“Abbiamo fermato i barbari
del Terzo millennio”
I COMITATI RILANCIANO: “NE S SUN’ALTRA CAVA,
SERVE UN PIANO SERIO PER I RIFIUTI DEL LAZIO”
“Grazie a chi
si è schierato
con noi: Franca
Valeri, Antonio
P a d e l l a ro ,
Sabina Guzzanti
e gli altri”
di Nello Trocchia
Nei pressi della Villa
campeggia una scritta:
“Adriano scatena
l'inferno”. Una invocazione,
una preghiera laica
impressa su uno striscione
per scongiurare l'incubo
pattumiera. Sotto un cuore
diventato il simbolo della
protesta anti-discarica. Protesta
pacifica che ha attraversato
l'oceano con le petizioni
firmate da docenti e
presidi di facoltà internazionali.
“Il mondo ha sollevato
un bel vallo – ricorda il musicista
e attivista anti-discarica
Alberto Marchetti – come
quello che aveva fatto
Adriano per fermare i barbari,
noi abbiamo fermato i
barbari del Terzo millennio”.
Dopo 7 mesi la battaglia è
vinta, i comitati si ritrovano
nel primo pomeriggio per
festeggiare davanti alla Villa
Adriana che ormai è salva. Il
nuovo sito previsto per il
dopo Malagrotta, il mega invaso
che serve Roma da 30
anni, non sarà realizzato a
700 metri dalla zona di rispetto
della residenza dell'imperatore
Adriano. La notizia
arriva a metà mattina: il
Consiglio dei ministri ha
detto no alla discarica in zona
Corcolle, al confine tra
Roma e Tivoli, il prefetto
Giuseppe Pecoraro si è dimesso
da commissario per
l'emergenza. Parte un
tam-tam di messaggi tra i
componenti del comitato
che fin dall'inizio si sono
mobilitati in difesa del sito,
patrimonio dell'Unesco.
“Ieri il ministro dei Beni culturali
Lorenzo Ornaghi – r icorda
Gianni Innocenti, comitato
anti-discarica – è venuto
a Corcolle, quello che
non ha fatto il commissario
Pecoraro. Ornaghi si è reso
conto che da Villa Adriana si
vedeva la parete della cava
dove sarebbe sorta la discarica.
Così ha vinto il buon
senso”.
AL BRINDISI di metà pomeriggio
arrivano tutti. I comitati
mettono in fila le personalità
del mondo della cultura
e del cinema che si sono
spesi per la villa: “Franca Valeri,
Sabina Guzzanti, Philippe
Daverio, Antonio Padellaro,
Urbano Barberini”. I turisti
e le scolaresche guardano
divertiti i festeggiamenti.
Gabriella Cinelli gestisce il
ristorante di famiglia di fronte
alla villa, prende emozionata
il libro dei ricordi. “Ha
vinto la memoria. Villa Adriana
ha sorpreso gli intellettuali
del mondo della cultura. In
questo volume ho conservato
le firme dei grandi da Fellini
a Togliatti, da Mastroianni
a Bergman”. Una vittoria
che è anche una dedica racchiusa
nei versi di Adriano:
Animula, vagula, blandula, piccola
anima smarrita e soave.
“L'idea folle di Pecoraro –
conclude Gabriella – se realizzata,
avrebbe sconfitto la
nostra anima”. E c'è chi evoca
una staffetta culturale in
difesa del sito, patrimonio
dell'Unesco. “Abitavo nella
villa – ricorda Tito – mio padre
era custode, ricordo la
battaglia condotta negli anni
Sessanta per salvare la residenza
dell'imperatore.
Quando mi hanno detto che
volevano fare la discarica ho
pensato che la storia si ripete”.
Vittorina è una professoressa
in pensione, insegnava
italiano e latino al liceo:
“È stato evitato uno sfregio.
Abbiamo festeggiato alla
notizia delle dimissioni di
Giuseppe Pecoraro”. Il prefetto
che esce sconfitto così
come la governatrice del Lazio
Renata Polverini che aveva
difeso la scelta di Corcolle.
Un brindisi che è anche
consape volezza.
I RIFIUTI prodotti dalla
città di Roma ora dovranno
trovare un altro buco e si sono
persi sette mesi inseguendo
siti inidonei, mentre la
raccolta differenziata, nella
capitale, è ferma al 25 per
cento. La legge prevede che
si raggiunga il 65 per cento
entro il dicembre di quest'anno.
Sono circa due mila
le tonnellate che ogni giorno
finiscono in discarica senza
alcun trattamento in violazione
della normativa vigente.
“Non è sufficiente – r icorda
Gianni Innocenti – s a l va re
Corcolle e condannare un'altra
cava. Fino a quando non
ci sarà un piano serio dei rifiuti
nel Lazio, non si può
gioire completamente”.
Arriva il momento del brindisi
liberatorio. I comitati si
fanno immortalare in una foto
e tra i più giovani c'è Giuliano
che, con la villa alle
spalle, scrigno di storia e memoria,
evoca Peppino Impastato,
intellettuale e giornalista,
ucciso dalla mafia nel
1978: “Aveva ragione lui.
Brindiamo alla bellezza”. Il fatto quotidiano 26 maggio 2012
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