venerdì 19 ottobre 2012
Ilva il governo tutela l'azienda anzichè i cittadini
“I governi
hanno tutelato
solo l’azienda”
IL PARLAMENTO SUI RIFIUTI:
IGNORATI I RISCHI PER TARANTO
Sull’Ilva di Taranto, la commissione parlamentare
sul ciclo dei rifiuti salva solo
la magistratura tarantina, intervenuta “doverosamente
nella fase repressiva”. Nel documento
conclusivo, infatti, la commissione
guidata da Gaetano Pecorella, ha sottolineato
la grave situazione ambientale che a Taranto
colpisce soprattutto i bambini, “soggetti
ad una maggiore incidenza di malattie”.
Un dato definito come “il costo che
sembra si sia disposti a sopportare per garantire,
qualunque cosa accada, la produzione”
invece di prendere atto che “non esiste
un costo, in termini di salute, sopportabile
da uno Stato civile per le esigenze produttive
e non è accettabile che il presente e il
futuro dei bambini di Taranto sia segnato
irrimediabilmente”. La commissione ha
analizzato anche l’iter di concessione della
precedente Aia (autorizzazione ambientale)
riaperta a distanza di
pochi mesi perchè
smentita “dai risultati
dell'attività di indagine”
e rilasciata da “persone
che non possedevano,
evidentemente, i requisiti
professionali necessari”.
Non solo. “Cosa
sia stato fatto – scrive la
commissione in merito
alle verifiche – dagli organi di controllo e
dagli enti territoriali nel corso di decenni
non è dato sapere”. Colpevoli anche i sindacati
la cui attività “non è riuscita a portare
all’attenzione dei vertici dell’Ilva le gravissime
problematiche dello stabilimento, certamente
note anche agli stessi lavoratori”. Il
documento smentisce il ministro dell’ambiente
Corrado Clini secondo il quale la riapertura
dell’Aia era necessaria per le nuove
migliori tecnologie disponibili approvate
dall’Europa a Marzo e per la novità dell’elevata
concentrazione a Taranto di benzo(
a)pirene. Emergenza, spiega la commissione,
nota già dal 2010. “Quindi, che il ministero
indichi questo dato come l’elemento
di novità che ha determinato la riapertura
della procedura Aia – chiarisce la commissione
– è circostanza smentita da quanto è
agli atti della Commissione”. Ma in realtà,
secondo la commissione, il governo si sarebbe
risvegliato “con il passaggio dall'emergenza
sanitaria ed ambientale all'emergenza
sociale, economica, lavorativa”. Non a
difesa della salute dei tarantini, quindi, ma
solo perché il sequestro degli impianti
avrebbe “un problema a livello di produttività
e di competitività dell'Ilva rispetto alle
altre imprese operanti in Europa”. Insomma
come “se si fosse fatto un salto indietro, all'incirca,
di più di cento anni quando, in
corrispondenza dell'inizio dell'era industriale,
non esistevano le norme a tutela dell'ambiente
e dei lavoratori e la produzione. Il Fatto quotidiano 19 ottobre 2012
era l'unico obiettivo da perseguire”.
Vincenzo Iurillo e Francesco Casula
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