venerdì 26 aprile 2013

L’amianto che uccide ancora

Di | 26 aprile 2013 http://www.manifestiamo.eu/2013/04/26/lamianto-che-uccide-ancora/

Balangé” in piemontese, Balangero in italiano è un paese in provincia di Torino posto all’imbocco della Val di Lanzo che per circa 80 anni, nel suo territorio, è stata sede di una cava di amianto, l’amiantifera, la più grande d’Europa che comprendeva anche una parte del comune di Corio.
Italo Calvino, narratore, ne raccontò in un lungo reportage e Primo Levi, scrittore, partigiano e chimico, scrisse: “ C’era amianto dappertutto, come una neve cinerina”. Solo un esempio, tra i tanti d’Italia e va detto che i comuni del monferrino, con Casale Monferrato in testa, ove si ammalavano anche coloro che non erano in diretto contatto con l’amianto. Ora questi comuni si costituiranno parte civile nel processo Eternit-bis.
Ma l’amianto costituisce un problema anche in molti altri luoghi del mondo, basti pensare all’Australia che ha una alta incidenza di malattia al mondo. Secondo l’associazione Britannica Cancer Research le persone nati negli anni Quaranta e che non avevano compiuti trenta anni e che abbiano lavorato, per circa dieci anni, come “muratori”, hanno maggiori probabilità di ammalarsi di mesotelioma. Alla stessa associazione un gruppo di ricercatori americani ha presentato un nuovo esame diagnostico, basato su delle proteine secrete dalle cellule tumorali, per individuare il mesotelioma pleurico,il tumore provocato dall’amianto.
Le fibre dell’amanto, molto sottili, possono penetrare attraverso le vie respiratorie non solamente nei polmoni ma giungere, quelle molto fini e sottili, fino all’alveolo polmonare, come degli spilli e che possono formare col tempo degli essudati della pleura che sono inguaribili. Sono morti annunciate nel tempo, anche fino a trenta anni. Monfalcone, Voghera per l’eternit e a Bari il killer si chiama Fibronit, fabbrica ormai dimessa che però sulla salute continua ad agire. Chi si ammala di mesotelioma sono anche i pastori e i contadini della Lucania secondo uno studio di qualche anno della Regione dell’Istituto Superiore di Sanità che avrebbe come causa le cosiddette “pietre verdi” (presenti a Balangero) o meglio nella tremolite una sostanza fibrosa che rientra negli amianti. Le pietre verdi, nella terminologia popolare, sono degli ofioliti cioè delle rocce ignee ampiamente utilizzate nel settore delle costruzioni che sono sotto stretta osservazione. I marittimi e cioè tutti coloro che sono stati imbarcati o hanno lavorato su navi civili commerciali ma anche quelle militari sono a rischio amianto, alcuni hanno già contratto un tumore d’amianto, soprattutto il mesotelioma pleurico.
C’è poi il problema delle discariche abusive di rifiuti tossici, velenosi o nocivi e non solo delle zone corrispondenti ma anche di quelle delle limitrofe e dove l’eternit, cioè amianto più cemento è presente. Basti pensare a Napoli, al lavoro e alla ricerca dell’Ospedale Monaldi e all’Istituto Pascale dove hanno trovato delle nuove sostanze antitumorali ( lo studio è stato pubblicato sulla prestigiosa rivista Oncogene) che potrebbero risultare utili in questo tipo di tumore. Un vero e proprio disastro ambientale oltre a un vero attentato alla salute. La respirazione (l’ingestione è ancora controversa) delle fibre di amianto o asbesto può determinare gravi malattie, che si manifestano dopo molto tempo e che dipende anche da una predisposizione individuale. L’amianto è stato classificato come una sostanza che può provocare il cancro negli esseri umani, il tumore dei polmoni e il mesotelioma, e alcuni studi hanno suggerito una associazione tra esposizione all’amianto e tumori gastrointestinale e colorettali, e un elevato rischio di cancro della trachea, alla laringe, reni, esofago e cistifellea. L’esposizione all’amianto può anche dare una infiammazione può anche aumentare il rischio di asbestosi che una infiammazione che colpisce i polmoni.
E’ in progressivo aumento il numero di casi di Mesotelioma, visto anche gli effetti tardivi dell’esposizione alle fibre di amianto e il mesotelio è come una finissima pellicola, un sottile tessuto, che ricopre la parte interna dell’addome, del torace e dello spazio attorno al cuore. A seconda dell’area che ricopre prende diversi nomi, così si chiama pericardio attorno al cuore, pleura nel torace e peritoneo quando è posto nell’addome. Quando un tumore nasce dalle cellule del mesotelio prende il nome di mesotelioma che non sempre è maligno. Il tumore del Mesotelioma è uno dei più pericolosi che si conosca e, uno dei problemi per la diagnosi è il lungo tempo (anche fino a 45 anni) per la comparsa della sintomatologia.Il mesotelioma pleurico, può coinvolgere i polmoni mentre quello peritoneale può colpire il fegato, la cistifellea, la milza e l’intestino. Il Mesotelioma della tunica vaginale che origina dalla membrana dei testicoli è alquanto raro. Possono causare Mesotelioma, sia pur molto raramente la zeolite, che ha caratteristiche simili all’amianto, il diossido di torio usato in medicina fino agli anni Cinquanta. Non esiste la cosiddetta dose-soglia, la soglia di rischio per la pericolosità dell’amianto, può bastare a volta una sola fibra per ammalarsi ma questo aumenta con il tempo di esposizione e con la quantità inalata, ciò vale soprattutto per i lavoratori che sono direttamente o indirettamente a contatto con l’amianto. Le donne che possono, per l’amianto, essere colpite da tumore dell’ovaio, e le mogli che stanno in casa possono egualmente ammalarsi, infatti scuotendo tute o altri abiti da lavoro prima di lavarli, prima di metterle nella lavatrice, inalano le pericolose fibrille di amianto. E in uno studio, pubblicato su Occupational and Enviromental Medicine ricercatori britannici hanno evidenziato che l’amianto può aumentare ictus, crisi cardiache e infarti.
Quello che va detto e riaffermato che la battaglia contro l’amianto riguarda la salute degli operai, dei lavoratori, delle donne ma anche del territorio e dell’ambiente.
Tutto questo considerando che le principali sostanze inquinanti atmosferiche più note rilevate, sono le polveri sottili, l’ozono, il monossido di carbonio, il biossido di zolfo e di azoto, il benzene e gli idrocarburi policiclici aromatici. Mercurio, piombo, cromo, pesticidi, arsenico (presente anche nell’acqua potabile) cadmio, uranio, radionucleotidi, estrazione mineraria artigianale dell’oro sono altre sostanze più inquinanti trovate al suolo. Vestiti, blue jeans con cromo esavalente ma anche scarpe possono essere trattate con questa sostanza che oltre a dare il cancro provoca una serie di problemi di salute, impressionanti problemi fisici: eruzioni cutanee, ulcere, difficoltà respiratorie, alterazione del patrimonio genetico. Il cadmio, in caso di discariche illegali, può contaminare i terreni e cereali e così anche il selenio.

L’articolo è stato scritto inzialmente per repubblica e in seguito pubblicato, per volere dell’autore, su manifestiamo.eu

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