mercoledì 3 ottobre 2012
sprechi e scandali pd: Silvia Bartolini la catwoman emiliana
890mila euro rimborsati alla catwoman emiliana SPRECHI SALATI
Soldi pubblici ricevuti
in tre anni tra gettoni
di presenza, indennità e
pagamento delle spese di
viaggio anche a persone
estranee alla Regione Il Fatto quotidiano 4 ottobre 2012 di Emiliano Liuzzi
e Ferruccio Sansa
da Bologna
La sua chioma rossa fece il giro
del mondo, come il suo filo di
perle preso a sberle da Giorgio Guazzaloca,
l’uomo che passò dal bancone
della macelleria alla stanza del potere,
quella di sindaco di Bologna.
Era il 1999 e Silvia Bartolini, ex-Pci,
ex Pds, e Ds e infine oggi iscritta al
Pd, segnò col suo nome la prima
grande sconfitta del centrosinistra in
quella che era la sua grande roccaforte.
Mise nelle mani del centrodestra
la città che avevano governato
nomi come Giuseppe Dozza e Renato
Zangheri, il cuore provinciale
del Partito comunista italiano.
Guazzaloca poi è finito imbrigliato in
indagini per corruzione, Bartolini,
dopo essersi trovata con le guance
dolenti per i ceffoni, tornò sulla scena
politica. In ombra, ma con un
ruolo di tutto rispetto, stipendiata
con 45 mila euro all’anno più 32 mila
di rimborso spese: presidente della
Consulta degli emiliano romagnoli
all’estero. Una macchina che costa
alle casse della Regione Emilia Romagna
qualcosa come un milione di
euro all’anno, quasi tutti consumati
in viaggi, cene, alberghi. 53 persone
che si riuniscono due volte l’anno.
Un organo che esiste solo in Emilia
Romagna, nato più per mantenere il
voto degli italiani all'estero che non
per promuovere e importare cultura.
La Consulta ha il compito di favorire
attività e progetti che contribuiscano
a tenere in vita la cultura locale tra le
comunità di emiliano romagnoli residenti
all’estero. Per questo, tra le
diverse voci di spesa, compaiono master,
borse di studio, scambi culturali,
eventi e manifestazioni in Italia e
all’estero. Finora, però, a pesare di
più sul bilancio è stato il funzionamento
stesso della Consulta. Tra gettoni
di presenza, indennità ai componenti,
e pagamento delle spese di
viaggio a persone estranee alla Regione,
solo nel 2007 sono stati spesi
oltre 320 mila euro. E 280 mila nei
due anni successivi. In tutto più di
890 mila euro dei 3 milioni tirati fuori
complessivamente dalla Regione
in tre anni.
Nel 2008 il budget di 8.500 euro messo
a disposizione per pranzi e cene è
stato utilizzato fino all’ultimo centesimo.
E nella lista dei rimborsi ci
sono anche fatture da capogiro:
1.049 euro lasciati al ristorante dell’Hotel
Giovanni di Londra, 900 al
De Luigi di Roma, e altri 602 all’Hilton
Perth Globe Restaurant, negli
Stati Uniti.
Per il 2011, la cifra stanziata per le
trasferte ammonta a 400 mila euro e
a 286 mila euro quella per i gettoni e
le indennità. Scorrendo le singole
spese spiccano i 30 mila euro spesi
per il soggiorno in Italia di un gruppo
di discendenti da emigrati in Europa
e i 50 mila euro utilizzati per organizzare
dei corsi di lingua e cultura
italiana in America Latina. Sono anni
che l’Italia dei Valori, la Lega nord e
il Movimento 5 stelle provano a
smontare il trono di cartapesta sul
quale è seduta Bartolini. Ma del tutto
inutilmente. Neanche in tempi di
crisi.
La Consulta resta attiva, attivissima,
nel promuovere una presunta cultura
nel mondo. Al massimo è stata
limata la spesa, ma la giunta di Vasco
Errani di mettere in discussione la
Consulta non ne
vuole sapere. La
stessa Bartolini si è
più volte espressa a
favore del suo posto
di lavoro: “Continuare
a polemizzare
non serve: la Consulta
mantiene contatti
con le 107 associazioni
di emiliano
romagnoli nel
mondo, è offensivo
nei confronti delle
nostre comunità all’estero
e delle attività
che svolgono su base volontaria.
È opportuno per dovere di
ospitalità, ringraziare, anche
solo con un pranzo,
persone che vengono dall’estero
o da fuori Bologna
per tenere relazioni alle
nostre conferenze senza
avere in cambio alcun
compenso, o consultori e
presidenti che all’estero ci
aiutano a loro spese durante
le nostre visite”. E
ancora: “Io non vado all’estero
senza sapere perché”,
ha detto al Corriere di
Bologna. “Io so cosa vado a fare. E ho
tutti gli scontrini che lo dimostrano”.
Chiamarli scontrini è riduttivo: nel
2009, in Argentina, il viaggio della
Consulta costò
29.672 euro. Qualche
migliaio di euro
in meno una missione
in Canada e
un’altra in Svizzera.
Trentamila euro, invece,
sono partiti
per ospitare a Riccione
i discendenti
di emigrati emiliani
in Europa. Quest’anno
Bartolini è
tornata in Sudamerica:
Buenos Aires,
Mar de La Plata, La
Plata, Villa Gesell.
Tutto documentato, spiega la presidente.
Gli scontrini ci sono. “Il problema”,
dice Giovanni Favia del Movimento
5 stelle, “non sono le ricevute,
ma l’utilità di missioni che costano
un occhio della testa. Giusto
mantenere un legame con gli emigrati,
ma qui siamo in presenza di un
carrozzone di privilegi”.
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