Questa mattina attivisti di Greenpeace travestiti da orsi polari hanno
fatto irruzione in una delle sei raffinerie di Shell in Europa a
Fredericia, Danimarca, per protestare contro i piani dell’azienda di
trivellare nell’Artico.
Gli
attivisti hanno coperto il logo di Shell con il logo della campagna
Save the Arctic, usato già al Grand Prix di F1 in Belgio domenica
scorsa.
“Shell è a capo della corsa al petrolio nell’Artico, uno degli ecosistemi più fragili e vulnerabili del pianeta. Gli orsi polari sono saliti sulla raffineria per far conoscere al mondo intero i pericolosi piani di Shell nell'Artico” ha dichiarato Helene Hansen, membro del movimento savethearctic.org presente sul tetto della raffineria.
Shell aveva già tentato di trivellare in Alaska, ma a seguito di una serie di errori, tra cui una piattaforma arenata ed una incendiata, è stata costretta ad abbandonare i suoi piani. Malgrado ciò l’azienda ha concluso un accordo con il gigante russo Gazprom per esplorazioni nella Russia Artica, dove le norme di tutela ambientale sono più deboli e gli incidenti molto più frequenti.
“Siamo qui per conto di quasi 4 milioni di persone per tracciare sui ghiacci una linea di confine che chiediamo a Shell di non oltrepassare. L’Artico è dimora di specie uniche come gli orsi polari e i trichechi e di comunità locali che vi abitano da millenni. Uno sversamento di petrolio in quest’area metterebbe in serio pericolo tutto l'ecosistema. L’Artico merita la nostra protezione, non lo sfruttamento da parte di compagnie petrolifere” continua Helen Hansen.
“Shell spende milioni di euro in pubblicità e non vuole far sapere al pubblico dei suoi piani di trivellare nell’Artico. I nostri attivisti stanno smascherando la verità che si nasconde dietro il logo di Shell. Questo è solo l’inizio della nostra campagna”, dichiara Ben Ayliffe, Campaigner di Greenpeace International.
“Shell è a capo della corsa al petrolio nell’Artico, uno degli ecosistemi più fragili e vulnerabili del pianeta. Gli orsi polari sono saliti sulla raffineria per far conoscere al mondo intero i pericolosi piani di Shell nell'Artico” ha dichiarato Helene Hansen, membro del movimento savethearctic.org presente sul tetto della raffineria.
Shell aveva già tentato di trivellare in Alaska, ma a seguito di una serie di errori, tra cui una piattaforma arenata ed una incendiata, è stata costretta ad abbandonare i suoi piani. Malgrado ciò l’azienda ha concluso un accordo con il gigante russo Gazprom per esplorazioni nella Russia Artica, dove le norme di tutela ambientale sono più deboli e gli incidenti molto più frequenti.
“Siamo qui per conto di quasi 4 milioni di persone per tracciare sui ghiacci una linea di confine che chiediamo a Shell di non oltrepassare. L’Artico è dimora di specie uniche come gli orsi polari e i trichechi e di comunità locali che vi abitano da millenni. Uno sversamento di petrolio in quest’area metterebbe in serio pericolo tutto l'ecosistema. L’Artico merita la nostra protezione, non lo sfruttamento da parte di compagnie petrolifere” continua Helen Hansen.
“Shell spende milioni di euro in pubblicità e non vuole far sapere al pubblico dei suoi piani di trivellare nell’Artico. I nostri attivisti stanno smascherando la verità che si nasconde dietro il logo di Shell. Questo è solo l’inizio della nostra campagna”, dichiara Ben Ayliffe, Campaigner di Greenpeace International.
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