mercoledì 1 agosto 2012

Roma Sveva Belviso la vicesindaco che trotta troppo ancora guai per il campidoglio

SVEVA BELVISO, LA VICESINDACO CHE TROTTA TROPPO Roma, le polemiche sulle assunzioni. Alemanno sta zitto Ancora guai per il Campidoglio: un posto a un uomo vicino alla Magliana, poi un lavoro per la cognata Dagli opuscoli ai turisti agli spot in Romania La carriera in ascesa di una sopravvissuta a cinque rimpasti Il Fatto quotidiano 1 agosto 2012 di Paola Zanca Ha un velo nero calato sul viso, è incatenata davanti alla stazione de La Storta. Si è diffusa la notizia che una studentessa del Lesotho è stata stuprata proprio lì vicino. Mancano poche ore all'apertura dei seggi a Roma e Sveva Belviso si è già conquistata un posto da assessore. Negli ambienti della destra romana si è fatta conoscere da un pezzo: negli ultimi dieci anni è stata prima consigliere di opposizione per An e poi vicepresidente nel dodicesimo municipio. Ma oggi la conoscono ben oltre Roma Sud. È uscita indenne da cinque rimpasti di giunta. Fa la vice del sindaco Alemanno e ai romani sembra piaccia più di lui. Sarà per questo, dicono, che non la smettono di tirar fuori cose contro di lei? L'ultima è di ieri: nel suo staff – la Belviso ha la delega alle politiche sociali – si sono accorti che lavora la sorella del suo compagno. E prima della cognata, due giorni fa, si era scoperto che per un anno e mezzo ha lavorato con lei Maurizio Lattarulo, ex Nar, già condannato per aver riscosso il pizzo sui videopoker per conto della banda della Magliana. E ancora pochi mesi fa, quando si parlò di un suo interessamento in difesa di uno degli indagati nell'inchiesta sui Punti verdi qualità. LA BELVISO è nel mirino, dicono i suoi, la vogliono azzoppare. Trotta, come i cavalli della scuderia di suo marito. È grazie al suo contributo economico che ha fatto una campagna elettorale trionfale (indimenticato il maxi cartellone sulla Cristoforo Colombo): 3700 preferenze, la donna più votata di Roma. Quarant'anni l'anno prossimo, tre figli, laurea in psicologia. Si è inventata lo spot per le tv rumene, albanesi, moldave e nigeriane: “Vieni in Italia solo se hai un lavoro sicuro o potrai finire su marciapiede”. Non proprio una cartolina di benvenuto. A Natale ha spedito una social card da 100 euro a diecimila anziani. Quando è arrivata la neve si è inferocita: “È una vergogna che qualcuno abbia venduto le catene da neve a 3-400 euro perchè non ce n'erano abbastanza per tutti”. Si è ingegnata con la scatola rosa: un dispositivo satellitare da nascondere in macchina e azionare con il telecomando se si mette male. Ai turisti che arrivano negli hotel di Roma, invece, ha fatto trovare un opuscolo di addestramento: “P i ccole regole e consigli utili per godersi al meglio, e in sicurezza, la città, senza incappare, per esempio, in scippi o in piccole truffe”. Sempre molto rassicurante. Ma nonostante tutto, dicono destra e sinistra, è il volto più presentabile della giunta. Prima, da assessore ha vinto la faida interna al centrodestra (al suo posto hanno sacrificato Laura Marsilio). Poi, costretto dalle sentenze del Tar che lo hanno bastonato sulle quote rosa, Alemanno l'ha fatta vicesindaco. Non è un caso che il sindaco la mandi avanti nelle occasioni più scomode. HA MANDATO LEI a Tor Pignattara, il giorno dopo l'uccisione di un commerciante cinese e della figlia di sei mesi, quando tutti puntavano il dito contro la città trasformata in un far west. Ha spedito lei a prendersi i fischi alla cerimonia in ricordo di Walter Rossi, il giovane di Lotta Continua ucciso negli anni Settanta. Forse il sindaco pensava di scamparla, ma non ha considerato chi aveva vicino. Dietro la Belviso, c’è un pezzo importante del partito, quello capitanato dal senatore Pdl Andrea Augello. Così, sono bastate poche apparizioni in piazza per trasformarla nell’unica della giunta con una “c redibilità televisiva”, nell’a s s e ssore “più conosciuto di Roma”, nella sola ad avere “una empatia con la città”. Parola di chi il Campidoglio lo conosce bene. E si è abituato a vedere negli uffici cognati ed ex Nar.

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