domenica 4 agosto 2013

Coste italiane: vietiamo ruspe e tir nelle nostre spiagge

ruspe al lavoro nella spiaggia di Cornino, Trapani
Prima di stendere il telo sulla sabbia provate a vedere di che pasta è fatta. L’innalzamento dei mari sta cambiando la geografia delle coste italiane cosicché, in molti casi, per non perdere porzioni di costa e turisti, le amministrazioni comunali sono costrette a ripascere le spiagge da ‘cave di sabbia marina’. Navi dotate di potenti sistemi di aspirazione vanno al largo e succhiano sabbia dai fondali per poi scaricarla sulle spiagge erose. Ma non sempre questa operazione va a buon fine: a Poetto, provincia di Cagliari, e a San Benedetto del Tronto i bagnanti hanno trovato mare nero e schiumoso e puzza ovunque. La sabbia importata era semplicemente incompatibile, un’altra rispetto a quella originaria.
Quali sono le conseguenze del ripascimento? Studi americani hanno dimostrato che l’erosione delle spiagge ‘ritoccate’ è due o tre volte più veloce rispetto a quelle ‘vergini’. Inoltre, questa attività è molto costosa e deve essere ripetuta periodicamente. Infine, viene alterato l’equilibrio biologico della costa. I bulldozer che si muovono sulla sabbia ne modificano la struttura e la consistenza disgregandone la compattezza e distruggendo tutti i principi nutritivi che attirano la vita marina. Se non c’è cibo, un volatile cambia costa.ruspe al lavoro nella spiaggia di Cornino, Trapani
Un’alternativa c’è. I sindaci che hanno a cuore le loro coste (e dunque anche il turismo) devono vietare la movimentazione della sabbia tramite mezzi meccanici invitando, per esempio, le scolaresche ad adottare le proprie spiagge. I ragazzi sarebbero ben contenti di divertirsi ripulendole manualmente dalle scorie accumulate in inverno. Così facendo si realizzerebbe un valido corso di educazione civica e un notevole risparmio economico e ambientale per il Comune. I volontari Wwf nelle oasi di Burano, Dune Forte dei Marmi o di Pescara, eseguono questa pratica con il risultato che le spiagge non sono più a rischio erosione, anzi oggi hanno le dune.
Queste sono una naturale barriera contro il fenomeno dell’innalzamento dei mari. Negli Stati Uniti, in Francia e Olanda, per stabilizzare le spiagge, anche in seguito a interventi di ripascimento, si restaurano dune preesistenti o se ne ricreano di nuove. Cambiare si può. Basta conoscere. http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/08/01/coste-italiane-vietiamo-ruspe-e-tir-nelle-nostre-spiagge/673777/

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