lunedì 29 ottobre 2012

provincia Latina 38 milioni per opere non prioritarie

I VERDI ECOLOGISTI PONTINI TORNANO SUL CASO DELL’EX LANIFICIO
Sud, come Rossi
«Una montagna di denaro spesa inutilmente» Già investiti 25 milioni e adesso un progetto per altri 38 milioni
Non c’è un euro per le opere urgenti, ma la Provincia non si ferma «MANCANO i soldi per la realizzazione
di rotatorie, per la
messa in sicurezza delle strade,
per le opere pubbliche urgenti, il
trasporto pubblico è a livelli indecenti,
le scuole non sono in
sicurezza, non è stata effettuata
la valutazione sismica di scuole,
ospedali e impianti strategici,
non si provvede alla corretta gestione
dell'acqua potabile, mancano
impianti di depurazione e
intanto la casta stretta parente
dei Fiorito (che ha tirato in ballo
anche alcuni esponenti della
provincia di Latina) continua a
sprecare denaro pubblico»
E’ l’incipit, durissimo, di una
nota a firma del coordinamento
provinciale dei Verdi ecologisti
pontini che torna sul tema della
ex Rossi sud, l’impianto industriale
dismesso per il cui ripristino
l’amministrazione provinciale
di Latina ha già speso una
montagna di denaro senza avere
un obiettivo preciso e definito
sulla destinazione futura del sito.
«Nonostante l’alto rischio di
accorpamento a Frosinone, la
Provincia di Latina ha intenzione
di costruire ugualmente un
megacomplesso in un’area di
184mila metri quadrati che ospiterà
i nuovi uffici, una struttura
per i servizi generali, ma anche
un Palaeventi da 3.500 posti. Un
pozzo senza fondo - sottolineano
i Verdi ecologisti - che in 14
anni ha inghiottito 25 milioni di
euro di soldi pubblici senza essere
mai utilizzato. E nel quale una
Provincia che difficilmente vedrà
il 2014 vuole gettare un’altra
valanga di denaro: 38 milioni
che serviranno alla costruzione
di un megacomplesso che ospiterà
la nuova sede dell’ente».
Ex opificio, la Rossi Sud venne
comprata all’asta dalla Provincia
nel 1985 per 5,1 miliardi di
lire. La prima ristrutturazione
avviene nel 1997 sotto la presidenza
Martella (Udc) per un totale
di 10,8 miliardi – si legge
nella relazione generale della
Provincia – di cui 8,16 miliardi
contributo Cee – Obiettivo 2,
ovvero accordati dall’Eu r o p a
esclusivamente per creare lavoro
in aree a crisi industriale e occupazionale.
L’obiettivo: farne la
seconda più importane fiera
espositiva del Lazio, dopo Roma.
Però la crisi resta e l’occupa -
zione non si vede. Nel 2001
dallo Stato piovono altri 7,2 miliardi.
Con il 2004 inizia l’era
Cusani (Pdl), i primi soldi arrivano
subito, nel 2005: 8,3 milioni,
stanziati per il completamento
del restauro dell’immobile e finanziati
dalla Legge regionale
21/1995 “Interventi straordinari
per la ripresa economica e lo
sviluppo dell’occupazione nella
provincia di Latina”. Sempre nel
2005 la giunta Cusani ottiene
altri 1,6 milioni, di cui 800 mila
dal ministero del Lavoro per la
realizzazione dell’Incubatore di
impresa e 800 mila dal Ministero
dell’Ambiente per l’annessa
area espositiva. E poi una pioggerellina
di altre centinaia di migliaia
di euro in interventi di
conservazione di un polo fieristico
mai nato che in 27 anni ha
ospitato soltanto un paio di fiere.
Nonostante le innumerevoli idee
partorite negli anni dagli amministratori:
polo congressuale,
Gran Teatro, parco tecnologico,
centro di ricerca di base applicata
al campo agricolo, centro di
arte orafa, sede della camera di
Commercio. A gennaio 2008
spunta l’uovo di Colombo: ne
faremo una nuova Cinecittà, si
esulta a via Costa. Per ora in uno
dei locali ha sede la Latina Film
Commission, fondazione fantasma
creata della stessa Provincia
che ha un solo dipendente.
Amarissima la conclusione dei
Verdi ecologisti: «Malgrado tutti
i soldi spesi finora, intorno alla
Rossi sud ci sono ancora 184
mila metri quadrati di deserto». http://www.dagolab.eu/public/LatinaOggi/Archivio/58a282b39fc4db0bedc3/pag02latina.pdf

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