sabato 4 maggio 2013

in Italia il rischio della bomba nucleare - firma la petizione

 http://www.manifestiamo.eu/2013/05/03/bomba-o-non-bomba/

Bomba o non bomba nucleare

Di | 03 maggio 2013

Le associazioni pacifiste italiane che aderiscono alla campagna “Taglia le ali alle armi” (tra cui figurano Sbilanciamoci, Rete disarmo, Tavola della Pace) denunciano il rischio di proliferazioni di armi nucleari sul territorio italiano se i caccia F-35 saranno in grado di trasportare anche ordigni nucleari. E chiedono una presa di posizione del nuovo parlamento.
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Tutto nasce dalla notizia uscita negli Usa che i caccia F-35 potranno avere capacità nucleari, imbarcando in sostanza ordigni nucleari già presenti sul nostro territorio (le B-61 a caduta che si trovano sicuramente ad Aviano e in passato anche a Ghedi). L’amministrazione Obama infatti è pronta ad investire più di 11 miliardi di dollari per rimodernare vecchie bombe nucleari a caduta che potranno così essere caricati su vari tipi di veivolo.
”Che ci sia una presenza in Italia, pur se in basi Nato, di bombe nucleari ormai è un fatto acquisito da diverso tempo sulla base di numerosa documentazione – dice Lisa Clark di “Beati i costruttori di Pace” e referente in Italia dei movimenti anti-nucleari – Una problematicità già nota e che oggi acquista ancora più forza, perché la combinazione letale tra F-35 e ordigni nucleari potrà concretizzata senza doversi allontanare dall’Italia”.
La Campagna “Taglia le ali alle armi” (portavoce Grazia Naletto ed Andrea Baranes di Sbilanciamoci!, Francesco Vignarca di Rete Disarmo e Flavio Lotti per Tavola della Pace) esprime “forte preoccupazione per questa ulteriore dimostrazione della problematicità non solo tecnica e di costo che la partecipazione italiana al programma JSF rende evidente. Come si fa a pensare che un sistema d’arma del genere non configuri una grave violazione dello spirito dell’articolo 11 della nostra Costituzione?”.
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Oltre per il possibile uso futuro dei caccia F-35 il problema si pone anche a riguardo del Trattato di Non Proliferazione nucleare, che l’Italia ha ratificato e che impedisce al nostro paese di dotarsi di armi nucleari. Un’eventuale violazione degli accordi internazionali non si ferma oltretutto a questo: va ricordato infatti come in tutta la documentazione tecnica ufficiale dell’F-35 risulti l’evenienza di dotazione anche con armamento cluster (le bombe a grappolo).
Tanto più che “gli Stati Uniti non hanno aderito alla Convenzione contro le cluster (come invece l’Italia) ed hanno a disposizione grande stock di questi ordigni – dichiara Giuseppe Schiavello direttore della Campagna italiana contro le mine – e siamo preoccupati perché l’Italia la scorsa settimana non è nemmeno riuscita a far sentire la propria voce contro l’uso di tali armi in Siria: tutte le buone intenzioni ad una politica di disarmo razionale ed umanitaria vengono disattese da continue e preoccupanti iniziative che spingono fattivamente in senso diametralmente opposto”.
Ora “Taglia le ali alle armi” chiede una presa di posizione del nuovo governo e al parlamento sulla necessità di una sospensione della nostra partecipazione al programma Joint Strike Fighter (JSF) che produrrà i caccia F-35.
La nostra procedura di legge per l’acquisto di armamento non prevede infatti un controllo parlamentare successivo al via libera delle commissioni competenti.
Chi vuole può firmare la petizione online contro la partecipazione italiana al progetto F-35, clicca qui.

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