giovedì 29 agosto 2013

SLOT, BOSS E RIFIUTI LA DISCARICA A ROMA È UNA SCATOLA CINESE

COMUNE E REGIONE APPLAUDIVANO AL SITO DI FALCOGNANA
MA LA SOCIETÀ CHE LO GESTISCE È FINITA SOTTO INCHIESTA
D E L L’ANTIMAFIA. SI INDAGA SU FIDUCIARIE E SOLDI SOSPETTI  di Valeria Pacelli
Il sito di Falcognana è
“idoneo” ad accogliere
la nuova discarica della
Capitale. Ma ci sono ancora
“aspetti logistici, tecnici ed
economici da definire”. Era l’8
agosto scorso e il neo sindaco di
Roma era pronto per dare la sua
benedizione all’accordo sul sito
che dovrà sostituire quello di
Malagrotta. La discarica al centro
di scandali e inchieste giudiziarie
doveva essere chiusa
entro il prossimo 30 settembre
e così si è pensato inizialmente
di spostarla vicino al Santuario
del Divino Amore. Pochi giorni
però, e di nuovo la bufera si è
abbattuta sull’amministrazio -
ne romana. Anche il sito di Falcognana
è finito sotto inchiesta
della procura di Roma. Due le
indagini che la riguardano: la
prima del pm Alberto Pioletti
che riguarda le possibili omissioni
sul piano delle autorizzazioni
a operare nella zona. La
seconda – più delicata – invece
riguarda uno strano caso di società
a scatole cinesi e spostamento
di denaro sul quale sta
indagando l’antimafia. Questo
secondo fascicolo è affidato al
pm Cristina Palaia della Dda.
STRANI GIOCHI SOCIETARI
La proprietaria della discarica
di Falcognana è la società Ecofer
Ambiente Srl, le cui quote sono
così ripartite: l’1% di Valerio
Fiori, il 39% alla fiduciaria Cordusio
(del gruppo Unicredit), e
il restante 60% alla Aria srl. Fin
qui nulla di strano se non fosse
che il 5 agosto scorso le quote
detenute dalla srl Aria – pari a
6.120 euro – sono state cedute
alla Sofir, una fiduciaria già finita
sotto inchiesta della procura
di Bologna perché avrebbe
scudato 225 milioni di euro di
capitali da San Marino. E qui
avvengono due stranezze. La
prima riguarda il fatto che pochi
anni prima, nel 2011, a detenere
quella stessa quota nella
Ecofer Ambiente srl, era proprio
la Sofir, che il 22 dicembre
del 2011 ha venduto la propria
quota alla Aria Srl, per poi riaverla
tra le mani un paio di anni
dopo. La seconda stranezza è
che la proprietaria della Aria srl
è per il 95 % la Sofir stessa. Insomma
la società vende e acquista
con se stessa. È questo spostamento
di soldi che non convince
gli inquirenti, che adesso
vogliono capire di chi è quel denaro
e soprattutto perché spostarlo
da una società all’altra.
I CLIENTI ILLUSTRI
Ma che cosa è la Sofir? Il Fatto ha
ricostruito tutta la composizione
della società tramite una serie
di visure. La Sofir ha un capitale
di 26mila euro. Circa 20
mila euro sono posseduti dalla
Class fiduciaria Srl. Questa a sua
volta è di un’altra società, la
Ghirlandina Fiduciaria e Trust
ha presentato un’interrogazio -
ne al ministro dell’Ambiente,
Andrea Orlando, chiedendo
“risposte celeri e dettagliate sul
processo di smaltimento dei rifiuti
a Roma”. Neanche a Brunetta
piace il sito della futura discarica.
Nel suo caso, potrebbe
rovinare la visuale di casa che si
trova proprio sull’Ardeatina.
srl con un capitale di 17 mila euro.
Propprietari della Ghirlandina
Fiduciaria sono due persone,
tali Pighi Francesco e Paolo
Panico, di cui non si sa nulla.
Sono queste le visure finite nella
relazione dei finanzieri del comando
provinciale e consegnate
al pm Cristina Palaia che indaga.
Come pure sulla scrivania
del procuratore ci finiranno le
carte dell’inchiesta di Bologna
sulla Sofir. La fiducia è finita
sotto inchiesta perché avrebbe
scudato 225 milioni di euro facendoli
rientrare in Italia da San
Marino. La Sofir però non è una
fiduciaria come un’altra. Tra i
suoi clienti ci sono nomi noti.
Dall’ex Unipol Giovanni Consorte,
al boss Nicola Femia detto
“Rocco”. Questi è stato arrestato
a gennaio scorso dalla procura
di Bologna. Oltre puntare
al mondo dei giochi on line e
delle video-slot, Femia era anche
colui che, infastidito dal
giornalista Giovanni Tizian,
ora sotto scorta, si lamentava al
telefono con un sodale, che rassicurava:
“La smette o gli sparo
in bocca e finita lì”.
LA PARTITA POLITICA
Adesso l’ultima parola sulla discarica
toccherà al commissario
Goffredo Sottile che nei giorni
scorsi sembrava d'accordo con
Zingaretti e Marino nella scelta
di Falcognana. Dopo giorni in
cui le polemiche hanno occupato
le pagine dei giornali locali,
ieri il presidente della Regione
Zingaretti ha rotto il silenzio e
sull’inchiesta dell’antimafia ha
dichiarato: “Si tratta di un’indagine utilissima ed è giusto che si
faccia luce su temi così delicati e
che non rimangano dubbi a
proposito. Su un tema così delicato
non ci deve essere nessun
dubbio”. Intanto la chiusura di
Malagrotta, prevista per il prossimo
30 settembre potrebbe
slittare. In alternativa l’Ama ha
già pubblicato un bando per
portare i rifiuti fuori dal Lazio. Il
bando sarà assegnato a dicembre-
gennaio e intanto si farà
una gara ad inviti provvisoria. Il
costo ipotizzato è di circa 15 milioni
di euro in quattro mesi.
Quello della discarica di Falcognana
sembra essere un problema
preso a cuore da molti esponenti
del Pdl. Renato Brunetta ha presentato un’interrogazio -
ne al ministro dell’Ambiente,
Andrea Orlando, chiedendo
“risposte celeri e dettagliate sul
processo di smaltimento dei rifiuti
a Roma”. Neanche a Brunetta
piace il sito della futura discarica.
Nel suo caso, potrebbe
rovinare la visuale di casa che si
trova proprio sull’Ardeatina. Il fatto quotidiano 29 agosto 2013

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