venerdì 25 maggio 2012

scempio beni culturali evitato a Villa Adriana, il professor Settis ne spiega l'importanza

 SCEMPIO EVITATO
“Ma sui Beni culturali siamo allo sbando” “Ora paghiamo i tagli voluti da Berlusconi
Il ministro Ornaghi si è fatto notare per la sua assenza”
Alessandro Ferrucci
 P rofessore Salvatore Settis, ci spiega l’impor tanza di Villa Adriana? È uno dei siti archeologici più importanti al mondo: la Villa privata di un Imperatore molto particolare. Da che punto di vista? Adriano era un architetto, un uomo colto, amante della cultura greca. Le fonti ci rivelano che lui stesso progettava. E la Villa era una residenza arredata in modo straordinario: le sue statue e i suoi mosaici sono nei grandi musei del mondo, da quando si è iniziato a scavare nel ’600. Poi c’era un’i n t e gra z i one straordinaria con il paesaggio, che negli ultimi anni è andata progressivamente persa a causa dell’incuria e dei pochi fondi. Oltre al calo dei visitatori nonostante il bollino Unesco. Magari questa storia ha portato nuova notorietà alla Villa... Sarebbe bello, ma lo Stato deve tornare a curarla come merita, stiamo pagando il taglio ai Beni culturali voluto da Berlusconi nel 2008. Oltre un miliardo... Di più: ci avviciniamo al miliardo e mezzo di euro. E ora si iniziano a vedere gli effetti di una politica del genere. Perché solo adesso? Semplice: progressivamente stanno terminando i fondi già programmati e stanziati. L’incuria di Villa Adriana è il corrispettivo esatto dei crolli di Pompei o della Domus Aurea a Roma. Ma in Italia abbiamo anche altre situazioni p re o c c u p a n t i . Come la Cappella degli Scrovegni a Padova. Un caso clamoroso! Lì gli affreschi di Giotto, incunabolo di tutta la pittura occidentale europea, sono in pericolo. A pochissima distanza hanno iniziato a scavare le fondamenta per realizzare due torri enormi, quando in tutta la zona incide una falda acquifera che già penetra nei sotterranei della Cappella. Il ministro Ornaghi è inter venuto? Totalmente assente. C’è qualche timida iniziativa della Soprintendenza locale, niente più. Possibile? Purtroppo è così. In compenso il sindaco di Firenze, Renzi, ha dichiarato che Ornaghi andrà a Palazzo Vecchio per visitare quei buchi orribili sugli affreschi di Vasari. Vogliono cercare un Leonardo che non c’è. A questo punto le chiedo un giudizio generale sul tecnico Ornaghi. Premesso: non è un tecnico dei Beni culturali e questo lui lo sa benissimo. Per fortuna nel caso di Corcolle si è fatto sentire, aiutato dall’inter vento del ministro Clini. Spero vivamente che l’episodio segni una svolta nel suo impegno al Mibac. Per adesso sembra aver avuto pochissima voglia di fare il ministro. Però ha trovato il tempo per commissariare il Maxxi a Roma. Lasciamo perdere. Pensi: in quel caso ha defenestrato uno dei migliori funzionari italiani, Pio Baldi, in un altro ha legittimato Marino Massimo De Caro, mercante di libri, sospettato di furti, a dirigere la biblioteca Girolamini. Lei prima ha nominato Clini. Il ministro dell’A mbiente, assieme a Ornaghi, si è occupato di “i nchini” dopo la tragedia della Concordia. A Venezia le navi da crociera entrano ancora. Il governo dopo essersi stracciato le vesti per il disastro del Giglio, ha trovato una soluzione: le grandi navi non si possono avvicinare a meno di 400 metri dalla costa, con l’eccezione di Venezia. Quindi, il luogo più delicato d’Italia non è tutelato. Magari non c’è pericolo... A marzo ero a Venezia quando una di queste navi ha rotto gli ormeggi. Per fortuna sono intervenuti due rimorchiatori che erano nei paraggi. Forse per risolvere il problema aspettano un incidente. Quando è all’estero, qual è l’aspetto che più la colpisce. Cosa vorrebbe impor tare? Al Louvre o al Prado gente come De Caro non sarebbe mai entrata. Da noi non si ragiona per competenze, ma per amicizie. Eppure Ornaghi non sente l’esigenza di scusarsi. Almeno il suo predecessore, Galan, ha ammesso di averlo preso su consiglio di Dell’Utr i. Il fatto quotidiano 26 maggio 2012

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