sabato 30 marzo 2013

perfino il commissario boccia il Tav Venezia Trieste spreco di miliardi

PERFINO IL COMMISSARIO BOCCIA IL TAV VENEZIA-TRIESTE BORTOLO MAINARDI È STATO NOMINATO DAL GOVERNO BERLUSCONI PER FAVORIRE LA GRANDE OPERA. MA ANCHE SECONDO LUI È INUTILEL’INVESTIMENTO Invece di spendere 12 miliardi di euro per l’Alta velocità, basterebbero 800 milioni per ammodernare i vecchi binari IL CONTESTO L’intero progetto si fonda sullo sviluppo del corridoio europeo Lisbona-Kiev che quasi certamente non partirà mai di Giorgio Meletti La cosa potrebbe sembrare talmente ovvia da non essere una notizia. Un signore ha detto che la ferrovia ad alta velocità da Venezia a Trieste non si farà, se va bene, prima del 2040. Perché non ci sono i soldi. La notizia è che la sentenza, che se la dice un No-Tav viene tacciata di disfattismo ideologico, viene da uno dei più autorevoli sacerdoti del Sì-Tav: il commissario governativo per la Venezia- Trieste, Bartolo Mainardi. MAINARDI, noto architetto 62enne di Calalzo di Cadore, è stato nominato due anni fa dal governo Berlusconi, della cui filosofia delle cosiddette Grandi Opere è stato sempre uno dei più fedeli e impegnati interpreti. Nel 2003 l'allora ministro delle Infrastrutture Pietro Lunardi lo nominò nientemeno che Commissario per le Grandi Opere Strategiche del Nord-Est, nel 2008 il ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo l'ha voluto nella Commissione Via, quella che verifica l'impatto ambientale delle nuove infrastrutture. Dunque Mainardi, all'indomani della manifestazione anti- Tav di sabato scorso in Val di Susa, ha fatto due conti e ha scoperto ciò che a molti è evidente da tempo: “Da Verona a Trieste ci vogliono poco meno di 12 miliardi di euro, dove andiamo a prenderli? Meglio ristrutturare le linee ferroviarie esistenti”. Secondo l'architetto si può far crescere il traffico passeggeri e merci sulla linea tradizionale spendendo solo 800 milioni, per esempio eliminando i passaggi a livello. “Oggi la Venezia-Trieste è sfruttata al 40 per cento”. Se la linea storica venisse messa in efficienza, raggiungerebbe la saturazione non prima del 2040, secondo i calcoli del commissario governativo. ATTENZIONE: la saturazione avverrebbe nel prossimo quarto di secolo in seguito alla auspicata, ma non certa, esplosione del traffico nei porti del nord Adriatico. “E comunque”, ha detto Mainardi a La Nuova Venezia, “non abbiamo la disponibilità di 4 miliardi e 400 milioni per la tratta Verona- Padova, tanto meno quella dei 7 miliardi 3 400 milioni per la Mestre-Trieste”. “Finalmente anche Mainardi si è accorto che prima di fare nuove linee è meglio intervenire sui cosiddetti colli di bottiglia delle vecchie”, festeggia Laura Puppato, unica esponente Pd conseguentemente ostile ai mega progetti Tav. Il merito di Mainardi è di dire, come il ragazzino della favola, che il re è nudo. La Venezia- Trieste ad alta velocità è un'opera talmente inutile che neppure la Madre di tutte le Grandi Opere, il piano Tav del 1991, la inserì nello schema del progetto. Il Tav da Milano si fermava a Padova, dove peraltro non è ancora arrivato perchè ancora ci si chiede che senso ha l'alta velocità su una tratta che in 250 chilometri (il minimo che andrebbe fatto non stop per dare un senso alla velocità stessa) incontra Bergamo, Brescia, Verona, Vicenza, e Padova prima di arrivare a Venezia. La Venezia-Trieste poi ha il suo unico senso nel completamento del mitico corridoio 5 che dovrebbe collegare Lisbona a Kiev passando per la Padania. Si tratta ovviamente di un mito privo di collegamento con la realtà, ma utile a far avanzare i cantieri e gli interessi delle società di costruzione e progettazione. Infatti in Val di Susa si dice che non si può interrompere il Corridoio 5, senza voler ammettere che da Lisbona a Kiev quelli sono gli unici cantieri aperti, mentre a Venezia si dice che bisogna fare la Milano-Trieste sennò la Torino-Lione non serve a niente. Solo che neppure in Slovenia, in Francia, in Spagna e in Portogallo si sta costruendo qualcosa che abbia a che fare con il trasporto di merci su rotaia. g. meletti@ ilfattoquotidiano. it Il Fatto quotidiano 30 marzo 2013

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