martedì 30 aprile 2013

Ignazio Marino candidato sindaco a Roma base scontenta la gente piange per la crisi

Candidato Pd a Roma “Base scontenta, ma la gente piange per la crisi” PRIORITÀ PUBBLICHE Tra elettori e iscritti c’è forte disagio Questa però è un’elezione amministrativa: mi chiedono il lavoro o i pali della lucedi Luca De Carolis Il fatto quotidiano 1 maggio 2013
Vedo grande disagio tra elettori e iscritti al Pd, ma i problemi
principali della gente sono altri: in giro per Roma
incontro gente che piange dalla disperazione”. Ignazio Marino,
candidato sindaco nella capitale per il centrosinistra, senatore
Pd dimissionario (“La lettera di dimissioni l’ho mandata, il Senato
deve approvarla”), dice di non temere contraccolpi dal
caos nel suo partito: “I cittadini mi chiedono soluzioni, e io
cerco di darle, studiando come un secchione e ascoltando tutti.
Questo è il mio compito, al di là della politica nazionale”.
Marino, che clima respira tra la gente del Pd? Deve giustificare il
partito per l’alleanza con Berlusconi?
Il disagio tra elettori e iscritti è forte. Non comprendono le
strategie politiche degli ultimi
tempi. Ma in generale
emerge una grande stanchezza
verso tutte le ideologie.
Mi parlano e mi chiedono
poco di massimi sistemi,
e tantissimo dei problemi dei
loro quartieri o di quelli personali.
Lei è in campagna elettorale
da alcune settimane: dopo il
flop su Prodi e il governissimo
non si è fatta più difficile?
No: credo pesi il fatto che
questa è una elezione amministrativa.
Il vero tema sono
gli effetti della crisi economica.
L’altro giorno una signora
è venuta da me a un appuntamento
elettorale con le analisi
della tiroide, perché sono un medico, e lei non ha i 300 euro
per lo specialista. Incontro persone in lacrime, perché non ce le
fanno ad arrivare a fine mese o non trovano lavoro.
Non teme davvero di pagare la crisi del Pd? Sul web è rivolta,
anche dagli utenti romani...
Non ho timori: piuttosto, mi capita di trovarmi in imbarazzo di
fronte a certe domande specifiche della gente. Quando ti chiedono
quanto tempo ci vorrà a mettere i pali della luce in un
quartiere lasciato a se stesso, è davvero difficile.
Il governo Letta potrà aiutare Roma? A proposito: lei avrebbe
votato la fiducia?
Mi limito a fare imigliori auguri di buon lavoro al governo e a
Enrico Letta. Spero di interagire con lui da sindaco di Roma.
Sinceramente: in un momento come questo, l’essere un uomo
con una storia politica relativamente breve la può favorire?
Le rispondo con i dati: sono stato parlamentare per due anni
come indipendente (dal 2006, per i Ds, ndr), poi sono stato
rieletto con il Pd. La tessera l’ho presa solo nel 2009, poco prima
di correre alle primarie nazionali.
Quindi, questo percorso la avvantaggia...
Dico che questa è la mia storia, di un medico che fa parte del
Pd.
Nel partito romano sono volati stracci: il segretario è stato dichiarato
decaduto, tra le polemiche. Non teme di finire in una
guerra tra correnti?
No, perché a contare sono i voti di 2 milioni e 700mila cittadini,
e non le logiche di qualche capo corrente, se esistono.
Quando ha sentito l’ultima volta Bersani?
Abbiamo parlato al telefono nel giorno dell’elezione di Napolitano.
Gli ho chiesto consigli, perché lui ha amministrato
l’Emilia Romagna

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