giovedì 29 agosto 2013

“Rivelazione di segreto”: indagato pm antimafia








FALCOGNANA
La discarica Ecofer a Falcognana, vicino Civitavecchia,
futuro sito per la nuova discarica di Roma, è già finita
sotto indagine della direzione distrettuale antimafia Ansa RAFFAELE MARINO, AGGIUNTO DI TORRE ANNUNZIATA, PARLAVA AL TELEFONO
CON UN BRIGADIERE POI ARRESTATO NELL’INCHIESTA SUI CASALESI “TITANO II” di Valeria Pacelli
e Nello Trocchia
C’è un’inchiesta
delicata che stanno
svolgendo in
gran segreto i
magistrati romani. Riguarda
Raffaele Marino ad oggi procuratore
aggiunto a Torre Annunziata,
in passato pm di punta
dell'anti-camorra napoletana
ma anche tra i 12 componenti
del Comitato direttivo
della Scuola superiore della
magistratura. L’inchiesta è affidata
al sostituto procuratore
Lina Cusano che ha ricevuto gli
atti dai colleghi napoletani e
che ha indagato Marino per rivelazione
del segreto d’ufficio.
Secondo l’accusa, il magistrato
avrebbe rivelato notizie di indagini
di altri colleghi partenopei
ad un agente che non faceva
parte della sua polizia giudiziaria.
L'uomo con il quale Marino
avrebbe avuto contatti è Carmine
Confuorto ed è un brigadiere
dei carabinieri, ad oggi in
congedo, di 47 anni. Confuorto
è finito implicato in una inchiesta
della distrettuale antimafia
di Napoli. É stato arrestato dal
nucleo investigativo di Caserta
lo scorso aprile nell'ambito dell'operazione
denominata “Titano
II”, il secondo troncone di
una mega indagine che aveva,
in una prima fase, scompaginato
gli interessi del clan dei Casalesi
a San Marino. Secondo
l'accusa, il brigadiere, all'epoca
impiegato presso l'antimafia
partenopea, avrebbe fatto sparire
un fascicolo che conteneva
delicati verbali di una testimone
che lui stesso aveva ascoltato,
fascicolo di cui era titolare il
pm della direzione distrettuale
antimafia Catello Maresca. L'operazione
“Titano II” dell'aprile
scorso ha coinvolto diversi
esponenti riconducibili alla famiglia
Schiavone dei Casalesi.
E l'ex brigadiere Confuorto si
sarebbe adoperato per aiutare
il coindagato Giuseppe Massarini
a mettere da parte una ditta
concorrente nel servizio dei
trasporti scolastici di Castel
diere gli parlava al telefono
usava un linguaggio in codice.
Circostanza che il Gip Isabella
Iaselli stigmatizza: “vicenda
che desta viva preoccupazione
tenuto conto che Confuorto è
un brigadiere in servizio presso
gli uffici della Procura della Repubblica
di Napoli”.
PRIMA DI FINIRE in arresto,
però, Carmine Confuorto è stato
intercettato per mesi. Le sue
conversazioni sono finite sui
nastri della procura. Ed è proprio
in quel periodo che avrebbe
avuto diversi contatti con il
magistrato Raffaele Marino.
Questi - che sentito da Il Fatto
preferisce non commentare -
avrebbe parlato al telefono con
Confuorto di alcune indagini
dei colleghi partenopei. Bisogna
comunque ricordare che il
magistrato parlava al telefono
con un brigadiere dei carabinieri,
che però, non faceva parte
della propria polizia giudiziaria.
Quelle intercettazioni però
hanno destato sospetto nei colleghi
napoletani, che hanno in-
Volturno, comune in provincia
di Caserta. L'inchiesta della
Procura di Napoli, condotta
dai pm Giovanni Conzo, Antonello
Ardituro, Catello Maresca,
Maurizio Giordano e Cesare
Sirignano, ha coinvolto 26
persone, di cui quattordici finite
in galera. Confuorto è indagato
per falso in relazione al
fascicolo sparito. Paga il sostegno
prestato all'indagato Giuseppe
Massarini, che gli inquirenti
considerano vicino ai Casalesi.
Troppo stretti i rapporti
con Massarini tanto che nelle
intercettazioni quando il brigaviato gli atti, per competenza,
alla procura di Roma. E così
Marino è finito implicato in
una vicenda troppo delicata.
Proprio lui, da sempre in prima
linea contro il malaffare e vittima
di minacce. Come le lettere
dei clan recapitategli ad
aprile del 2010. “Se non la smetti
di dare fastidio, questi proiettili
saranno per te e per quelli
che ti stanno intorno", gli intimavano.
Nella busta inviatagli
due anni fa c'erano anche sette
proiettili. Allora pagava indagini
condotte senza sconti contro
il crimine organizzato. Adesso
paga quelle parole dette al telefono
con il brigadiere Confuorto.
Il fascicolo è stato secretato
dalla Procura di Roma che
intanto sta cercando di capire il
grado di coinvolgimento del
magistrato partenopeo. Il fatto quotidiano 28 agosto 2013

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