venerdì 26 aprile 2013

Latina Rivoluzione nel Pd, segreterie «rottamate»

Dopo l’assemblea autoconvocata una sola parola: cambiamento Il renziano Valente: indispensabile un segnale concreto di rinnovamento UN nuovo Pd. E non solo a parole. Quel che si punta a far nascere, dopo l’assem - blea autoconvocata di mercoledì, è un partito che prenda finalmente atto degli errori del passato e che sia in grado di scrivere pagine nuove nel futuro del capoluogo e della provincia pontina. La medesima necessità, insomma, vissuta a livello nazionale, dove i maggiorenti del Partito democratico si stanno stringendo attorno al sindaco di Firenze Matteo Renzi, l’unico considerato oggi in grado di tenere unito il partito ma soprattutto di rilanciarlo sul piano politico, facendolo risorgere dal pantano in cui è finito. E in provincia pontina, non c’è dubbio, sono proprio i «renziani» quelli più soddisfatti di quanto sta avvenendo, della metamorfosi di ampie aree del partito pontino fino a ieri sonnecchianti e risvegliatesi solo dopo l’ennesimo schiaffo subito, tra politiche regionali e primarie. Alla vigilia delle amministrative, dunque, il pd cerca un rilancio e questo passerà necessariamente da un segnale di cambiamento e rinnovamento concreto, che gli elettori possano, come dire, «toccare con mano». Il leader del gruppo renziano di Latina, Paolo Valente, non ha dubbi su quale sia la strada da intraprendere. «Abbiamo chiesto molto più delle dimissioni dei segretari comunale e provinciale, abbiamo chiesto di superare le vecchie segreterie, espressioni di un Pd che non esiste più - spiega Valente - E’ quello che chiederemo anche nelle due assemblee, comunale e provinciale, che si riuniranno in questi giorni. Proporremo due “reggen - ze” nuove, giovani, e soprattutto che credibilmente esprimano al meglio questa volontà di cambiamento e rinnovamento. Due coordinamenti nuovi che ricreino le condizioni per avere due segreterie e due nuovi segretari, ad esempio che preparino un nuova dimensione congressuale “aperta” per la scelta della nuova dirigenza, dove la partecipazione sia ampia e consentita a tutti i democratici e non solo organizzata attraverso il sistema delle tessere. Noi non abbiamo gestito questo partito sino ad ora e forse siamo stati gli unici a criticarne le scelte, sia a livello nazionale sia in quello locale. Noi non parteciperemo a battaglie interne, come non ci interessa intentare nessuna scalata al Pd. Per tutto questo siamo disponibili a “metterci la faccia” solo ed esclusivamente a condizione di ripartire da un nuovo Partito democratico, capace di avere una proposta alternativa alla destra credibile nelle persone e nelle idee». T. O. http://latina-oggi.it/public/newspaper/read/hash/17b836bf7303b2ee0903334277182d81

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