può raggiungere questo traguardo globale, già esistente come dimostrato, che si chiama Pace? Già! Come mai? Roberto Lessio dicembre 2012

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