domenica 27 maggio 2012
Latina minacce al Pm che indaga sulla discarica di Borgo Montello
Latina, minacce al pm che indaga sulla discarica di Borgo Montello
Recapitata al magistrato Giuseppe Miliano una lettera con una
pallottola. Proprio la settimana prossima inizierà davanti al Gup
l'udienza per diversi reati connessi alla discarica, cui sono legati
molti misteri della camorra e un lungo traffico di rifiuti pericolosi
di Andrea Palladino | 27 maggio 2012
“Una pallottola costa solo 50 centesimi”. Una minaccia chiara, diretta e
preoccupante quella ricevuta nei giorni scorsi dal Pm di Latina
Giuseppe Miliano, magistrato che da diversi anni segue i reati
ambientali nel sud pontino. Nel suo archivio ha moltissime indagini
delicate, soprattutto sul sistema di gestione dei rifiuti nella zona
compresa tra il fiume Astura e il Garigliano, fino alle porte con la
provincia di Caserta. Sua è la firma sulla richiesta – poi accolta – di
custodia cautelare per Romolo Del Balzo, ex presidente della commissione
lavori pubblici della Regione Lazio, coinvolto in una gestione più che
sospetta dei servizi ambientali a Minturno, che ha portato in carcere un
importante imprenditore del settore. E sua è l’inchiesta sulla
Terracina Ambiente, il gestore della monnezza che vede tra i soci il
gruppo Colucci, principale azienda attiva nella raccolta e gestione dei
rifiuti in provincia di Latina.
Il fascicolo più delicato riguarda, però, la collina di veleni e misteri
al confine con il comune di Nettuno, Borgo Montello. Una discarica nata
negli anni ’70 come una semplice buca dove finivano i sacchetti di
immondizia di Latina, divenuta oggi il secondo invaso della regione
Lazio, diviso a metà tra la Ind.eco (Gruppo Grossi di Milano) e la
Ecoambiente (azienda mista con all’interno il comune di Latina, la
Unendo di Colucci e il gruppo dell’avvocato Manlio Cerroni). Martedì
prossimo inizierà davanti al Gup l’udienza per decidere il rinvio a
giudizio di diversi manager e direttori di Ecoambiente, indagati dal pm
Giuseppe Miliano per avvelenamento delle falde acquifere. Un processo
chiave, che dovrà ricostruire una parte della storia di questo piccolo
borgo di 3000 abitanti, dove nel 1995 don Cesare Boschin, il parroco in
prima fila nella lotta contro la discarica, venne trovato incaprettato
nella sua canonica. Fu un omicidio rimasto senza colpevoli e senza una
verità, che ancora oggi rappresenta un vero mistero. Solo due mesi fa un
giornalista di una testata locale, La Provincia, aveva chiesto di poter
consultare il fascicolo chiuso in archivio tra i casi irrisolti e senza
neanche un sospettato. Nulla da fare, il procuratore di Latina Andrea
De Gasperis - noto per aver condotto le prime indagini sulla morte di
Ilaria Alpi – ha negato l’accesso.
E’ una procura di frontiera quella dove lavora il Pm Giuseppe Miliano.
Mentre apriva la lettera con le minacce, a Borgo Montello le ruspe
iniziavano a scavare il vecchio sito S0, alla ricerca dei fusti tossici.
Un collaboratore di giustizia dei casalesi - Carmine Schiavone - fin
dal 1996 aveva raccontato che quella discarica, negli anni ’80, era zona
loro. Decine di “soldati” pagati all’epoca 3 milioni di lire
presidiavano il territorio, dal Garigliano fino alle porte di Roma. Nomi
mai usciti fuori, indagini condotte con grandi difficoltà dalla
Direzione distrettuale antimafia di Roma che hanno portato alla scoperta
di quel cartello attivo nella città di Fondi guidato dai fratelli
Tripodo, recentemente condannati come esponenti della ‘ndrangheta in
provincia di Latina. Gruppi criminali cresciuti negli ultimi trent’anni
grazie ad un’alleanza – confermata da diverse sentenze – stretta con i
casalesi.
Tra gli affari più redditizi – ricordava Schiavone – c’erano i rifiuti e
quella collina di Borgo Montello, dove alcuni esponenti incensurati e
insospettabili della famiglia Schiavone di Casal di Principe
acquistarono delle terre, vendute recentemente al gruppo Ind.eco, pronto
a sfruttarle per ampliare gli impianti di trattamento dei rifiuti.
Mentre la discarica cresceva i viaggi dei camion sospetti continuavano.
Gli abitanti ancora oggi ricordano la meticolosità di don Cesare Boschin
nell’annotare quello che accadeva. Ogni domenica andava a visitare le
famiglie dei coloni veneti che contornano la discarica, vendendo le
copie di Famiglia cristiana. E ascoltava. Le donne gli raccontavano con
preoccupazione di viaggi realizzati dai figli verso la Toscana e
l’Emilia Romagna, alla guida di camion che tornavano carichi di bidoni. I
cacciatori ancora oggi hanno davanti agli occhi le montagne di rifiuti
farmaceutici che incontravano attorno all’invaso ufficiale dove finiva
la monnezza della provincia di Latina. Racconti che sono stati
puntualmente riscontrati dalle analisi che il Pm Giuseppe Miliano e
l’Arpa Lazio hanno realizzato negli ultimi due anni nella zona di Borgo
Montello, scoprendo quei veleni di origine industriale che hanno
contaminato le falde acquifere.
Sulle minacce al magistrato di Latina c’è il massimo riserbo. Nessun
commento è trapelato dalla Procura, nessuna pista sembra per ora
prevalere. Ma un segnale inquietante ed importante per quella terra di
‘ndrangheta e camorra chiamata provincia di Latina, alle porte della
capitale.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/05/27/latina-minacce-miliano-responsabile-dellinchiesta-borgo-montello/242979/
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