SCEMPIO EVITATO
“Ma sui Beni culturali siamo allo sbando”
“Ora paghiamo
i tagli voluti
da Berlusconi
Il ministro
Ornaghi si è
fatto notare per
la sua assenza”
Alessandro Ferrucci
P rofessore Salvatore Settis,
ci spiega l’impor tanza
di Villa Adriana?
È uno dei siti archeologici
più importanti al mondo: la
Villa privata di un Imperatore
molto particolare.
Da che punto di vista?
Adriano era un architetto, un
uomo colto, amante della
cultura greca. Le fonti ci rivelano
che lui stesso progettava.
E la Villa era una residenza
arredata in modo
straordinario: le sue statue e i
suoi mosaici sono nei grandi
musei del mondo, da quando
si è iniziato a scavare nel
’600. Poi c’era un’i n t e gra z i one
straordinaria con il paesaggio,
che negli ultimi anni
è andata progressivamente
persa a causa dell’incuria e
dei pochi fondi. Oltre al calo
dei visitatori nonostante il
bollino Unesco.
Magari questa storia ha
portato nuova notorietà
alla Villa...
Sarebbe bello, ma lo Stato deve
tornare a curarla come
merita, stiamo pagando il taglio
ai Beni culturali voluto
da Berlusconi nel 2008.
Oltre un miliardo...
Di più: ci avviciniamo al miliardo
e mezzo di euro. E ora
si iniziano a vedere gli effetti
di una politica del genere.
Perché solo adesso?
Semplice: progressivamente
stanno terminando i fondi
già programmati e stanziati.
L’incuria di Villa Adriana è il
corrispettivo esatto dei crolli
di Pompei o della Domus Aurea
a Roma. Ma in Italia abbiamo
anche altre situazioni
p re o c c u p a n t i .
Come la Cappella degli
Scrovegni a Padova.
Un caso clamoroso! Lì gli affreschi
di Giotto, incunabolo
di tutta la pittura occidentale
europea, sono in pericolo. A
pochissima distanza hanno
iniziato a scavare le fondamenta
per realizzare due torri
enormi, quando in tutta la
zona incide una falda acquifera
che già penetra nei sotterranei
della Cappella.
Il ministro Ornaghi è inter
venuto?
Totalmente assente. C’è
qualche timida iniziativa della
Soprintendenza locale,
niente più.
Possibile?
Purtroppo è così. In compenso
il sindaco di Firenze,
Renzi, ha dichiarato che Ornaghi
andrà a Palazzo Vecchio
per visitare quei buchi
orribili sugli affreschi di Vasari.
Vogliono cercare un
Leonardo che non c’è.
A questo punto le chiedo
un giudizio generale sul
tecnico Ornaghi.
Premesso: non è un tecnico
dei Beni culturali e questo lui
lo sa benissimo. Per fortuna
nel caso di Corcolle si è fatto
sentire, aiutato dall’inter vento
del ministro Clini. Spero
vivamente che l’episodio segni
una svolta nel suo impegno
al Mibac. Per adesso
sembra aver avuto pochissima
voglia di fare il ministro.
Però ha trovato il tempo
per commissariare il Maxxi
a Roma.
Lasciamo perdere. Pensi: in
quel caso ha defenestrato
uno dei migliori funzionari
italiani, Pio Baldi, in un altro
ha legittimato Marino Massimo
De Caro, mercante di libri,
sospettato di furti, a dirigere
la biblioteca Girolamini.
Lei prima ha nominato
Clini. Il ministro dell’A mbiente,
assieme a Ornaghi,
si è occupato di “i nchini”
dopo la tragedia
della Concordia. A Venezia
le navi da crociera entrano
ancora.
Il governo dopo essersi stracciato
le vesti per il disastro
del Giglio, ha trovato una soluzione:
le grandi navi non si
possono avvicinare a meno
di 400 metri dalla costa, con
l’eccezione di Venezia. Quindi,
il luogo più delicato d’Italia
non è tutelato.
Magari non c’è pericolo...
A marzo ero a Venezia quando
una di queste navi ha rotto
gli ormeggi. Per fortuna
sono intervenuti due rimorchiatori
che erano nei paraggi.
Forse per risolvere il problema
aspettano un incidente.
Quando è all’estero, qual
è l’aspetto che più la colpisce.
Cosa vorrebbe impor
tare?
Al Louvre o al Prado gente
come De Caro non sarebbe
mai entrata. Da noi non si ragiona
per competenze, ma
per amicizie. Eppure Ornaghi
non sente l’esigenza di
scusarsi. Almeno il suo predecessore,
Galan, ha ammesso
di averlo preso su consiglio
di Dell’Utr i. Il fatto quotidiano 26 maggio 2012
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