Sindaco di Napoli
R ivo l u z i o n e c iv i l e è morta, Ingroia no
Ma il flop non è mio Non saròio a dire che
Di Pietro è finito, ma il
ciclo dell’Idv è terminato. Domani
invece con Antonio ci vediamo
e ripartiamo: sono state
candidate troppe facce vecchie,
dobbiamo tornare alle idee originarie,
poi inquinate da decisioni
che non ho condiviso.
Leader nazionale? C’è tempo
di Beatrice Borromeo
Rivoluzione Civile è morta, ma
Antonio Ingroia no”. Una settimana
dopo la “grande delusione”
per i risultati elettorali, il sindaco
di Napoli Luigi De Magistris è pronto a
ripartire: “Lunedì ceno con Ingroia a Roma,
è tempo di decidere come procedere”.
Sindaco De Magistris, non pensa che Ingroia
ormai si sia bruciato?
Niente affatto. La sua candidatura è stata
coraggiosa e sono convinto che Antonio sia
una grande risorsa per il Paese,
così come altri volti del
movimento che hanno alle
spalle storie importanti, da
Ilaria Cucchi a Sandro Ruotolo.
Chiederà a Ingroia di rinunciare
alla magistratura?
La sua aspettativa elettorale
sta scadendo, è tempo di
fare delle scelte. E penso
che convenga a tutti avere
un personaggio del calibro
di Antonio impegnato in
politica. Ma sono convinto
che per ricostruire il movimento
dobbiamo recuperare
le idee originarie, che
sono state poi inquinate da
scarso coraggio e sbagli palesi,
come quello di includere
vecchi partiti invece di
puntare solo su nomi nuovi
della società civile.
Non potevate pensarci prima?
Io ho espresso
mesi fa, in cabina
di regia, il
mio parere sulla
candidatura di politici
navigati. Alla fine la
scelta è stata di Ingroia.
Pensa sia quello l’u n i co
motivo del flop?
No, hanno pesato anche altri
fattori: avevamo scarse
risorse economiche, siamo
stati bombardati da giornali
e avversari politici, e
poi è evidente che non abbiamo
brillato in campagna
elettorale. Ma non si
può dare la colpa a Ingroia:
per imparare a fomentare
la gente c’è bisogno di tempo, e ne abbiamo
avuto troppo poco.
In molti hanno pensato che la candidatura di
Ingroia fosse prematura: perché non avete
aspettato?
Lo scorso novembre lo spazio politico per un
movimento come Rivoluzione Civile era immenso:
avevamo più credibilità di Grillo per
governare ed eravamo percepiti come una
novità. Poi la catena di errori: nelle liste c’erano
facce vecchie. In Calabria, dove ho lavorato
per anni, il primo calabrese in lista era
al sesto posto. Le candidature sono state calate
dall’alto.
Tra i volti noti c’era anche quello di Antonio
Di Pietro: anche lui continua a essere una risorsa
o sparisce assieme a Rivoluzione Civile?
La stagione di quei partiti è finita. Poi, per
carità, anche Berlusconi era dato per morto e
invece è resuscitato: non sarò io a dire che Di
Pietro è finito, ma sicuramente il ciclo dell’Italia
dei Valori si è chiuso.
Ingroia ha dato la colpa della sconfitta a Bersani,
è d’a ccordo?
Un’alleanza con il Pd avrebbe richiesto molto
più tempo per consolidarsi. E poi non era
facile per loro dialogare con Ingroia:
la vicenda del presidente
Napolitano era
ancora troppo fresca.
Non me la
sento di puntare
il dito.
Morta Rivoluzione
Civile, si
ricomincia dal
movimento
Arancione?
È troppo presto
per pensare a
simboli e nomi.
Ora gli spazi mediatici
sono chiusi:
ci aspettano mesi di ingovernabilità e la
stampa si occuperà di quello. Però possiamo
ricominciare immediatamente a lavorare sul
territorio: lì gli spazi ci sono eccome. L’elettorato
di Grillo è fluttuante e potrebbe
riconoscersi nelle nostre proposte.
Molto dipenderà anche da come il Movimento
Cinque Stelle gestirà questa fase di incertezza.
Lei cosa si aspetta?
Penso si formerà un governo senza maggioranza
parlamentare, che cercherà i voti di
volta in volta. Emergerà una figura autorevole
in grado di guidare la transizione.
Chi?
Non ho idea. Ma la situazione è preoccupante:
non abbiamo un governo, una maggioranza,
nemmeno un Papa e tra poco scadrà
pure il settennato del capo dello Stato.
Grillo non potrà continuare a sfilarsi.
Lei non ha mai nascosto di puntare a un
ruolo di primo piano nella politica nazionale.
E tra poco potremmo tornare alle
urne. Si candiderà?
L’idea è affascinante. Ma proprio
in queste ore ho deciso che farò il
sindaco a tempo pieno. Il mio
mandato è molto difficile e non è
compatibile con un impegno diretto
alle prossime politiche. Soprattutto
se saranno tra pochissimi
mesi.
Quanto ha pesato, su questa sua
decisione, la batosta elettorale?
Ammetto che la sconfitta politica
c’è, ed è di tutti. Ma in proporzioni
diverse. Non lo considero un flop
personale perché io non ero candidato:
quando in passato ho chiesto i
voti, a Bruxelles come a Napoli, sono
sempre arrivato primo. È stato Ingroia,
a questo giro, a metterci la faccia. Non io.
Non ancora.
Twitter: @BorromeoBea Il fatto quotidiano 3 marzo 2013
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