Ecco il lodo “Salva Ilva”, bozza pronta per il prossimo Consiglio dei ministri
Alla lettura del testo, che Il Fatto ha potuto consultare e che non è ancora ufficiale, appare chiaro, in effetti, che l'impatto delle nuove norme, se approvate, sarebbe quello di garantire l'attività produttiva allo stabilimento di Taranto, nonostante quanto stabilito dal Gip e la sostenibilità economica degli interventi di bonifica

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Il provvedimento è entrato l’altro ieri in Consiglio dei ministri, ma è stato rinviato alla prossima seduta. La bozza però è già scritta e prevede un pacchetto disemplificazioni normative che fanno discutere gli ambientalisti. In particolare i due articoli dedicati allabonifica ambientale, ribattezzati articoli “salva Ilva”. Alla lettura del testo, che Il Fatto ha
potuto consultare e che non è ancora ufficiale, appare chiaro, in
effetti, che l’impatto delle nuove norme, se approvate, sarebbe quello
di garantire l’attività produttiva allo
stabilimento di Taranto, nonostante quanto stabilito dal Gip e la
sostenibilità economica degli interventi di bonifica. Gli articoli
“incriminati” sono due, il 21 e il 22. Con l’articolo 21 si tratta la
“Gestione delle acque sotterranee emunte” cioè la messa in sicurezza
della falda acquifera.
A essere oggetto di “semplificazione” è il decreto legislativo 152 del
2006, il cosiddetto Codice dell’Ambiente, di cui verrebbe sostituito
l’articolo 243. “Nei casi in cui – si legge – le acque di falda contaminate determinano
una situazione di rischio sanitario, oltre alla eliminazione della
fonte di contaminazione ove possibile ed economicamente sostenibile
(corsivo nostro, ndr) devono essere adottate misure di attenuazione
della diffusione della contaminazione conformi alle finalità generali e
agli obiettivi di tutela, conservazione e risparmio delle risorse
idriche”. L’intervento, insomma, è stabilito “ove possibile ed
economicamente sostenibile” senza precisare nemmeno a chi spetti la
valutazione circa la possibilità e l’economicità di tali misure.
“Sarebbe una vergogna perché fa cadere il principio europeo secondo cui
chi inquina paga” commenta al Fatto, il presidente dei Verdi, Angelo Bonelli.
Va inoltre aggiunto che “gli interventi di conterminazione fisica o
idraulica con emungimento e trattamento delle acque di falda
contaminate” – cioè gli unici realmente efficaci, secondo gli
ambientalisti – sono ammessi solo nei casi in cui non è altrimenti
possibile eliminare, prevenire o ridurre a livelli accettabili il rischio sanitario associato
alla circolazione e alla diffusione delle stesse. Una diminuzione
dell’efficacia, quindi, sancita per legge. All’articolo 22, invece, si
passa a una norma che sembra scritta apposta per risolvere il
contenzioso che si è aperto a Taranto in questi mesi. Sotto il titolo di
“procedura semplificata per le operazioni di bonifica o di messa in
sicurezza”, si legge che “Nei siti contaminati, in attesa degli interventi di bonifica e di riparazione del danno ambientale,
possono essere effettuati tutti gli interventi di manutenzione
ordinaria e straordinaria, di infrastrutturazione primaria e secondaria,
nonché quelli richiesti dalla necessità di adeguamento a norme di
sicurezza, e più in generale tutti gli altri interventi di gestione
degli impianti e del sito funzionali e utili all’operatività degli
impianti produttivi ed allo sviluppo della produzione”. Nessuno stop agli impianti,
dunque, come l’Ilva chiede da mesi in relazione alle disposizione del
Gip ma anche della Procura tarantina. “Si tratta di un gran favore
economico fatto agli inquinatori d’Italia, non solo a Taranto” commenta ancora Bonellli. “Se non saranno economicamente sostenibili gli interventi non saranno fatti”.
Altre misure di alleggerimento vengono previste anche per quanto
riguarda il permesso di costruire in caso di vincoli, per cui scatta il silenzio-assenso,
ma anche per le norme che regolano la Valutazione di impatto ambientale
(Via) per la quale scompare l’obbligo di pubblicazione del
provvedimento in Gazzetta Ufficiale e nel Bur regionale. Basterà la
pubblicazione sul sito web dell’Autorità competente. http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/10/06/ecco-lodo-salva-ilva-bozza-gia-pronta-per-prossimo-cdm/374954/
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