venerdì 8 febbraio 2013

Landini sbrana Berlusconi offende gli onesti

Landini sbrana il Caimano: “Offende gli onesti”
IL DUELLO SU RAITRE: BERLUSCONI CERCA VOTI, PROMETTE IL CONDONO E L’AMNISTIA (PERFETTA PER IL PROCESSO RUBY)
di Sara Nicoli
C’è un uomo che ferma
Berlusconi davanti alle
sue responsabilità di sempre.
È Maurizio Landini, il leader
della Fiom. Che ieri sera, durante
la trasmissione Leader di
Lucia Annunziata, lo ha messo
spalle al muro. Facendolo diventare
livido di rabbia. Sui
fatti.
Davanti alle promesse pirotecniche
del Caimano di condoni
tombali e di tagli draconiani
dell’Irap, Landini – con
la consueta forza dialettica –
ha respinto gli spot elettorali
con perdite: “Lei sta parlando
a lavoratori dipendenti e pensionati
che pagano da sempre
le tasse – ha detto Landini –
questo è un uno schiaffo a chi
paga le tasse e lei, in questo
senso, ha delle responsabilità
come presidente del Consiglio”.
Berlusconi ha risposto
inviperito, consapevole del
colpo “mediatico” assestatogli
dall’avversario “sindacalista,
che non ha fatto la Bocconi e a
mala pena la terza liceo, ma sa
di cosa ha bisogno la gente”:
“Non parli a me di tasse – ecco
la risposta del Caimano – sono
il primo contribuente italiano!
Sono molto orgoglioso di esserlo.
Il mio gruppo, da quanto
è stato fondato, ha versato 8
miliardi di imposte”.
Non è stata una grande serata
per il Cavaliere a caccia di centomila
voti. Quelli che gli
mancherebbero per conquistare
l’ambito sorpasso sul Pd.
E per conquistarli è sembrato
pronto davvero a tutto. Persino
annunciare di essere deciso
a dare il condono “tombale e
anche edilizio perché porta
nelle casse dell’Erario molti
milioni”. Oppure a concedere
il via libera alle “coppie di fatto,
anche se gay” come ha fatto
nel pomeriggio di ieri. Quindi,
a puntare sull’amnistia per
svuotare le carceri, un provvedimento
da fare “nei primi
cento giorni”. E che servirebbe,
però, anche a lui. Sarebbe
una sorta di salva Ruby nuova
di zecca, per cancellare la condanna
che teme di più. Ma intanto,
meglio cercare di catturare
l’elettorato.
E COSÌ, ECCOLO a Raitre privo
di supporters solo per poter
prendere “tutto per sé” lo spazio
della trasmissione. “Perché
il Milan – si è giustificato - è già
in ritiro perché deve incontrare
il Cagliari”. Poi ha aggiunto
più serio: “Tutti quelli che
avrebbero potuto essere qui
sono impegnati nella campagna
elettorale”. Ma il pungolo
è rimasto lo stesso: la giustizia.
“Volevo cambiare molte situazioni
ma poi i Fini, i Casini e i
Follini mi hanno sempre ostacolato
e alla fine non ce l’ho
fatta. Volevo modernizzare il
Paese, volevo fare la rivoluzione
liberale, ma non l’ho fatta
per due motivi: non ho avuto la
maggioranza, non ho convinto
gli elettori, e poi ci sono i piccoli
partiti che non ragionano
mai secondo un interesse generale,
ma secondo il loro particolare
interesse che si identifica
con quello dei loro piccoli
leader”. Però, ha rivendicato
“ho portato a termine tutte
le promesse fatte”. Come anche
per l’Ici: “Avevo promesso
che l’avrei abolita nel 2008 e
l’ho fatto nel primo consiglio
dei ministri: abbiamo sempre
pensato che la casa fosse sacra,
nell’Imu che avevamo pensato
noi non era prevista la prima
casa”. Dunque, secondo il Cavaliere,
la restituzione dell’Imu
è “atto simbolico giusto e doveroso
per una ricucitura con
lo Stato. Quindi, una “precisa -
zione attesa”: “Se andrò al governo,
farò un condono tombale,
anche edilizio”. Quindi il
rilancio: l’abolizione dell’Irap
per le imprese. Il tutto, il più
presto possibile. Perché servono
i centomila voti, una disperata
corsa contro il tempo. A
Berlusconi, più che i condoni e
i tagli (impossibili) delle tasse,
serve l’amnistia. È perfetta per
il processo Ruby. Ma il nemico
vero è Monti, prima della giustizia
da riformare. Prima lo
aveva sfottuto: “Lo abbiamo
visto quanto sono bravi i professori
della Bocconi, Monti ha
rovinato l'Italia!”. Poi, però,
davanti all’annuncio del raggiunto
accordo a Bruxelles sul
bilancio dell’Europa, è andato
giù durissimo: “É chiaro che la
Germania che ha tenuto il matrimonio
tra Monti e Bersani
con Merkel e con Schäuble come
testimone. La Germania ha
adottato Monti che fa tutto ciò
che dice la Germania, è più tedesco
che italiano''. Il fatto quotidiano 9 febbraio 2013

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