mercoledì 24 ottobre 2012

arsenico acqua pubblica Provincia di Latina convoca vertice con Asl e gestore

Arsenico nell'acqua, la Provincia di Latina
convoca un vertice con Asl e gestore


Un impianto per la gestione dell'acqua
di Marco Cusumano
LATINA - Dopo la diffusione dei dati choc sugli effetti dell’arsenico nell’acqua, secondo i quali a Latina c’è stato un aumento di mortalità per tumori pari al 12%, la Provincia si muove per fare il punto della situazione.
Il presidente della commissione Ambiente, Enrico Della Pietà, ha convocato Asl, Arpa, Acqualatina e Ordine dei medici. La seduta si terrà martedì mattina e servirà a raccogliere informazioni sulla qualità dell’acqua potabile. Un chiarimento necessario dopo la presentazione di uno studio che è rimasto stranamente nei cassetti della Regione, nonostante fosse pronto da aprile scorso.

«Dal 1990 al 2009 - si legge nel documento presentato la scorsa settimana a Viterbo - la contaminazione superiore ai 20 microgrammi/litro ha causato plausibili effetti sulla salute nelle popolazioni residenti. Con un eccesso di mortalità per tutte le cause, soprattutto tumori del polmone e della vescica negli uomini». I dati sono relativi alla prima valutazione epidemiologica degli effetti sulla salute in relazione alla contaminazione da arsenico nelle acque potabili, realizzata dal Dipartimento di epidemiologia del Servizio sanitario della Regione Lazio.
A rendere noti i risultati dello studio ci ha pensato l’Ordine provinciale dei medici di Viterbo, con il vicepresidente Luciano Sordini e Antonella Litta dell’associazione «Medici per l’ambiente».

Lo studio ha registrato gli effetti nel tempo dell’arsenico sulla salute delle popolazioni residenti in 91 comuni della Regione, sottoposti negli ultimi dieci anni a regime di deroga per i livelli di arsenico nelle acque destinate a consumo umano.

«Nella provincia di Latina – si legge nell’indagine – si osserva un eccesso significativo della mortalità per tutti i tumori (+12%). Per quanto riguarda la singole cause tumorali c’è un eccesso per il tumore del polmone e per quello della vescica negli uomini». «La ricerca – ha spiegato Antonella Litta – risale ad aprile 2012 ma non è mai uscita, mette finalmente nero su bianco quello che denunciamo da anni che l’arsenico è legato ad un aumento delle morti e della malattie correlate».

L’arsenico è da decenni considerato un cancerogeno di classe 1 dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro. Eppure è presente nelle acque potabili in Italia, da oltre dieci anni.

Ora la Provincia chiederà chiarimenti e, forse, si potranno muovere dei passi verso l’installazione di nuovi dearsenizzatori, unica soluzione per rendere l’acqua sicura.
Mercoledì 24 Ottobre 2012 - 16:42
Ultimo aggiornamento: 19:08

Nessun commento:

Posta un commento