L’acqua è un diritto di tutti e deve restare pubblica. Per ribadire questo principio nel giorno in cui si celebra la Giornata mondiale dell’acqua,
in tutta Italia è partita una mobilitazione a sostegno di un’iniziativa
dei cittadini europei che punta a ottenere da Bruxelles un risultato
concreto: le risorse idriche devono essere messe fuori dal mercato e al riparo dai tentativi di privatizzazione.
Anche il neopresidente della Camera,
Laura Boldrini, si è mostrata attenta al problema. ”L’acqua pubblica torni ad essere un
diritto umano universale e fondamentale, come stabilisce una
risoluzione dell’Onu di
tre anni fa – si legge in un messaggio della terza carica dello Stato –
Impegnarsi a promuovere attività concrete in sua difesa è un dovere.
Per la politica italiana è un dovere doppio,
lo hanno chiesto espressamente i cittadini con i referendum del 2011”.
Gli italiani, votando “sì” con percentuali pari al 95, 66% e al 96,11%
ai due quesiti sull’acqua, avevano indicato chiaramente quale fosse la
loro posizione: sull’acqua non si devono fare profitti e le risorse
idriche vanno amministrate in base a criteri di
equità e giustizia sociale, e non secondo logiche di mercato.
Le speranze sono state, però, in parte disattese: secondo quanto denuncia il
Forum italiano dei movimenti per l’acqua, promotore dei due quesiti referendari, la
nuova tariffa transitoria per
il servizio idrico integrato, introdotta dall’Autorità per l’energia
elettrica e il gas, non rispetta pienamente l’esito dei referendum: per
questo, il Forum e Federconsumatori hanno presentato, lo scorso 7 marzo,
ricorso al Tar della Lombardia.
Non solo: il Forum ha promosso,
per il weekend dal 22 al 24 marzo, una mobilitazione generale su tutto il territorio nazionale, con una serie di eventi per sostenere una
raccolta di firme a livello europeo, promossa con la nuova formula dell’
Ice (Iniziativa
dei cittadini europei). Il problema dell’acqua pubblica non sta a cuore
solo agli italiani, ma riguarda tutti gli abitanti dell’Ue. Attraverso
l’Ice, un nuovo strumento introdotto dal
Trattato di Lisbona, cittadini e organizzazioni della società civile hanno presentato alla Commissione europea
un’iniziativa legislativa sull’acqua pubblica. Per renderla effettiva, bisogna raccogliere in 12 mesi
un milione di firme in almeno sette Paesi membri; per ogni Paese, inoltre, è stabilita una quota minima, che in Italia è di 54.750 firme.
L’iniziativa dei cittadini europei sulle risorse idriche ribadisce, fin
dal titolo, che l’acqua potabile e i servizi sanitari sono diritti umani fondamentali, e che l’acqua è un bene comune, non una merce. Per questo, i cittadini esortano la Commissione europea a proporre una normativa che promuova, tra l’altro, “l’erogazione di servizi idrici e igienico-sanitari in quanto servizi pubblici fondamentali per tutti”. Si chiede inoltre che “l’approvvigionamento in
acqua potabile e la gestione delle risorse idriche non siano soggetti
alle logiche del mercato unico, e che i servizi idrici siano esclusi da
ogni forma di liberalizzazione”.
A sostegno dell’iniziativa, il 22 marzo sono in programma manifestazioni e raccolte di firme in
diversi Paesi membri dell’Unione europea: dalla Finlandia al
Portogallo, passando per la Germania e la Grecia, il calendario degli
eventi è fitto. In Italia, dal 22 al 24 marzo, l’agenda è altrettanto
ricca di appuntamenti, promossi dal Forum dei movimenti per l’Acqua e
dalla Cgil funzione pubblica. Banchetti informativi e di raccolta delle
adesioni sono stati allestiti in numerose città, e sono inoltre previsti
dibattiti pubblici e conferenze sul tema delle risorse idriche.
Il 21 marzo la petizione europea aveva raccolto quasi 1 milione e
300mila firme, e la soglia minima era già stata superata in cinque Paesi
su sette (Germania, Austria, Belgio, Slovenia e Slovacchia). Altre
nazioni sono vicine al raggiungimento del quorum, come Finlandia,
Lussemburgo, Lituania e persino Grecia e Cipro, nonostante le gravi
difficoltà finanziarie. Perché disporre di acqua pulita è e deve restare
un diritto di tutti i cittadini.
Giornata Mondiale dell’Acqua: 10 fatti devastanti che dovreste sapere
-
Viviamo su un pianeta umido e senza l’acqua non saremmo capaci di
sopravvivere. Ma in paesi come la Cina le industrie tessili sversano
cocktail mortali di sostanze tossiche nei fiumi. Basta dare un’occhiata
alle foto di seguito per avere un’idea di quanto la situazione sia
critica.
Dal 2011 con la campagna Detox siamo riusciti a convincere alcuni marchi globali della moda – tra cui
Benetton, Zara, H&M e Victoria Secret - a eliminare le sostanze tossiche pericolose dalla proprie filiere e con il nostro progetto
thefashionduel.com chiediamo
lo stesso al mondo dell’alta moda. A nessuno piace l’idea di indossare
un vestito contaminato dalle sostanze tossiche ma ancora di meno
dovrebbe piacerci l’idea che queste sostanze inquinino l’acqua pulita
utilizzata da centinaia di migliaia di persone nel Sud del mondo.
Oggi
è la giornata Mondiale dell’Acqua, il giorno perfetto per ricordare
alle case d’alta moda come Prada, Dolce&Gabbana e Chanel dieci fatti
sull’acqua di cui probabilmente non sono al corrente. Sono certa che interessano a tutti voi.
10 FATTI CHE DOVRESTE CONOSCERE SULL'INQUINAMENTO DELL'ACQUA: 1. La maggior parte dell’acqua del Pianeta sta negli oceani e
solo il 2,5% della riserva idrica globale è acqua potabile;
2. Solo in Cina
320 milioni di persone non hanno accesso ad acqua potabile pulita;
3. Il 40% dell’acqua di superficie in Cina è inquinata;
4.
Il 20% dell’acqua da bere in Cina è considerata contaminata, a volte con sostanze chimiche cancerogene;
5. Una
recente indagine di Greenpeace ha
dimostrato che la maggior parte dei vestiti prodotti dai grandi marchi
della moda, tra cui GAP e Calvin Klein, contengono sostanze tossiche
pericolose;
6. Alcune di queste sostanze possono interferire gravemente con il
sistema ormonale ed alcune diventano cancerogene una volta rilasciate in acqua;
7.
Ogni anno vengono prodotti 80 miliardi di capi d’abbigliamento a livello globale, undici per ognuna delle persone che abitano il Pianeta;
8. Si stima che ognuno di noi (uomo, donna e persino i bambini ancora nelle pance delle loro madri) si porta
addosso centinaia di sostanze chimiche. Incluse quelle che vengono rilasciate nell’ambiente dall’industria tessile;
9.
Greenpeace sta lavorando affinchè i marchi globali della moda si
impegnino nell’eliminazione totale delle sostanze tossiche dalle proprie
filiere, rendendo pubbliche le azioni intraprese per raggiungere l’
obiettivo Scarichi Zero attraverso le campagne internazionale Detox e The Fashion Duel;
10.
Alcuni importanti brand del mondo della moda ci hanno ascoltato. Tra questi Zara, Victoria Secret e in Italia Benetton e Valentino.

Purtroppo
altri marchi fanno orecchie da mercante quando si parla di
contaminazione dell’acqua da sostanze tossiche. E oggi, nella Giornata
Internazionale dell’Acqua, non ci sembra proprio il caso. Per questa
ragione vi chiediamo di far sentire la vostra voce e aiutarci a c
onvincere marchi come Prada, Dolce&Gabbana, Trussardi, Versace e Armani a liberarsi dalla sostanze tossiche e accettare la sfida per un’acqua e una moda più pulita.
Scrivi adesso alle aziende della moda per chiedergli di ripulirsi dalle sostanze tossiche.Aiutateci
a difendere il diritto all’acqua pulita di milioni di persone,
difendere la nostra salute e quella dei nostri figli e dare un futuro
al Pianeta.
Chiara Campione, project leader di The Fashion Duel
@chiaracampione P.S.
Per decine di migliaia di persone in Cina l’acqua inquinata è una
realtà di tutti i giorni. Nella Giornata Internazionale dell’Acqua
celebrate insieme a noi il coraggio di tutti coloro che combattono per
un diritto umano e ambientale che gli viene negato da troppo tempo ormai
guardando e condividendo questo
toccante documentario.
Insieme possiamo amplificare la loro voce.
Categorie inquinamento http://www.greenpeace.org/italy/it/News1/blog/giornata-mondiale-dellacqua-10-fatti-devastan/blog/4445
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