INDICE
1. PREMESSA 2
2. VOLUMETRIE
AGGIUNTIVE 9
3. DESCRIZIONE
DEL SISTEMA TMBAAS 11
4. INTERAZIONI
PROGETTO-AMBIENTE 13
4.1 Atmosfera 15
4.1.1 Dispersione
degli inquinanti in atmosfera 17
4.2 Ambiente
idrico 19
4.3 Suolo
e Sottosuolo 21
4.4 Flora
e fauna 21
4.5 Salute
pubblica 22
4.6 Rumori
e vibrazioni 24
4.7 Radiazioni
ionizzanti e non ionizzanti 25
4.8 Paesaggio 25
5. VALUTAZIONI
ANALITICHE E CONCLUSIVE DEL SIA 26
1. PREMESSA
La discarica per rifiuti non pericolosi
attualmente attiva – c.d. “Nuovo e distinto invaso” - sita in località Borgo
Montello, gestita dalla società Ecoambiente S.r.l., è stata autorizzata con
Determinazione Regionale n. B0605 del 25 febbraio 2009 per una volumetria
abbancabile totale di 400.000 m3, ovvero circa 360.000 ton.
L’invaso
esistente è stato impostato su aree mai utilizzate precedentemente per
l’abbancamento dei rifiuti, è stato realizzato interamente in scavo e prevede a
fine abbancamenti la restituzione delle quote di piano campagna.
L’invaso
è del tutto autonomo, sia dal punto di vista gestionale che dei presidi di
salvaguardia e controllo ambientale, dalla precedente discarica che ha esaurito
le volumetrie autorizzate il 6 ottobre 2009 ed è entrata in fase di post
gestione il 21 maggio 2012 con Determinazione Regionale n. B03017.
Il
nuovo invaso è stato realizzato con un sistema di impermeabilizzazione per il
fondo e il capping finale che offre una “sicurezza rafforzata”, rispetto ai
sistemi multistrato richiesti dalla normativa vigente e a quanto di norma
utilizzato nel settore, in quanto ha previsto per il fondo uno strato di
argilla con uno spessore di 1,5 metri (di norma 1 m) e l’aggiunta di un telo in
HDPE da 2,5 mm e un materassino bentonitico, e per il capping finale l’aggiunta
di un materassino bentonitico.
Il
nuovo invaso ha iniziato la sua attività il 6 ottobre 2009 e alla data del 31
maggio 2012 sono state abbancate 308.525,66 ton di rifiuti così suddivise:
·
Rifiuti Solidi Urbani: 260.183,54 ton
·
Rifiuti Speciali non pericolosi: 48.342,12
con
una media annuale di circa 112.200 ton/anno, ossia circa 9.350 ton/mese.
La
volumetria residua di circa 60.000 ton permetterà di smaltire rifiuti ancora
per poco più di 6 mesi, ossia fino a tutto novembre 2012.
Considerando
che il completamento del sistema impiantistico nella Provincia di Latina, tra
cui quello proposto dalla stessa Ecoambiente, la cui realizzazione partirà a
breve dopo la recente sentenza del Consiglio di Stato del 13/04/2012 che ha
accolto il ricorso presentato dalla Società, è previsto entro la fine 2014, le
attuali volumetrie residue non possono garantire l’integrale smaltimento dei
rifiuti fino a tale data.
Con la presente istanza si richiede
pertanto un aumento della volumetria autorizzata con Determinazione n. B0605
del 25 febbraio 2009 (A.I.A.) per un quantitativo di 200.000 m3 portandola
complessivamente a 600.000 m3, garantendo quindi l’autonomia di smaltimento
fino a fine 2014.
La
volumetria richiesta ricomprende i 40.000 m3 di cui all’istanza prot. 142 del 8
maggio 2012 (che si allega) richiesti a suo tempo per assicurare la continuità
del trattamento dei rifiuti all’interno del bacino servito.
La
volumetria aggiuntiva potrà essere recuperata, a conclusione degli
assestamenti, rispettando le quote “a piano campagna” del progetto approvato
con Determinazione n. B0605 del 25 febbraio 2009 (A.I.A.), in quanto:
a)
Nel corso di questi quasi tre anni di attività il
rifiuto è stato triturato prima di essere abbancato in discarica (condizione
non prevista in fase di progetto) pertanto si è potuto ottenere un indice di
compattazione maggiore del previsto (1 m3/ton) con il conseguente aumento dei
quantitativi abbancabili per metro cubo di discarica. Questa operazione ha
prodotto un aumento della volumetria di circa 50.000 m3 (circa 12% sul totale
autorizzato).
b)
La triturazione dei rifiuti in ingresso ha permesso di
ottimizzare il quantitativo di terreno utilizzato per la gestione degli
abbancamenti e per le coperture giornaliere permettendo di recuperare ulteriori
20.000 m3 (circa 5% sul totale autorizzato).
c)
A valle dell’esperienza maturata nel corso della
gestione del vecchio lotto e in base a specifici studi e sperimentazioni
documentate in diverse pubblicazioni[1] si può prevedere che gli assestamenti a 5
anni, come meglio specificato al capitolo 2,
saranno circa il 20%-30% dello spessore iniziale dei rifiuti. Lo spessore dei
rifiuti a fine coltivazione è previsto in circa 12 m pertanto il cedimento
previsto sarà di almeno 2,5-3,5 m, ossia circa 1,5 m in più rispetto a quello
previsto nel progetto approvato. Questo maggiore assestamento produrrà una volumetria
aggiuntiva di circa 70.000 m3 su tutta l’area di discarica (circa 50.000 m2).
Infine
ulteriori 60.000 m3 potranno essere recuperati, come meglio di seguito
specificato, mediante l’utilizzo del sistema TMBAAS di cui con la presente,
contestualmente alla istanza di aumento volumetrico, si richiede
l’autorizzazione.
Il
sistema TMBAAS è un innovativo sistema
di trattamento meccanico biologico che permette di rispondere, per la fase
transitoria, alle richieste inoltrate dalla Regione Lazio con nota n. prot. 184
del 06 aprile 2012 (inviata alla scrivente Ecoambiente oltre che ai Comuni
della Provincia di Latina) nonché ai dettami dell’articolo 7 (Rifiuti ammessi
in discarica) del D.Lgs. 36/03 che stabilisce che i rifiuti possono essere
collocati definitivamente in discarica solo dopo trattamento.
In
particolare si recepisce quanto indicato nella procedura d’infrazione della
Commissione della Comunità Europea n.2011/4021 del 17 giugno 2011, con la quale
la Commissione ha ritenuto sostanziale che venga prevista una qualche forma di stabilizzazione della frazione organica dei
RSU prima del conferimento dei rifiuti in discarica.
Il
sistema si propone di sopperire temporaneamente alla carenza impiantistica del
bacino della Provincia di Latina per il tempo necessario per portare alla piena
operatività gli impianti previsti, oltre a coadiuvare l’esistente impianto TMB
di Aprilia, al momento non dotato della sezione di trattamento biologico.
Questo
sistema è stato già ampiamente sperimentato in discariche del Nord Italia per
oltre 10 anni. La sperimentazione è stata documentata in diverse pubblicazioni
e relazioni presentate in seminari nazionali e internazionali[2].
Il
sistema proposto è basato sulle tecnologie in uso nei processi di trattamento
chiamati T.M.B. (trattamento meccanico biologico).
Infatti
è composto, oltre che dalla sezione di
triturazione con annessa sezione di recupero del ferro già presente in
discarica (così come richiesto con nota n. 122355 del 30.06.2009, con la quale
la Regione Lazio ha richiesto ai gestori di discariche per rifiuti non
pericolosi prive di impianti di trattamento a monte, quale la Ecoambiente
s.r.l., di dotarsi del suddetto sistema, secondo quanto indicato dalla
Circolare del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare
n. 14963 del 30.06.2009) da una sezione
di vagliatura e da una sezione di stabilizzazione della frazione organica.
Il
sistema consente di far avvenire le
trasformazioni biologiche necessarie alla maturazione della frazione organica
all’interno di strutture a questo specificatamente deputate poste direttamente
in situ e, in particolare, direttamente
all’interno dell’area adibita allo stoccaggio, in modo confinato e isolato
rispetto ai rifiuti precedentemente abbancati e in grado di minimizzare i
possibili impatti ambientali.
La
soluzione individuata prevede la realizzazione, in due fasi successive, di celle BAAS (Bioreattore
Aerobico-Anaerobico Statico) direttamente sui rifiuti abbancati:
1.
In una prima
fase, le celle BAAS verranno realizzate sulla porzione di invaso
attualmente chiusa dove verrà rimosso il sistema di copertura provvisorio,
realizzato con un telo in HDPE da 1 mm, e verrà asportato uno spessore di circa
2 m dei rifiuti precedentemente abbancati al fine di poter rispettare, a
conclusione degli assestamenti, le quote “a piano campagna” del progetto
approvato con Determinazione n. B0605 del 25 febbraio 2009 (A.I.A.).
I rifiuti rimossi verranno abbancati nel
lotto attualmente attivo.
2.
In una seconda fase, la realizzazione delle celle BAAS
proseguirà sulla restante parte dell’invaso, attualmente in fase di
coltivazione, direttamente sui rifiuti abbancati. Le celle BAAS verranno
approntate quando mancheranno 2 metri dalla quota di chiusura prevista in
progetto al fine di poter rispettare, a conclusione degli assestamenti, le
quote “a piano campagna”.
Le
celle BAAS sono un reattore statico nel quale la sostanza organica è sottoposta
ad un processo misto aerobico-anaerobico che permetterà la stabilizzazione della sostanza organica selezionata dai rifiuti.
Nelle
celle BAAS verranno garantiti fenomeni
naturali di degradazione aerobica grazie all’estrazione continua di
opportune quantità d’aria e al controllo dell’umidità e della temperatura.
Al termine della fase aerobica la cella
viene chiusa in modo da favorire le condizioni anaerobiche, con conseguente
produzione di biogas.
La
frazione secca proveniente dalla sezione di trito vagliatura verrà conferita
direttamente nell’invaso esistente secondo le attuali e consolidate modalità.
Il
processo, oltre a rispondere al dettato normativo, consente benefici nei
termini di:
-
migliori condizioni di impatto ambientale;
-
maggiore produzione di biogas;
-
rapidità della mineralizzazione;
-
ottimizzazione delle volumetrie disponibili;
-
economicità rispetto alle alternative praticabili.
Il
sistema inoltre permetterà di ottenere un elevato standard di sicurezza degli
operatori in discarica.
A
valle delle indicazioni riportate nel presente studio è possibile affermare che
il sistema proposto comporterà una
riduzione dell’impatto ambientale previsto nel progetto approvato.
L’abbancamento
della sola frazione secca in discarica comporterà i seguenti vantaggi:
·
recupero di ulteriori volumetrie grazie ad una
migliore compattazione del rifiuto e ad un minore utilizzo di terreno di copertura
·
produzione di percolato più povero in sostanze
organiche
·
azzeramento degli odori dovuti alla degradazione
della sostanza organica
·
sensibile riduzione di gabbiani, roditori ed
insetti.
L’abbancamento
della frazione organica nelle celle BAAS assicurerà:
·
migliore captazione del biogas prodotto
·
minore produzione di odori e completo
trattamento dell’aria aspirata in appositi biofiltri
·
riduzione della produzione di percolato
·
confinamento della frazione organica e quindi
sensibile riduzione di gabbiani, roditori ed insetti
Inoltre
l’integrazione dei teli con cui sono state realizzate le celle e il sistema di
capping previsto in progetto permetterà di ottenere una sigillatura sommitale
rafforzata con una diminuzione della produzione di percolato e un maggior controllo
e captazione del biogas in fase di gestione post operativa.
Infine
le quote di chiusura previste in progetto “a piano campagna” non verranno
modificate e pertanto l’impatto sul paesaggio rimarrà inalterato.
2. VOLUMETRIE AGGIUNTIVE
Come anticipato in premessa con la presente istanza si
richiede l’aumento della volumetria autorizzata con Determinazione n. B0605 del
25 febbraio 2009 (A.I.A.) per un quantitativo di 200.000 m3 portandola
complessivamente a 600.000 m3.
La volumetria aggiuntiva potrà essere recuperata, a
conclusione degli assestamenti, rispettando le quote “a piano campagna” del
progetto approvato con Determinazione n. B0605 del 25 febbraio 2009 (A.I.A.).
Il recupero volumetrico senza variare le quote di
restituzione finale potrà essere espletato considerando che:
1. Nel
corso di questi quasi tre anni di attività il rifiuto è stato triturato prima
di essere abbancato in discarica (condizione non prevista in fase di progetto)
pertanto si è potuto ottenere un indice di compattazione maggiore del previsto
(1 m3/ton) con il conseguente aumento dei quantitativi abbancabili per metro
cubo di discarica. Questa operazione ha prodotto un aumento della volumetria di
circa 50.000 m3 (circa 12% sul totale autorizzato).
2. La
triturazione dei rifiuti in ingresso ha permesso di ottimizzare il quantitativo
di terreno utilizzato per la gestione degli abbancamenti e per le coperture
giornaliere permettendo di recuperare ulteriori 20.000 m3 (circa 5% sul totale
autorizzato).
3. A
valle dell’esperienza maturata nel corso della gestione del vecchio lotto e in
base a specifici studi e sperimentazioni documentate in diverse pubblicazioni
si può prevedere che gli assestamenti a 5 anni saranno circa il 20%-30% dello
spessore iniziale dei rifiuti. Lo spessore dei rifiuti a fine coltivazione è
previsto in circa 12 m pertanto il cedimento previsto sarà di almeno 2,5-3,5 m,
ossia circa 1,5 m in più rispetto a quello previsto nel progetto approvato.
Questo maggiore assestamento produrrà una volumetria aggiuntiva di circa 70.000
m3 su tutta l’area di discarica (circa 50.000 m2).
Infine ulteriori 60.000 m3 potranno essere recuperati, come
meglio di seguito specificato, mediante l’utilizzo del sistema TMBAAS che
permetterà, mediante la biostabilizzazione spinta della frazione organica di
ottenere una sostanziale riduzione della massa dei rifiuti principalmente
dovuta alla diminuzione del contenuto d’acqua ed alla degradazione di buona
parte dei componenti organici.
3. DESCRIZIONE DEL SISTEMA TMBAAS
Il sistema sarà
costituito dalle seguenti sezioni:
-
Area di
ricezione, controllo e alimentazione dei rifiuti alla sezione di
pretrattamento.
-
Sezione
di triturazione e deferrizzazione dove il rifiuto viene triturato e
omogeneizzato. Vengono inoltre recuperati i materiali ferrosi.
-
Sezione
di vagliatura dove il flusso dei rifiuti, mediante un vaglio a tamburo,
viene suddiviso in frazione secca (sopravvaglio) e frazione umida
(sottovaglio).
-
Sezione
di discarica dove verrà abbancata la
frazione secca.
-
N. 100
celle BAAS dove verrà conferita la
frazione umida.
-
Sistema
di aspirazione e trattamento aria/biogas che invierà, in fase aerobica,
l’aria esausta al sistema di biofiltrazione e, in fase anaerobica, invierà il
biogas prodotto all’impianto di valorizzazione energetica esistente.
-
Sistema
di ricircolo e convogliamento del percolato; in fase aerobica il percolato
raccolto all’interno del pozzetto verrà parzialmente ricircolato all’interno
del cumulo per mantenerne l’umidità e la parte eccedente verrà drenata
all’interno dei rifiuti sottostanti verso il pozzetto di raccolta presente nel
sottostante invaso impermeabilizzato. In fase anaerobica il percolato verrà
separato dal biogas e integralmente drenato all’interno dei rifiuti sottostanti
verso il pozzetto di raccolta presente nel sottostante invaso impermeabilizzato.
Di seguito si riporta lo schema di flusso del sistema e la
descrizione di dettaglio delle su citate sezioni.
Per i particolari si può fare riferimento agli elaborati
grafici allegati.

Figura 1 – Schema di flusso
4. INTERAZIONI PROGETTO-AMBIENTE
È opportuno premettere che il sistema
proposto comporterà una riduzione dell’impatto ambientale previsto nel
progetto approvato.
L’abbancamento
della sola frazione secca in discarica comporterà i seguenti vantaggi:
·
recupero di ulteriori volumetrie grazie ad una
migliore compattazione del rifiuto e ad un minore utilizzo di terreno di
copertura
·
produzione di percolato più povero in sostanze
organiche
·
azzeramento degli odori dovuti alla degradazione
della sostanza organica
·
sensibile riduzione di gabbiani, roditori ed
insetti.
L’abbancamento
della frazione organica nelle celle BAAS assicurerà:
·
migliore captazione del biogas prodotto
·
minore produzione di odori e completo
trattamento dell’aria aspirata in appositi biofiltri
·
riduzione della produzione di percolato
·
confinamento della frazione organica e quindi
sensibile riduzione di gabbiani, roditori ed insetti
Inoltre
l’integrazione dei teli con cui sono state realizzate le celle e il sistema di
capping previsto in progetto permetterà di ottenere una sigillatura sommitale
rafforzata con una diminuzione della produzione di percolato e un maggior
controllo e captazione del biogas in fase di gestione post operativa.
Infine
le quote di chiusura previste in progetto “a piano campagna” non verranno
modificate e pertanto l’impatto sul paesaggio rimarrà inalterato.
In generale gli impatti generati dall’opera
sono già stati verificati nel corso dell’iter conclusosi con pronuncia di
compatibilità positiva prot. n. 172058
del 1 ottobre 2008.
Per
completezza nei capitoli successivi verranno comunque analizzati nuovamente gli
impatti che l’opera nel suo complesso genera sull’ambiente circostante.
La
realizzazione di un intervento del tipo in oggetto comporta una serie di
impatti che possono riguardare più settori, quali quello ambientale in senso
stretto (suolo, sottosuolo, vegetazione, fauna, aria, acqua e rumore), ma anche
elementi scenici ed estetici (paesaggistici), economici (costi di realizzazione
e di gestione,...), sociali, urbanistici ed altri ancora.
Nel
presente progetto si è cercato di limitare ogni possibile impatto grazie ad un
attenta analisi delle componenti ambientali coinvolte e attraverso diversi
accorgimenti progettuali e misure di mitigazione degli impatti stessi.
Nei
seguenti paragrafi verranno descritti gli impatti prodotti dall’intervento in
esame, su ogni componente ambientale coinvolta e le soluzioni progettuali
adottate per garantire che l’impatto ambientale sia, se non nullo, almeno
minimo.
Le
azioni d’impatto esercitate dalle attività dell’impianto sull’ambiente
circostante possono essere discretizzate in relazione alle diverse fasi di
realizzazione dell’intervento, in particolare si distinguono:
-
Fase di costruzione e di cantiere
Le
azioni di impatto relative alla fase di costruzione dell'impianto sono pressoché
nulle in quanto non verranno realizzate nuove opere che prevedono
movimentazione di terreno e quindi attività di trasporto di materiali, mezzi ed
operatori.
Le
uniche attività che si svolgeranno saranno quelle relative alla sistemazione
delle apparecchiature tecnologiche.
Non
si avrà pertanto:
·
produzione di polveri;
·
produzione di rumori con conseguente incremento
dei livelli medi di pressione sonora in corrispondenza del sito di intervento;
·
aumento dei volumi di traffico autoveicolare con
conseguente peggioramento dei livelli di qualità dell'aria nonché aumento dei
livelli medi di rumorosità;
·
modifica del paesaggio locale con introduzione
di possibili sorgenti di impatto visivo.
Si
può ritenere che, alla luce delle caratteristiche ambientali locali, tipiche di
una zona già compromessa dalla presenza di diverse discariche, le azioni di
impatto connesse alla fase di cantiere producano effetti decisamente
trascurabili.
-
Fase di esercizio ordinario
Le
principali vie di impatto connesse con la fase di gestione ordinaria
dell’impianto sono:
·
produzione di polveri;
·
produzione di odori molesti;
·
produzione di rumori;
·
impatto paesaggistico.
Si
ritengono trascurabili ulteriori possibili azioni di impatto in considerazione
della semplicità e dell'affidabilità delle soluzioni tecnologiche adottate.
-
Fase di esercizio straordinario o di disservizio
Le
azioni di impatto connesse alla fase di eventuale disservizio dell'impianto
possono consistere nelle seguenti possibilità:
·
l'innescarsi di un incendio;
·
lo stoccaggio
forzato di un eccesso di rifiuti da trattare a causa di problemi di
raccolta o di fermo impianto;
Le
misure di contenimento di tali azioni di impatto sono descritte più avanti
all'interno di ogni singola componente ambientale coinvolta.
4.1 Atmosfera
La
realizzazione e gestione di una discarica comporta una perenne
"cantierizzazione" del sito che ha come conseguenza la produzione e propagazione di polveri
nell'ambiente atmosferico.
Tra
le altre conseguenze possono annoverarsi le ripercussioni sulla qualità dell'aria causate dall'incremento del
traffico, apportato sia dalla cantierizzazione che dalla gestione, e dalla propagazione di odori molesti.
La
produzione di polveri interesserà
l'intorno dell'impianto solo nella fase di esercizio.
Per
il suo contenimento saranno adottate le seguenti misure di prevenzione:
·
saranno poste delle barriere mobili secondo le
direzioni prevalenti del vento;
·
le vie di accesso non asfaltate verranno bagnate
nei periodi asciutti;
·
i rifiuti saranno ricoperti giornalmente da
terreno arido non polveroso;
·
si rispetterà il piano di gestione operativa e
il piano di sorveglianza e controllo.
Si
rileva che la viabilità di accesso all’impianto si svolge su una strada
asfaltata e pertanto i citati impatti riguarderanno esclusivamente l’area
dell’impianto.
Inoltre l’intensità dell’impatto da
emissione di polveri non aumenterà con le volumetrie aggiuntive, in quanto i
quantitativi di rifiuti scaricati e movimentati giornalmente resteranno
invariati rispetto ad oggi.
Il
monitoraggio della qualità dell’aria, verrà effettuato con frequenza mensile durante la gestione della discarica avvalendosi
di un impianto di rilevamento mobile,
grazie al quale verranno svolte analisi e rilevazioni in grado di evidenziare
eventuali variazioni o anomalie della qualità dell’aria, direttamente
imputabili all’attività dell’impianto.
·
Anidride solforosa
·
Ossidi di azoto NOx
·
Mercaptani
·
Cloruri
·
Monossido di carbonio
·
Ozono
·
Polveri totali
·
CH4
·
Composti volatili
·
CO2
·
O2
·
H2
·
H2S
La
discarica è inoltre dotata di un centralina per la rilevazione dei dati
meteoclimatici.
La
tipologia delle misure meteoclimatiche è quella indicata dal D.Lgs. 13 gennaio
2003, n. 36, riportata nella tabella seguente.
Precipitazioni
|
Giornaliera
|
Temperatura
(min, max, 14h CET)
|
Giornaliera
|
Direzione
e velocità del vento
|
Giornaliera
|
Evaporazione
|
Giornaliera
|
Umidità
atmosferica (14h CET)
|
Giornaliera
|
Saranno
inoltre svolte campagne di sorveglianza
sanitaria delle popolazioni nelle aree di localizzazione in esame per
tenere sotto controllo l'evolversi della situazione.
Gli
addetti all'impianto, in ottemperanza anche a quanto imposto dalla normativa
vigente in materia di igiene e sicurezza del lavoro, saranno periodicamente
sottoposti a procedure di controllo sanitario finalizzate in particolare alla
verifica dei livelli di esposizione al rischio biologico.
4.1.1 Dispersione degli inquinanti in atmosfera
Al
fine di identificare e quantificare al meglio gli impatti dovuti alla
dispersione degli inquinanti in atmosfera è stata elaborata una simulazione con
il software AERMOD.
La
simulazione della dispersione di inquinanti in atmosfera, permette attraverso
l’ausilio di modelli matematici riconosciuti, di valutare l’impatto sulla
qualità dell’aria nei territori dove sono previste delle sorgenti di emissioni
.
Utilizzando
un modello di dispersione si è in grado di calcolare le concentrazioni medie
giornaliere, annuali o orarie, e successivamente confrontarle con i valori
limite indicati dalla normativa vigente.
Lo
studio finale mostra che la presenza del Lotto B all’interno dell’area di
discarica di Borgo Montello non incide in maniera particolarmente negativa
sulla qualità dell’aria.
Così
come già riportato, i valori massimi calcolati per le polveri sono 3,109 μg/m3
per il periodo di mediazione di 24 ore e di 0,164 μg/m3
per il periodo di mediazione di 1 anno mentre per il metano i valori massimi
calcolati sono di 4859,91 μg/m3
(24 ore) e di 531,934 μg/m3
(1 anno),
Ognuno
dei casi analizzati in questo studio mostra che le concentrazioni più alte
rimangono all’interno dell’area della discarica dove si concentrano le sorgenti
emissive., nessuno dei borghi presi in esame risulta essere particolarmente
colpito dalle polveri o dal metano emesso dalla presenza della discarica.
Concentrazioni
di polveri (mediazione 24 ore) comprese tra 0,037 μg/m3
e 0,018 μg/m3
si estendono in direzione Nord-Ovest per un tratto di circa 8 Km, probabilmente
superando i confini dell’area di studio.
Si
nota inoltre che concentrazioni seppur basse (area celeste) di 3 ordini di
grandezza inferiori alla massima si riscontrano nella zona costiera, al confine
dell’area di studio.
Nella
mediazione di un anno le concentrazioni calcolate risultano distribuite
principalmente in un asse che si estende lungo la direzione NO-SE, con
concentrazioni massime calcolate all’interno dell’area della discarica.
Per
il metano gli andamenti non risultano molto differenti da quelli delle polveri,
si ritrova infatti che la direzione principale è quella che va NO-SE, qualche
concentrazione viene riscontrata nell’area oltre la SS148.
La
concentrazione totale, concentrazione compresa di fondo, aumenta rispetto a
quella di fondo, in media di circa 3 ordini di grandezza passando da valori di
circa 10-7 μg/m3a
valori dell’ordine di 10-3 μg/m3,
in ogni caso i limiti di legge per le polveri non sono superati.
Ricordando
che i calcoli sono stati fatti sulla base di ipotesi conservative, si può
affermare che la presenza del Lotto B non porta al superamento dei limite di
legge.
4.2 Ambiente idrico
Nella
fase di cantiere non si prevedono impatti sull'ambiente idrico in quanto
le opere previste:
§ non
produrranno modifiche allo scorrimento dei corsi d’acqua superficiali;
§ non
produrranno modifiche qualitative o quantitative dei corsi d’acqua
superficiali.
Nella
fase di esercizio gli impatti ascrivibili possono essere quelli relativi
agli effluenti liquidi ed al drenaggio delle acque meteoriche
ricadenti sull’area.
Relativamente agli effluenti liquidi sono da
analizzare:
§ il
percolato prodotto nella discarica;
§ le
acque meteoriche:
§
del
piazzale e della strada di accesso
§
ricadenti
sulla discarica;
§ scarichi dei servizi igienici.
Le modalità di raccolta e smaltimento del
percolato sono quelle riportate nel progetto.
Pertanto
eventuali fuoriuscite di percolato dall’impianto sono del tutto improbabili sia
in considerazione dell’elevata sicurezza del sistema di impermeabilizzazione
adottato che delle attenzioni riposte per le zone di stoccaggio provvisorio
dello stesso.
Per
quanto riguarda le acque pluviali
ricadenti nella discarica sono state previste delle canalette perimetrali
in grado di raccogliere le piogge dimensionate in base alla massima
precipitazione registrata nel più breve intervallo di tempo.
Nella
fase di chiusura dell’attività il sistema di copertura adottato consentirà di
minimizzare l'erosione operata dalle acque, di massimizzare
l'evapotraspirazione dell'acqua presente nello strato superficiale e di
aumentare la stabilità del suolo.
Il profilo delle sponde garantirà una piena
stabilità e la corretta regimazione
delle acque di ruscellamento secondo uno schema progettato e impostato in
modo omogeneo ed uniforme.
Infine
per quanto riguarda le acque meteoriche
provenienti dal piazzale e dalla strada di accesso, queste sono attualmente raccolte in pozzetti grigliati facenti
parte di una rete di condotte interrate che portano l’acqua raccolta nelle
vasche di prima pioggia.
Le
acque raccolte dalla rete e convogliate alla vasca, non accedono direttamente
alla vasca ma vengono addotte a una cameretta di calma, realizzata a lato della
stessa vasca, dalla quale stramazzano nella vasca di raccolta vera e propria.
Lo stramazzo è intercettabile a mezzo di una paratoia motorizzata. Al
proseguire della precipitazione il livello dell’acqua contenuta nella vasca sale
fintanto che non viene raggiunto
il livello corrispondente al volume di prima pioggia. Entro le 48 ore successive, quando il volume
della vasca dovrà essere di nuovo a disposizione, il gestore dell’impianto decide
se evacuare la vasca per mezzo di autobotti o se stoccare il contenuto nelle
cisterne. Alla fine della fase di evacuazione, la pompa di sollevamento viene bloccata
su segnalazione del sensore di basso livello.
Se
la precipitazione è superiore a 15 minuti, il livello nella cameretta separata
di calma sale ulteriormente finchè non raggiunge la tubazione di sfioro nella
rete delle acque chiare, installata anch’essa nella camera di calma, che
recapita le acque al Fiume Astura. La paratoia motorizzata veiene riaperta su comando manuale al
cessare della pioggia per un tempo superiore alle 48 ore.
Le
acque in uscita sono conformi ai parametri stabiliti dal DPR 152/99 e s.m.i.
Pertanto
non sono prevedibili modificazioni negative ai caratteri qualitativi del
ricettore né i quantitativi sono tali da poter indurre effetti apprezzabili sul
regime delle portate, tuttavia è prevista l’analisi periodica delle caratteristiche
qualitative dello stesso effettuate direttamente da ARPA Lazio.
Inoltre il monitoraggio Idrologico
dell’acquifero sotterraneo verrà condotto mediante l’utilizzo di sonde
multiparamtriche che rilevano in continuo il livello piezometrico e la
temperatura.
Le
sonde verranno disposte in tre piezometri posti a monte e a valle del corpo
discarica secondo la direzione della falda secondo quanto richiesto
dall’Ufficio idrografico.
Le
misure verranno effettuate in continuo, con cadenza temporale programmabile da
0,5 h a 24 h e acquisizione temporanea locale su memoria non volatile; i dati
verranno trasmessi Alla Area 2A/12 “Ufficio idrografico e Mareografico
Regionale” secondo le specifiche tecniche e le modalità definite dall’Area
stessa.
L’Ufficio
Idrografico con tali informazioni provvede alla validazione, archiviazione in
banca dati e pubblicazione degli stessi negli annali idrologici
4.3 Suolo e Sottosuolo
Relativamente
agli aspetti geologici e morfogenetici del territorio, il sito non presenta
particolari controindicazioni.
La morfologia complessiva dell’abbancamento
sarà tenuta sotto controllo sia in fase di gestione che di post-chiusura
con lo scopo di accertare il mantenimento dei profili e delle quote stabilite
nel progetto approvato.
Per
questa attività sarà fissato un
caposaldo sul piazzale. Verranno poi posizionate una serie di postazioni
fisse sul corpo dell’abbancamento e sulle principali reti di drenaggio per
effettuare la misura delle loro quote accertando il mantenimento di quelle di
progetto.
Saranno effettuate con
frequenza almeno semestrale rilevazioni topografiche del corpo di discarica al
fine di calcolare la volumetria occupata dai rifiuti e quella ancora
disponibile per il deposito dei rifiuti. Tali misure dovranno tener conto della
riduzione del volume dovuto agli assestamenti dei rifiuti e alla trasformazione
in biogas.
Nel periodo di gestione
post-operativa le rilevazioni topografiche assumeranno frequenza annuale, per i
primi 3 anni dopo la chiusura dell’impianto.
4.4 Flora e fauna
Non
si ritiene sussistano impatti né sulla vegetazione né sulla fauna in quanto la
discarica interessa un'area già fortemente trasformata dall'uomo. Nonostante
ciò si assicura di provvedere all’inserimento di numerosi spazi verdi con lo
scopo di mitigare e rendere piacevole l'inserimento dell'opera nel contesto
ambientale in cui si colloca.
Si
provvederà, in fase di chiusura, al completo ripristino del sito mediante un
sistema di ricopertura sigillante costituito in superficie da terreno agricolo
sul quale verranno impostati interventi di inerbimento e piantumazione di
essenze autoctone, in accordo con le caratteristiche morfologiche e climatiche
e con la distribuzione e la tipologia delle specie vegetali locali.
Come
già visto a proposito del suolo, per il quale la vegetazione costituisce una
via indiretta d’impatto, si può ritenere che gli effetti prevedibili avranno
una rilevanza trascurabile.
Inoltre
nelle aree e nelle zone limitrofe, più o meno vicine, non si rilevano elementi
naturalistici di pregio o significativi, fattore che contribuisce alla
limitazione dell’impatto su tali componenti.
Concludendo
non si ritiene che un nuovo invaso di discarica apporti maggiori e nuovi impatti
né sulla vegetazione né sulla fauna.
4.5 Salute pubblica
I
potenziali impatti a cui gli addetti all’impianto saranno esposti possono
essere: esalazioni maleodoranti, polveri e rumore; gli stessi e le popolazioni limitrofe possono essere invece
soggetti ad eventuale inquinamento
atmosferico dovuto al traffico veicolare.
Per
quanto riguarda le emissioni generate dall’attività di conferimento dei
rifiuti, le misure di contenimento degli odori consisteranno, come già detto,
nella buona e corretta gestione dell’invaso, ottenuta ricoprendo con materiale
arido il rifiuto conferito in discarica al termine della giornata lavorativa e
mediante l’applicazione dl sistema TMBAAS.
Da
tutto questo si è portati a desumere che non potranno aversi effetti diretti
sulla salute pubblica a seguito della corretta attività dell'impianto in esame,
come peraltro affermato dagli studi epidemiologici effettuati ai fini della
correlazione tra le attività di trattamento dei rifiuti e la salute pubblica,
di cui si è riferito nelle pagine precedenti, che, difatti concludono
asserendo, …..le conoscenze epidemiologiche ad oggi disponibili, ancorché non
conclusive, fanno ritenere che il conferimento in discariche controllate,
costruite e condotte in accordo alla normativa nazionale e comunitaria, non
comporti un rischio per l’ambiente e per la salute delle popolazioni insediate
nelle vicinanze dello stabilimento.
Saranno
comunque svolte campagne periodiche di monitoraggio sanitario nelle aree
circostanti e sui dipendenti per tenere sotto controllo l'evolversi della
situazione.
Inoltre
in ottemperanza al Decreto legislativo 81/08 il personale seguirà corsi di
formazione sulla gestione dei rifiuti e sulla sicurezza sul lavoro (prevenzione
infortuni, elettricisti, rumore, movimentazione, pronto soccorso, emergenza,
ecc.) ed il datore di lavoro effettuerà le prescritte valutazioni dei rischi.
Saranno
rispettati gli obblighi previsti dalla normativa sulla prevenzione degli
infortuni, l’igiene sul lavoro, i rumori nonché sulla salute e sulla sicurezza
del lavoro secondo quanto prescritto dalla vigente normativa di cui al testo
unico sulla sicurezza ovvero il D.Lgs. 9/04/2008 n° 81.
Verrà
redatto il documento di valutazione dei rischi il cui scopo è quello di
raccogliere in forma organica la documentazione aziendale in materia di
sicurezza, comprendente le valutazioni dei pericoli e dei rischi relativi cui è
esposto il Personale dell’impianto.
Data
poi la particolare natura delle attività svolte nell’impianto, assai differenti
da quelle effettuate nella maggior parte delle aziende manifatturiere o di
trasformazione, è opportuno pervenire all’elaborazione di una Check List; in
essa si opera la seguente suddivisione:
·
pericoli di tipo fisico-meccanico:
pericoli per la sicurezza dovuti a fattori di tipo fisico e/o meccanico, quali
ad es. le cadute , le scottature, i tagli, ecc;
·
elementi di tipo operativo-organizzativo:
sotto gli elementi relativi alla complessità delle mansioni e dell’uso delle
attrezzature, al posto di lavoro, ai videoterminali, alla movimentazione
manuale carichi;
·
pericoli dovuti a fattori igienico-ambientali:
sono i pericoli generalmente considerati come fattori di rischio per la salute
dei lavoratori, come determinanti situazioni di rischio in funzione della
prolungata esposizione.
In
seguito alla redazione del documento di valutazione dei rischi, saranno
predisposti adeguati provvedimenti atti a ridurre la probabilità di rischio per
la sicurezza e la salute dei lavoratori.
Uno
specialista in medicina del lavoro, oltre a constatare le effettive condizioni
di lavoro degli addetti, sottopone gli stessi a visite di controllo medico periodico al fine di prevenire eventuali
rischi derivanti da esposizione ad agenti chimici, fisici o biologici durante
il lavoro.
Nel
quadro degli adempimenti previsti dalla normativa, con ausilio del Medico
Competente, saranno osservate le seguenti disposizioni:
§
viene effettuato il controllo degli ambienti di
lavoro, almeno due volte all’anno;
§
insieme al responsabile del servizio di
prevenzione e protezione, previa consultazione del rappresentante dei
lavoratori per la sicurezza, redige il documento di valutazione dei rischi che
contiene:
§ i
criteri adottati per la tutela dei lavoratori;
§ il
programma del controllo dell’esposizione dei lavoratori;
§ protocollo
di sorveglianza sanitaria (per i dipendenti: visite mediche annuali; per gli
addetti ai reparti laboratorio, piazzale e manutenzione: visite mediche
trimestrali);
§
vengono predisposte Riunioni Periodiche di
Prevenzione e Protezione nelle quali vengono comunicati dal Medico i risultati
degli accertamenti clinici e strumentali effettuati;
§
vengono predisposti Programmi di Formazione e
Informazione dei Lavoratori; in particolare i lavoratori vengono informati su:
§
il significato degli accertamenti sanitari a cui
sono sottoposti;
§
il risultato degli accertamenti sanitari;
§
la necessità di sottoporsi a controlli sanitari
anche cessata l’attività, nel caso di esposizione ad agenti a lungo termine.
4.6 Rumori e vibrazioni
L'inquinamento
acustico non subirà incrementi durante la fase di cantiere.
Durante
la fase di esercizio non si assisterà ad una mutazione del livello
sonoro attualmente esistente; si ricorda infatti che allo stato attuale la
discarica è in attività, pertanto si può prevedere che, durante la gestione del
nuovo lotto, il livello sonoro sarà sicuramente non maggiore di quello attuale,
in quanto non verranno modificate le attuali modalità operative.
Verranno
effettuate con frequenza annuale dall'entrata in esercizio del lotto misure dei
livelli di emissioni sonore, attraverso rilevamenti fonometrici. Le rilevazioni
verranno svolte presso il confine aziendale e presso i recettori, in
corrispondenza di una serie di punti ritenuti idonei, nonché presso eventuali
ulteriori postazioni ove si presentino criticità acustiche.
Un ulteriore monitoraggio dei livelli
acustici verrà effettuato durante la fase di cantierizzazione.
Il
monitoraggio acustico dell’impianto in fase di gestione consentirà il controllo
delle emissioni sonore.
4.7 Radiazioni ionizzanti e non ionizzanti
Non
si ritiene che un impianto di questo tipo interferisca su tale componente
ambientale
4.8 Paesaggio
Nel caso in esame si tratta di operare
all’interno di un’area di discarica già operante per la quale si intende
proseguirne l’attività attraverso l’abbancamento di ulteriori quantitativi di
rifiuto all’interno di volumetrie resesi disponibili a valle della
compattazione dei rifiuti.
I nuovi quantitativi richiesti non
provocheranno un ulteriore impatto sul paesaggio in quanto la morfologia finale
del corpo discarica non subirà percettibili cambiamenti rispetto al progetto approvato con Determinazione Regionale n. B0605
del 25 febbraio 2009 rimanendo inalterata la quota di restituzione finale a
quota del piano campagna.
5. VALUTAZIONI ANALITICHE E CONCLUSIVE DEL SIA
La realizzazione ed esercizio del nuovo lotto di discarica
non modifica affatto le condizioni di fruizione ed uso del territorio
strettamente interessato dallo stesso e così pure del territorio circostante.
Si sintetizza nel seguito le categorie di impatti a carico
dell’intero sistema ambientale.
Impatti transitori
Sono gli impatti determinati nella fase di gestione e
consistono nella diffusione di inquinanti atmosferici, polveri, odori, rumori e
vibrazioni che, come si è visto, non aumenteranno di intensità con la creazione
del nuovo lotto di discarica.
Impatti permanenti
Sono invece permanenti gli impatti a carico del paesaggio
per la variazione della attuale geomorfologia e gli impatti su suolo e
sottosuolo dovuti alla presenza della massa di rifiuti (intesa come corpo
estraneo nel sistema locale).
E’ permanente, o meglio di lunga durata nel tempo, il
rischio di impatto sulle acque sotterranee e nel sottosuolo dovuto ad una
fuoriuscita del percolato o per malfunzionamento dell’impianto o per incidente
o ancora per la perdita di efficacia della barriera impermeabile negli anni a
venire.
Anche tali impatti e rischi, come si è visto, non subiranno
affatto incrementi di intensità a seguito della creazione del nuovo invaso.
Come visto nel dettaglio a proposito delle singole
componenti, l’abbancamento delle nuove volumetrie e l’applicazione del sistema
TMBAAS non causeranno effetti negativi sull’ambiente circostante, anzi
comporteranno una diminuzione dell’impatto ambientale sull’area circostante.
[1]
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