Il fascicolo riguarda il progetto "New Eden" per opere di sviluppo nel settore idraulico nel Paese asiatico. I pm stanno facendo accertamenti su una società estense e su alcune fatture che avrebbero portato a presunte operazioni inesistenti
di Marco Zavagli | 11 ottobre 2013 http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/10/11/ferrara-inchiesta-su-54-milioni-di-fondi-per-cooperazione-in-iraq-indagato-clini/741023/
Clini ha ricevuto dalla Procura un invito a comparire. Nel registro degli indagati sono iscritti altri nomi di persone sospettate a vario titolo di dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti, corruzione e riciclaggio. La Guardia di Finanza si è già recata negli uffici del ministero dell’Ambiente, dove è stata acquisita documentazione ritenuta importante ai fini delle indagini. Allo stesso modo sono stati perquisiti i locali di una società di Ferrara, la Med Ingegneria, primo referente tecnico dell’Iraq Foundation per il progetto nell’antica Mesopotamia. Si tratta di una società con sede nella prima periferia della cittadina emiliana, ma con basi operative a Padova, Ravenna, Cagliari, Genova ed Alessandria e con collaborazioni internazionali nel curriculum. A carico della Med Ingegneria sono state trovate fatture per presunte operazioni inesistenti. Secondo l’accusa avrebbero dato origine a un giro di denaro che dall’Emilia, attraverso il ministero, avrebbe portato in Iraq e, quindi, in Giordania. Qui gli inquirenti hanno individuato un conto corrente aperto per farvi confluire gli investimenti.
Il progetto “New Eden” aveva tutti i crismi di una riparazione post-bellica. Dopo i danni causati dagli interventi del passato regime iracheno – che aveva iniziato a prosciugare le paludi del sud del Paese, diventate rifugio per gruppi della guerriglia che lo combattevano – all’indomani della fine della seconda guerra del golfo la zona rischiava il completo essiccamento. Con “New Eden” gli attori internazionali si proponevamo lo scopo di “restaurare, per quanto possibile, l’ambiente pre-esistente, tenendo conto non solamente degli aspetti meramente ambientali, ma anche di quelli socio-economici”. Un fine nobile, insomma, che si poneva “l’obiettivo di migliorare le condizioni di vita delle popolazioni locali e garantire lo sfruttamento delle immani risorse energetiche disponibili nel sottosuolo”.
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