Chi si candida dovrà dire in modo chiaro cosa fare con le sempre più forti e preoccupanti infiltrazioni malavitose, come contrastarle. Lo stesso per rendere il Lazio una realtà adeguata, civile, moderna in materia di rifiuti attuando la vera raccolta differenziata, superando le malattie, l'inquinamento, la devastazione, l'aggressione all'economia dela discarica di Borgo Montello. Occorre cercare fusti tossici e altri finti misteri (visto che sono il segreto di pulcinella che nessuno vuole investigare http://verdiecologistipontini.
Dal programma elettorale di Piero Marrazzo regionali del Lazio 2005
….una Regione dell’energia pulita…
Uno dei settori che sarà per noi cardine è quello energetico.
Oltre ad essere strategico per la competitività del sistema produttivo
regionale, il settore energetico della nostra Regione va da subito
inserito nel grande cambiamento che si apre con l’approvazione del
Protocollo di Kyoto: vogliamo essere la prima Regione che rispetti i
dettami del Protocollo, che tagli il livello delle proprie emissioni.
Ma di più.
Siamo convinti che questa sia una delle grandi opportunità di crescita
del futuro; ed è con questa convinzione che lavoreremo per far
divenire quella dell’energia pulita una delle industrie di punta della
nostra Regione: significa favorire le produzioni di energia
alternativa, significa incentivare standard di costruzione capaci di
ridurre i consumi di energia negli edifici e nel settore industriale;
significa orientare lo sforzo pubblico – dalla formazione, alle
politiche, alle erogazioni finanziarie – verso questi obiettivi;
significa solo veicoli a basso tasso di emissione per il trasporto
pubblico; significa aumento dell’efficienza energetica e verifica
della compatibilità di tutti gli impianti per ridurre l’emissione di
gas per il riscaldamento; significa estensione delle aree verdi;
significa focalizzare i bandi per l’innovazione tecnologica, che
finora distribuiscono risorse in modo incoerente, in modo che siano
finalizzati alle tecnologie ed ai processi di tipo “Kyoto” (energie
pulite, idrogeno).
A fronte di strategie di medio e lungo periodo, occorrerà invece un
intervento per impedire la conversione a carbone della centrale di
Civitavecchia, riprendendo il confronto con l’ENEL per verificare le
condizioni di una modifica del progetto per l’utilizzo di combustibili
meno inquinanti, nel quadro del nuovo piano energetico regionale e
comunque mediante l’utilizzo delle migliori tecnologie disponibili.
Il nostro protocollo di Kyoto
Approvare un nuovo piano energetico-ambientale che verifichi
l’ulteriore fabbisogno di energia soprattutto nel sud della Regione
valutando la compatibità ambientale delle tecnologie e delle
localizzazioni di eventuali nuovi impianti, che rilanci le fonti
energetiche rinnovabili ed investa nell’innovazione tecnologica per
giungere alla produzione di energia dal vettore idrogeno.
Convocare subito una conferenza energetica propedeutica alla
costruzione del piano energetico-ambientale.
Avviare una politica di investimenti per garantire l’efficienza
energetica delle attuali centrali ed impedire le perdite di energia in
rete.
Adottare un piano regionale per il risparmio energetico e aumentare
l’efficienza energetica per apparecchiature sia di consumo familiare
che agricolo-industriale e nel terziario.
Prevedere l’obbligatorietà dell’installazione in tutti gli uffici
pubblici e nelle pubbliche illuminazioni delle lampade a basso consumo
che consentono risparmi di energia dell’80% e conseguentemente sulla
bolletta e incentivarne l’uso nelle abitazioni civili.
Inserire nella legge urbanistica criteri di efficienza energetica,
tecnologie costruttive, impiantistiche e fonte rinnovabili. Incentivi
per l’installazione dei pannelli fotovoltaici nelle case civili
edificate e obbligo dei pannelli per le nuove costruzioni.
Una legge per regolamentare l’installazione delle centrali eoliche al
fine di tutelare il paesaggio e le aree agricole montane.
Incentivare la produzione e l’uso di bio-carburanti.
Il programma per la provincia di Latina
Quello di LATINA è un territorio che vive una fase di passaggio: gli
anni successivi alla conclusione dell’intervento straordinario per il
Mezzogiorno hanno portato alla chiusura di molte imprese importanti,
soprattutto nei comparti maggiormente esposti alla competizione
internazionale come il tessile e il meccanico, con conseguenze
negative anche
per le piccole e medie aziende collegate con le filiere produttive di
riferimento.
Ma sono anche cresciuti alcuni comportanti: agroindustria competitiva,
turismo, edilizia, agricoltura e allevamento. Quest’ultimo costituisce
un bacino occupazionale e fonte di reddito di rilievo, a cui si lega
l’indotto delle piccole e medie Imprese che operano nell’ambito della
trasformazione dei prodotti agricoli.
Ma è mancata una capacita progettuale per rendere forte e competitiva
l’economia di questa Provincia. C’è bisogno di infrastrutture: è
un’area densamente urbanizzata, e sia il traffico di merci, sia il
trasporto di persone, sia il movimento turistico risentono della forte
inadeguatezza della rete viaria e ferroviaria, sia interna all’area
sia di collegamento ad altre aree metropolitane e commerciali
limitrofe.
Ma le infrastrutture devono essere economicamente fattibili e
compatibili con le vocazioni del territorio: per questo siamo contrari
al faraonico progetto del Corridoio Tirrenico, che è riuscito a
catturare l’attenzione, ma non ha ad oggi alcuna copertura finanziaria
da parte del governo nazionale. Questa nuova autostrada a sei corsie
collegherebbe la Pontina all’Appia e dovrebbe traversare terreni
agricoli di pregio, aree tutelate e Parchi. Per disegnarla
naturalmente non vi è stato alcun coinvolgimento delle amministrazioni
locali: un’opera quindi sbagliata e che ha distratto risorse e
attenzione alle cose realmente fattibili.
E’ bassa anche la qualità delle strutture portuali, sia di cabotaggio
e sia diportistiche, e fortemente inadeguate sono le infrastrutture
tecnologiche (disponibilità di “banda larga”). Un’insufficienza questa
che limita la competitività e la capacità di far lavorare appieno le
energie del territorio, a cominciare proprio da quelle
dell’agroalimentare.
Vi è, poi, una specificità di quest’area regionale. E’ quella della
sicurezza. Particolare preoccupazione desta, infatti, la pesante
infiltrazione locale della criminalità organizzata, legata alla
vicinanza geografica con aree a forte presenza camorristica, ed al
contesto di crisi di sviluppo in cui versa la Provincia.
Lavoreremo dunque per:
• rafforzare il ruolo della Provincia come asse di centralità dei
rapporti con le due grandi aree metropolitane del centro italia (Roma
e Napoli) e con gli altri poli di sviluppo, a cominciare da Frosinone;
• attivare politiche di sostegno e riconversione del sistema
industriale: favorire un più efficace raccordo con il sistema
universitario e della ricerca per ancorare le imprese multinazionali
al territorio, e scongiurare i fenomeni di delocalizzazione nei
settori del chimico e del farmaceutico;
• sostenere l’attrazione degli investimenti esteri, finalizzati alla
localizzazione di nuovi insediamenti produttivi e al mantenimento
degli impianti esistenti, con il raccordo operativo con i soggetti
istituzionali di riferimento (ICE, Sviluppo Italia, Agenzie regionali,
ecc.);
• istituire il “distretto lattiero-caseario” volto a promuovere la
vocazione locale e i prodotti tipici, per porre un freno al calo
produttivo delle piccole e medie imprese; fornire idonei strumenti
finanziari, anche per sostenere la crescita dimensionale delle imprese
e i processi di internazionalizzazione;
• realizzare eventi promozionali e azioni commerciali all’estero
miranti ad acquisire nuovi mercati in aree geografiche oggi
scarsamente presidiate; incentivare un maggiore raccordo con il
sistema Universitario per la ricerca e l’innovazione in agricoltura.
• potenziare il Porto di Gaeta, elemento essenziale per la logistica
delle merci e per lo sviluppo economico del Lazio Meridionale;
• migliorare in termini di qualità la rete di porti e approdi
turistici e i collegamenti con le isole;
• attuare in tempi brevi alcuni interventi infrastrutturali: messa in
sicurezza e adeguamento della via Pontina; pedemontana di Formia
(peraltro già inserita nelle tra le infrastrutture strategiche
individuate con la Legge Obiettivo e l’intesa Governo -
Regione del 20 marzo 2002,) realizzazione della Cisterna–Valmontone;
completamento della tangenziale SS. Appia a Cisterna di Latina, ed del
collegamento intermodale di Latina con la SS. 156;
• accordo di programma FF.SS. e Regione Lazio per il potenziamento di
questo asse della rete ferroviaria regionale, a fronte anche dei
binari che si libereranno con l’alta velocità;
• piano per la qualità complessiva del litorale Provinciale, definito
con i comuni interessati e con gli obiettivi di: riqualificazione
urbana, miglioramento della qualità delle acque, tutela degli arenili
e contrasto all’erosione delle coste;
• miglioramento dell’offerta turistica e valorizzazione dei beni
culturali e ambientali e azioni specifiche di promozione, in
particolare sui mercati tedeschi e del nord – Europa.
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