sabato 19 maggio 2012

energie rinnovabili, associazioni chiedono aiuto alle regioni

Rinovabili

Appello degli ecologisti alle regioni
"Non uccidete le energie pulite"

I principali gruppi ambientalisti scrivono ai politici locali per difendere la modifica dei decreti che soffocano questo tipo di impianti sotto il peso della burocrazia. "Serve un sistema flessibile basato sul mercato" di ANTONIO CIANCIULLO

 POCHI giorni fa i lander tedeschi hanno bocciato i tagli agli incentivi per il fotovoltaico voluti da Angela Merkel perché "mettono in pericolo gli investimenti che hanno creato molti posti di lavoro". Ora i principali gruppi ecologisti (Legambiente, Wwf, Greenpeace, Kyoto club, Fondazione per lo sviluppo sostenibile, Symbola) rivolgono un appello alle Regioni italiane per difendere la modifica dei decreti che soffocano le rinnovabili sotto il peso della burocrazia. "La proposta governativa dell'obbligo dei registri anche per i piccoli impianti allunga i tempi e i costi rendendo impossibile ottenere un prestito bancario e quindi portando a una paralisi totale del settore", spiega Gianni Silvestrini, direttore scientifico del Kyoto Club. "Se il problema è una riduzione del peso degli incentivi noi indichiamo una via alternativa che dà gli stessi vantaggi economici senza uccidere le energie pulite".

Secondo le associazioni ambientaliste si può adottare un approccio molto più efficiente ed efficace basato sulla diminuzione automatica delle tariffe al superamento di certi scaglioni di potenza. In questo modo il mercato si autoregolerebbe. Ad esempio, riducendo la tariffa per il fotovoltaico del 2% ogni 150 megawatt installati si otterrebbe lo stesso risultato di attenuazione del peso degli incentivi indicato dal governo senza l'incubo dei registri. Meno burocrazia, più efficacia. "Sembra purtroppo prevalere un atteggiamento punitivo: invece di accompagnare la necessaria riduzione degli incentivi con un alleggerimento degli oneri burocratici, vengono introdotte nuove pastoie", si legge nel comunicato delle associazioni. "I provvedimenti sulle rinnovabili elettriche proposti dal governo rischiano di affossare un comparto che ha tutte le carte per divenire l'asse portante della green economy e della rivoluzione energetica avviata a livello mondiale. Si deve cambiare strada e sostituire a un sistema dirigista e  burocratico basato sui registri un sistema flessibile basato sul mercato".

Il forte ritardo, più di otto mesi, nella emanazione dei decreti sulle rinnovabili colpisce il settore proprio nel momento in cui la crescita stava dando importanti risultati sia in termini di elettricità prodotta (26%) che di posti di lavoro (più di 100 mila). Ad esempio la produzione da fotovoltaico nel mese di aprile 2012 ha toccato il record: 7,44% di tutta la produzione elettrica del mese (5,5% come media del primo quadrimestre). Una tendenza confermata a livello mondiale. Il prezzo del fotovoltaico è diminuito del 75% rispetto a tre anni fa. Anche il costo dell'eolico nel 2011 è sceso e il risultato è che nel corso dell'anno la capacità elettrica del settore delle rinnovabili è cresciuta globalmente di 83 gigawatt . Complessivamente gli investimenti sulle rinnovabili, secondo un recente studio del Pew Charitable Trusts, hanno raggiunto i 263 miliardi di dollari nel 2011, con un aumento del 6.5% rispetto al 2010.

L'Italia è considerata il paese che potrebbe raggiungere per primo, nel giro di pochissimi anni, il traguardo della grid parity, cioè la competitività dei prezzi dell'energia solare rispetto alle fonti tradizionali nel luogo di produzione. E il successo delle rinnovabili consentirebbe di raggiungere gli obiettivi europei al 2020 (evitando le sanzioni), di ridurre le importazioni di combustibili fossili (cancellando oltre  60 miliardi di rosso nella bilancia commerciale), di ridare fiato all'economia. (18 maggio 2012) © Riproduzione riservata http://www.repubblica.it/ambiente/2012/05/18/news/appello_fotovoltaico-35389976/

Nessun commento:

Posta un commento