sabato 30 marzo 2013
il pareggio di bilancio ambientale Luca Mercalli prepariamoci
Il pareggio di bilancio ambientale
RISORSE SCARSE
È appena uscitq per
Chiarelettere una nuova
edizione di “Pre par iamoci”, del
meteorologo Luca Mercalli.
Pubblichiamo una parte della
premessa alla nuova edizione .
di Luca Mercalli
Nell’aprile del 2012 è stato
inserito nella Costituzione
italiana il pareggio di bilancio.
Ma c’è un bilancio estremamente
più importante per
la nostra vita, che prima di essere
soggetta ai capricci dell’economia
è ferreamente dominata
da flussi di energia e materia:
è quello delle valute “fisiche”
disponibili sul pianeta
Terra. Un dato che, per quanto
denso di conseguenze per il futuro
dell’umanità, nessuno
considera strategico, né si inserisce
nelle costituzioni, salvo
forse in quella dell’Ecuador.
In sostanza, non si possono
prelevare dal conto terrestre
più risorse di quante i sistemi
naturali siano in grado di rigenerare,
né immettere rifiuti e
inquinanti più di quanto la
biosfera sia in grado di metabolizzare.
L’Overshoot Day
definisce la data in cui il nostro
conto corrente con l’ambiente
è andato in rosso. Nel 2012 ciò
è successo già il 22 agosto, il che
vuol dire che tutto quello che
abbiamo consumato dopo
quella data lo abbiamo “rubato”
alla natura, dilapidando
una parte del capitale, con conseguenze
talora irreversibili,
come il riscaldamento globale
o l’estinzione di specie viventi.
IL PAREGGIO DI BILANCIO
mondiale è stato rispettato più
o meno fino alla metà degli anni
Settanta, quando l’umanità
contava 3,5 miliardi di individui.
Oggi siamo 7 miliardi,
consumiamo e inquiniamo come
non mai e preleviamo l’equivalente
di una Terra e mezza.
La biosfera è un sistema resiliente,
ciò vuol dire che per
brevi periodi può sopportare
uno stress senza collassare, a
patto che si rientri nei limiti fisici
imposti dalle leggi universali
che governano i cicli biogeochimici,
il clima, la riproduzione
della fauna ittica, la rigenerazione
delle foreste. Ma, un
po’ come accade a un motore
lanciato a folle corsa, quando la
lancetta del contagiri entra in
zona rossa, bisogna ridurre la
velocità, altrimenti si sbiella.
Stranamente l’economia mondiale
appare preoccupatissima
del rallentamento dei giri del
motore e invoca un’ulteriore
accelerazione che secondo i
modelli ecologici porterebbe
attorno al 2050 alla necessità
dell’equivalente di due pianeti,
dei quali evidentemente non
disponiamo. Ovvero il motore
salta e la macchina si ferma di
botto, con gravi conseguenze
per la società e per l’ecosiste -
ma.
La spending review, oggi tanto
di moda, dovrebbe includere
anche le risorse fondamentali
da cui dipendiamo: suolo, acqua,
energia, biomassa, carico
inquinante. Una riduzione dei
giri governata con saggezza per
riportarci nei limiti concessi
dall’unico pianeta che abbiamo
è il solo atteggiamento razionale
a cui ricorrere, e sarebbe assurdo
non considerarlo proprio
ora che la ricerca scientifica
ci mette a disposizione tanti
dati affidabili su cui costruire
gli scenari futuri, scegliendo
quelli più favorevoli ed evitando
le trappole del sovrasfruttamento.
LA SFIDA È ENORME, antropologicamente
parlando l’uo -
mo deve mutare il proprio paradigma:
da un cieco inseguimento
della crescita fine a se
stessa a un’economia basata su
uno stato stazionario, energie
rinnovabili e rifiuti riciclabili. È
un obiettivo per nulla facile da
perseguire, né esistono ricette
preconfezionate, tuttavia ciò
che la comunità scientifica invoca
invano da anni è una disponibilità
all’ascolto del mondo
economico e politico, alla ricerca
di soluzioni nuove e condivise
che tengano conto dell’enorme
posta in gioco, ovvero
la sopravvivenza della specie
per un periodo dello stesso ordine
di grandezza del nostro
cammino evolutivo precedente,
diciamo duecentomila anni.
Sotto le isteriche oscillazioni
dello spread, di cui i giornali ci
informano ossessivamente in
prima pagina, c’è un debito con
la natura che non si potrà contrattare
in nessun parlamento,
neanche in quello nuovo, appena
eletto. Il fatto quotidiano 30 marzo 2013
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento