domenica 6 gennaio 2013

Rifiuti tossici, da Vicenza all’Aspromonte


Da Nord a Sud i rifiuti tossici e radioattivi vengono smaltiti in modo illegale. Da Vicenza come a Bergamo, come sull’Aspromonte, collusione politica e organizzazioni criminali mafiose fanno scomparire centinaia di tonnellate di scorie in ogni modo distruggendo l’ambiente e la salute, provocando danni immensi all’economia.

LE AUTOSTRADE TOMBA - Che ci fossero strani movimenti intorno ai cantieri stradali e autostradali, per chiedere il pizzo, per gli appalti pilotati o per il cemento “insabbiato”, si è sempre saputo e, in alcuni casi, provato. Si è sempre percepito anche che una grande colata di cemento è un’occasione perfetta per nascondere qualcosa (o qualcuno) che non debba mai più essere ritrovato: una tumulazione in pieno stile Egizio. Di certo, un pensiero del genere non sarà sfuggito a chi della criminalità organizzata ha fatto il suo “lavoro”. Ma quest’ultima ipotesi, era sempre rimasta un’idea senza che si riuscisse a provare. Recentemente, due casi sono saliti nuovamente agli onori della cronaca.

LA SORPRESA VICENTINA - A sud di Vicenza, c’è un cantiere aperto per il completamento dell’autostrada Valdastico, un lungo serpentone di carreggiate che si snoda nella valle da cui prende il nome. Si dice che quando tira vento si può sentire l’odore del metallo fuso di fonderia che ammorba l’aria. Come mai? Perchè il tanfo è sprigionato dai resti delle scorie disseminate lungo le stradine nei campi di granoturco, accanto all’autostrada stessa. Ma le ruspe hanno spianato questi scarti di lavorazione industriale in mezzo alle coltivazioni ed il cromo contenuto si è riversato nei canali di irrigazione del granoturco. Non soltanto da Crotone, Napoli e Treviso, ma la maggior di queste scorie proviene da una grossa acciaieria alle porte di Vicenza, la Beltrame spa, una delle più grandi d’Italia. Questi sono i luoghi di partenza dei camion carichi di scorie.

Ebbene, si è scoperto che tali scarti industriali contengono dosi di metallo pesante elevatissime, che si sono disperse nei terreni intorno all’autostrada e nella falda acquifera, entrando nella catena alimentare: ora sono sepolte a centinaia di tonnellate sotto un metro di strada per quasi 50 km (la lunghezza della Valdatico Sud). I danni per l’ambiente, per la salute dei cittadini e degli animali e per l’economia saranno spaventosi. Prodotti agricoli, acqua, terra ed aria sono contaminati irreversibilmente.

Le testimonianze dei cittadini della Valle sono eloquenti: «Di notte arrivano anche trenta camion e scaricano ondate di materiale». Mezzi delle imprese del Gruppo Locatelli e della Serenissima Costruzione, responsabili della gestione e della costruzione dell’autostrada. La Serenissima fa capo alla società con capitali pubblici, presieduta dal leghista Attilio Schneck, che possiede anche la concessione della Brescia-Padova. Il gruppo Locatelli, invece, è al centro dell’inchiesta per corruzione che ha fatto finire in cella Franco Cristiani Nicoli, vicepresidente della Regione Lombardia, accusato per una tangente versata dall’amministratore delegato Pierluca Locatelli.

Sempre quest’anno, la magistratura ha messo sotto sequestro altri due cantieri per la costruzione del raccordo anulare della Bre.Be.Mi. a Cassano d’Adda (Milano) e Fara Olivana con Sola (Bergamo), perché sotto le carreggiate sarebbero stati accumulati scarti di fonderia. E anche in questo caso viene ipotizzato un ruolo del gruppo Locatelli.

REGGIO CALABRIA E ‘NDRANGHETA - Nelle ultime settimane anche in Calabria qualcosa sta venendo alla luce del sole. «Ne hanno atterrati di questi cosi tossici qui nella montagna, che glieli hanno portati i “pianoti”, che lì a Gioia Tauro dice che stanno scoppiando, che Dio ce ne liberi». A parlare sono il capo “Corona” Vincenzo Melia e il suo consigliere Nicola Romano, intercettati dalla Distrettuale antimafia di Reggio Calabria che discutono di ciò che tutti temono: l’affare dei rifiuti tossici in Aspromonte. Ne hanno parlato informatori delle forze dell’ordine e pentiti per anni, indicando anche dei luoghi dove andare a cercare in Aspromonte sin dagli anni ’70, in particolare nelle zone montuose, come Antonimina o Ciminà, anche in assenza di cantieri e impianti di vario tipo. Ma finora quasi sempre è stato fatto un buco nell’acqua.

Tuttavia, la DIA di Reggio Calabria non si è mai arresa ed ha ancora un fascicolo aperto contro ignoti dal 2008 per cercare di dare risposte concrete alle leggende sulle scorie radioattive al di sotto la terra calabrese. Leggende che si rincorrono fin dagli anni ’70 e che, dalle ultime intercettazioni, sembrerebbero essere veritiere. Romano: «E che li hanno portati pure là sopra a Platì, nel “Piano Catanzaro” che l’acqua lì non la prende più nessuno».

Melia: «E che dobbiamo fare». Romano: «Che chi li ha autorizzati queste cose… che a Gioia Tauro dicono che a ogni albero di ulivo c’è un bidone… mannaggia».

Stefano Vito Riccardi

Fonte: http://dailystorm.it/2013/01/04/rifiuti-tossici-e-radioattivi-da-vicenza-allaspromonte/

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