mercoledì 3 ottobre 2012
Ilva esplode un serbatoio serbatoio sequestrato
Ilva, esplode
serbatoio sequestrato
Un operaio ferito
L’ALLARME DELLA ASL DI TARANTO: QUEST’A N NO
SONO RADDOPPIATI I RICOVERI PER TUMORE SOLO BRICIOLE
Approvato il decreto
per il risanamento
ambientale: previsti
336 milioni. Per Porto
Marghera furono
stanziati 5 miliardi Il fatto quotidiano 4 ottobre 2012 di Francesco Casula
da Taranto
Ancora un incidente
nello stabilimento
Ilva di Taranto.
Il secondo
in meno di un mese all’i nterno
dei reparti posti sotto
sequestro dal giudice per le
indagini preliminari Patrizia
Todisco lo scorso 26 luglio.
Giuseppe Raho, operaio del
reparto Gestione rottami ferrosi,
è stato colpito da alcune
scorie incandescenti mentre
manovrava un escavatore.
L’uomo stava ripulendo
un’attrezzatura quando i residui
delle lavorazioni hanno
sfondato il vetro di protezione
e causato, fortunatamente,
ustioni lievi guaribili in otto
giorni.
UN EVENTO, dopo quello
dello scorso 16 settembre, che
ha riacceso i riflettori sulle
condizioni di sicurezza dei lavoratori
all’interno della fabbrica
che, dati alla mano, in
questi anni sono drasticamente
diminuiti.
Non si spegne invece la polemica
sugli effetti delle emissioni
nocive dello stabilimento
Ilva sulla popolazione di
Taranto. Secondo l’Asl ionica,
nei primi sei mesi del 2012
a Taranto il numero di ricoveri
in stutture ospedaliere
per patologie tumorali è aumentato
del 50 per cento rispetto
allo scorso anno. Un
dato che conferma le conclusioni
degli epidemiologi nominati
dal gip Todisco che
nella loro relazione hanno
scritto che le emissioni della
fabbrica diffondo malattie e
morte. Una perizia che recentemente
ha ottenuto anche il
riconoscimento della comunità
internazionale e che contiene
anche i dati dello studio
“Sentieri”, gli stessi numeri
che il ministro della Salute,
Renato Balduzzi, invece vorrebbe
rendere noti solo nelle
prossime settimane. A Taranto,
quindi, i ricoveri per tumori
aumentano, ma non solo
quelli. Crescono del 60 per
cento i day hospital e del 40
gli accessi ambulatoriali. «A
Taranto – ha spiegato Rossella
Moscogiuri, responsabile
del controllo della spesa farmaceutica
dell'Asl tarantina -
registriamo un'alta percentuale
di patologie respiratorie,
così come una più alta
spesa farmaceutica (un milione
quest’anni) rispetto alla
media nazionale. Abbiamo
avviato uno studio comparativo
con altre Asl del Veneto,
della Toscana e dell'Abruzzo,
da cui avremo un quadro più
completo».
I PRIMI DATI raccontano che
a Taranto il 3,3 per cento della
popolazione soffre di broncopneumopatia
cronica
ostruttiva, una grave malattia
respiratoria, contro l'1,8 per
cento di Verona e il 2,3 riscontrato
a Teramo, tanto per
fare un esempio. «L'incidenza
dei tumori – ha commentato
Filippo Anelli, segretario
Fimmg Puglia e presidente
dell'Ordine dei medici di Bari
– a Taranto è sotto gli occhi di
tutti. Ci sono numerosi studi
a riguardo che confermano il
fenomeno. È certo che alcune
patologie oncologiche sono
legate all'inquinamento ambientale.
I ministri – ha aggiunto
Anelli – possono dire
quello che vogliono. Le polveri
sottili e le emissioni di
diossina sono fattori che producono
l'aumento dei tumori.
La scienza ci insegna questo.
Le polemiche politiche
non ci riguardano, ai medici interessa l'aspetto clinico».
Dati che suscitano paura nonostante
le rassicurazioni di
Bruno Ferrante, il presidente
del cda Ilva, che nei giorni
scorsi ha affermato che «a Taranto
non c’è alcuna emergenza
sanitaria».
A Roma intanto il Senato ha
approvato il decreto legge
sull'Ilva. Con 247 voti favoreli
e 20 contrari provenienti dai
parlamentari leghisti il decreto
è stato convertito in legge.
Il provvedimento che contiene
le disposizioni urgenti per
il risanamento ambientale a
Taranto prevede l’impiego di
336 milioni di euro per bonificare
le zone circostanti la
grande industria. Briciole rispetto
a quanto servirebbe
per ripulire l’ambiente. Basta
pensare che per Porto Marghera
ne furono stanziati ben
5 miliardi. Presto il governo
dovrà nominare il commissario
straordinario e da Pd e Pdl
si è levato un coro unanime
affichè la scelta non ricada sul
governatore di Puglia Nichi
Vendola.
TERMINATE invece le proteste
clamorose all’interno della
fabrrica: dopo un incontro
con il prefetto di Taranto,
Claudio Sammartino, gli operai
che si erano barricati sul
camino E312 e sull’Altoforno
5 hanno deciso di tornare alla
normalità. Sul fronte delle indagini,
intanto, il lavoro dei
magistrati guidati da Franco
Sebastio potrebbe presto
giungere a nuovi e clamorosi
risultati. L’inchiesta «ambiente
venduto» è infatti a un
passo dalla sua conclusione: i
nomi di politici e di professionisti
legati al sistema Archinà
potrebbero presto diventare
di dominio pubblico.
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