sabato 16 febbraio 2013
Clini il governo fa il regalo a chi inquina per 15 anni niente controlli
Clini libera tutti: il governo
fa un regalo a chi inquina
BLITZ SULL’AUTORIZZAZIONE AMBIENTALE: 15 ANNI SENZA CONTROLLI
LA DENUNCIA
ANGELO BONELLI
RIVOLUZIONE CIVILE “È un dono
elettorale
per un sistema produttivo
che lo stava
aspettando con ansia
di Marco Palombi
Un vero servitore
dello Stato non
dorme mai, nemmeno
mentre tutti
gli altri sono distratti dalla
campagna elettorale, da Sanremo
o dal gran rifiuto di Joseph
Ratzinger. E infatti il ministro
dell’Ambiente, Corrado Clini,
ha portato e fatto approvare
venerdì in Consiglio dei ministri
il decreto che istituisce la
nuova Autorizzazione unica
ambientale (Aua) per le Piccole
e medie imprese, che ingloba
una serie di adempimenti burocratici
in vigore fino ad oggi.
Bene, si dirà, semplificare è
giusto. Vero in generale, ma il
diavolo – al solito – si nasconde
nei dettagli e la linea che separa
uno snellimento burocratico
dalla deregulation è sottilissima:
“Più che una semplificazione
– denuncia Angelo
Bonelli, leader dei Verdi e candidato
di Rivoluzione Civile –
è un tana libera tutti per chi
inquina, un regalo elettorale
per un sistema produttivo che
lo stava aspettando con ansia:
l’interesse dell’impresa a risparmiare
tempo e denaro è
prevalente rispetto alla tutela
dell’ambiente e della salute”.
Non ci si lasci nemmeno ingannare
dal fatto che le nuove
norme riguarderanno solo le
Pmi. Questo non è affatto un
provvedimento di nicchia: piccole
e medie sono quelle imprese
che hanno meno di 250
dipendenti e una cinquantina
di milioni di fatturato annuo, a
spanne l’80% di chi produce in
Italia.
ORA VEDIAMO nel dettaglio
quali sono gli aspetti più preoccupanti
di questa norma. Intanto,
all’articolo 3, la lunghezza
straordinaria di questa nuova
autorizzazione: si passa dai
cinque anni attuali a ben 15.
Curiosamente lo stesso governo
ammette che tanto il Consiglio
di Stato quanto le commissioni
parlamentari gli avevano
fatto presente che quel
lasso di tempo è un po’ troppo
lungo: purtroppo “non è stato
possibile accogliere tale suggerimento
in quanto alla predetta
riduzione conseguirebbe un
aumento degli oneri a carico
delle imprese” e questo contrasta
con la lettera del decreto.
Semplificazioni di febbraio,
che è la fonte primaria di questo
regolamento.
In questi 15 anni, potrebbe
pensare qualcuno, ci saranno
però allora frequenti controlli e
un rilevante apparato di sanzioni
per chi non rispetta le regole.
Macché: all’articolo 9 si
prescrive che ci sarà solo un
monitoraggio annuale sull’at -
tuazione della nuova Aua (vale
a dire sul fatto se la semplificazione
funziona). Controlli e
sanzioni? Non ci sono. Anche
stavolta il governo ammette
nella sua relazione che entrambi
gli erano stati richiesti dalle
Regioni, ma – purtroppo anche
stavolta – non si può perché ci
si è dimenticati di inserirli nel
dl Semplificazioni e quindi il
regolamento non li può creare
dal nulla. E così potranno lavorare
per 15 anni praticamente
senza controlli robette come
inceneritori, discariche, fonderie,
raffinerie e impianti pericolosi
d’ogni genere. Lo si evince
anche dalle correzioni all’ar -
ticolato originale che Il Fatto
Quotidiano ha potuto visionare:
la prima formulazione escludeva
infatti dal rinnovo semplificato
“scarichi di sostanze
pericolose”, “emissione di sostanze
cancerogene, tossiche
per la riproduzione o mutagene
o di sostanze di tossicità e
cumulabilità particolarmente
elevate” e via dicendo, previsione
poi cancellata con un bel
tratto nero in orizzontale.
NON BASTASSE, grazie alla
soppressione di un comma del
Codice Ambientale, la nuova
Autorizzazione unica potrà essere
per così dire parcellizzata,
ovvero concessa senza “consi -
derare l’insieme degli impianti
e delle attività” presenti nello
stabilimento che la richiede.
Non manca nemmeno qualche
elemento pazzoide: le regioni
potranno infatti “definire ulteriori
criteri per la qualificazione
delle modifiche sostanziali”
e altri cambiamenti minori, finendo
in sostanza per complicare
la giungla normativa e costringendo
imprese che lavorano
su più territori a seguire regole
diverse per ottenere lo
stesso via libera.
Infine, una nota di colore: il governo
che voleva abolire le Province
– e il premier che vuole
abolirle se gli italiani lo voteranno
– ha deciso che il soggetto
a cui fa capo il rilascio della
nuova Aua saranno... le Province.
L’attivismo di fine mandato
di Clini, peraltro, non si
limita alla deregulation ambientale
per le Pmi, ma include
un controverso decreto che
permetterà ai cementifici di
bruciare nei loro impianti il cosiddetto
Css (combustibili solidi
secondari). Il dl ha avuto il
parere contrario della commissione
Ambiente della Camera,
ma il ministro ha già annunciato
che questo non sarà sufficiente
a fermarlo: quel parere
non è vincolante. La curiosa
motivazione dei tecnici del ministero
è che molti cementifici
già bruciano il petcoke, che è
molto più inquinante del Css,
quindi con le nuove regole ci
sarebbe un miglioramento delle
emissioni in atmosfera. Ora,
a parte l’idea che il problema
dei rifiuti si risolve solo con la
combustione, c’è il fatto che
bruciando Css i cementifici inquinano
assai di più rispetto ai
“normali” inceneritori e possono
per di più farlo a norma di
legge, visto che hanno limiti di
emissione più alti. “Clini dovrebbe
dare a Monti consigli
per l’Agenda green – conclude
Bonelli – ma tra decreti sull’Il -
va, silenzio assenso per costruire
persino in aree protette, tagli
ai parchi nazionali e questi ultimi
atti può al massimo scrivergli
l’Agenda black”. Il fatto quotidiano 17 febbraio 2013
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento